Clicca qui per il nuovo sito di Articolo 21 »
Ricerca con Google
Web articolo21.info
 
 
Articolo 21 - Editoriali
Il fuoco amico contro i giornalisti: una lista impressionante
Condividi su Facebook Condividi su OKNOtizie Condividi su Del.icio.us.

di Stefano Marcelli=

* Segr. Gen. Informazione Senza Frontiere

 

Una premessa. Se Silvio Berlusconi non riuscirà ad avere giustizia, o anche solo una risposta e delle scuse dal governo di Washington sul â??caso Calipariâ?, non si potrà fargliene una colpa. Non sarebbe certo il primo capo di Stato o direttore di media internazionale che non ottiene altro che generiche e frettolose spiegazioni di fronte a una o più morti causate dal fuoco amico statunitense. Riteniamo comunque che il capo del nostro governo, il suo fedele collaboratore Gianni Letta e lâ??apparato del Sismi si siano comportati come dovevano e li avremmo abbracciati anche noi in quel breve sprazzo di gioia seguito alla notizia della liberazione di Giuliana Sgrena.

 

Siamo italiani e, per quanto siamo abituati a non crederlo, esiste uno Stato che ci difende con funzionari disposti a rischiare la loro vita anche per i più rompiscatole di noi. Chi scrive, facendo il giornalista da trentâ??anni, ha fatto questa scoperta sulla propria pelle molti anni fa e lâ??ha confermata più di una volta e se oggi è ancora in grado di scrivere lo deve proprio a questo come molti altri colleghi. Per la stessa esperienza sappiamo anche che oggi la rabbia maggiore verso i cugini americani è proprio quella del governo e dei colleghi di Calipari che si sentono colpiti alle spalle. E quindi probabile che la questione, nonostante le dichiarazioni della collega Sgrena, sarà archiviata come un incidente, lâ??ennesimo assassinio fortuito, destinato a ingrossare la lista di quelli impuniti. Una lista, che solo per quanto riguarda i giornalisti e questa sporca guerra irakena è impressionante. 

22 marzo 2003. A due giorni dallâ??inizio della guerra un elicottero usa colpisce unâ??auto dellâ??emittente inglese ITN. Lâ??inviato Terry Lloid, rimasto ferito, muore a bordo del bus civile che lo porta in ospedale, bombardato nuovamente dalle truppe della coalizione. Il cameraman Fred Nerac e lâ??interprete Hussein Osman sono tuttora introvabili. Nessuna spiegazione. 

2 aprile 2003. Le truppe USA bombardano lâ??hotel Sheraton di Bassra. Nessun ferito. Gli unici ospiti erano i membri della troupe di Al Jazeera. Nessuna spiegazione. 

6 aprile 2003. Altra bomba USA su convoglio civile. Muore lâ??interprete della BBC Abdurazaq Muhamed, ferito lâ??inviato John Simpson

8 aprile 2003 un tank americano punta il cannone e spara sullâ??Hotel Palestine di Bagdad che ospita 150 giornalisti. Muoiono il cameraman ucraino della Reuters Taras Potsyuk e lo spagnolo Josè Couso di Telecinco. Contemporaneamente vengono bombardate la sede di Al Jazeera dove muore il collega Tareq Ayoub e quella di Abu Dhabi Tv (nessuna vittima). Lâ??esercito USA risponderà che si è trattato di un errore. Lâ??associazione newyorkese CPJ prova invece con una propria inchiesta che i militari sapevano che quello era lâ??albergo dei giornalisti. 

17 agosto 2003. Mazen Dana, uno dei più famosi cineoperatori della Reuters Ã¨ ucciso da un tank americano mentre riprende alcune immagini del carcere di Abu Gharib dopo essersi presentato e aver mostrato i propri documenti. Nessuna spiegazione. 

18 marzo 2004. Uccisi a un posto di blocco usa a Bagdad il cameraman Ali Abdel Aziz e il reporter Ali al Khatib di Al Arabiya tv. Nessuna spiegazione. 

31 marzo 2004. Muore a Falluja il cineoperatore Burban Mohamed Mazhour che lavora per la tv americana ABC. Secondo il Washington Post è rimasto vittima di un rastrellamento USA. Nessuna spiegazione. 

20 aprile 2004. Rimagono uccisi in circostanze mai chiarite un report della tv Al Iraqiya e il suo autista. 

15 agosto 2004. Ucciso a Falluja il cameraman Hamid Abbas che lavorava per la tv tedesca ZDF a cui aveva appena annunciato di aver girato il bombardamento di una casa. 

11 settembre 2004. Ucciso da elicotteri americani il giornalista palestinese Mazen al Tomeiri, inviato della tv Al Arabiya. Lâ??ultimo stand up con la sua morte in diretta fa il giro del mondo. Gli elicotteri sparano sulla folla che festeggia unâ??azione della guerriglia che ha distrutto un blindato americano. Una vendetta contro civili che costa 15 morti e 55 feriti fra cui altri giornalisti.

Nessun provvedimento. Tutti questi â??incidenti fataliâ? accompagnano la sepoltura ufficiale della Convenzione di Ginevra operata ufficialmente dai vertici del Pentagono nel corso della guerra in Irak . Ma sono crimini che non possono restare senza risposta. Rilanciamo ancora una volta lâ??appello dellâ??IFJ (International Federation of Journalist ) perché la comunità internazionale intervenga a tutela della integrità fisica dei giornalisti e consideri ogni attacco nei loro confronti come un crimine di guerra. Ci uniamo anche alla recente protesta del sindacato dei giornalisti irakeni contro il varo imminente di misure restrittive della libertà di stampa da parte del governo di Bagdad. Senza i giornalisti non si fa la democrazia e senza testimoni non si fa nemmeno la storia.

Letto 597 volte
Notizie Correlate
Audio/Video Correlati
Dalla rete di Articolo 21