Articolo 21 - ESTERI
Cosa sta accadendo in Iraq?
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di Erfan Rashid
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Sarebbe molto facile addossare la colpa dell'accaduto ai gruppi fondamentalisti (Iracheni e esteri come Al Qaeda) o ai cosiddetti "Rimasugli del vecchio partito Baath", come si sono affrettati a condannare i vari portavoce del governo e come lo stesso Al Maliki ha detto visitando i luoghi colpiti dagli attentati. Ma la questione è molto più profonda e lo spettro verso il quale bisognerebbe indicare il dito accusatorio è molto vasto e, non è assolutamente escluso, che siano nati "Matrimoni di convenienze" dei nemici del passato per imporre una nuova strategia del terrore. E per impedire il varo della nuova legge elettorale che toglie ai gruppi ( Sciiti e Sunniti) dominanti oggi lo strapotere che hanno acquistato con la vecchia legge che dava ai capi delle liste, cosiddette chiuse, di decidere la formazione del parlamento. Gli stessi che hanno impedito al parlamento uscente nelle settimane passate, persino, di iniziare la discussione sulla nuova legge elettorale. Era nella previsione che la situazione di sicurezza precipitasse con l'avvicinarsi della tornata elettorale. E dal momento in cui la politica dominante aveva fallito nell’intento di riportare la sicurezza alla gente, nessuno escludeva l'eventualità del ritorno del terrore.
I due attentati di domenica avvengono dopo pochi giorni dal provvedimento giudiziario nei confronti del deputato sunnita Mohammad Al Daini indicato come mandante e organizzatore dell'attentato dentro il palazzo del parlamento che causò 3 morti, di cui un deputato, e 20 feriti e molti danni materiali, e dopo alcune ore della richiesta della magistratura irachena di rievoca dell'immunità parlamentare della deputata Taysir Mashadani "Partito Islamico" della quale leadership la Mashadin fa parte, ed è il partito che esprime il presidente del parlamento. La Mashadani e suo marito, membro del consiglio provinciale di Diyala sono accusati di avere organizzato e dato l'appoggio a gruppi terroristici nella martoriata provincia di Diyala ( 60 Km a nord Est di Baghdad), e a pochi giorni il nesso tra i mandati giudiziari e gli attentati non è automatico, e pur non essendo del tutto escluso, attentati di tale portata e organizzazione non possono essere messi in atto in così poco tempo.
Fatto sta che né la deputata Mashadani né il suo collega Daini sono stati privati, ancora, dell'immunità parlamentare. E subito dopo l'annuncio del nuovo provvedimento della magistratura c'è stata la levata degli scudi da parte del "Partito Islamico" della quale leadership la Mashadin fa parte, ed è il partito che esprime il presidente del parlamento. I suoi commilitoni del partito di Mashadani hanno considerato tale provvedimento "Un ricatto e un tentativo di bruciare l'immagine di una parlamentare attiva che è stata essa stessa oggetto di attacchi terroristici e rapimenti". Una difesa molto simile a quella alzata in favore del Ex ministro della cultura Asaad Al Hashimi, indicato dalla magistratura come mandante dell'attentato nei confronti del deputato liberale Mithal Al Alousi in cui morirono due dei suoi figli.
Da non trascurare assolutamente la chiamata della guida suprema degli sciiti Ayatollah Ali Al Sistani dalla sua residenza nella città santa di Najaf, al sostegno delle Liste Aperte che offrono al cittadino la possibilità di scegliere i suoi rappresentanti al nuovo parlamento e tolgono ai gruppi etnici e confessionali il dominio sulle sorte del parlamento. La chiamata di Sistani ha avuto subito un forte applauso da molti settori della società irachena. Da un lato, l'idea di Sistani ha coinciso con la richiesta in questa direzione sostenuta da molti partiti e personalità laiche. Sistani ha creato non pochi scompigli tra partiti e gruppi di estrazione sciita che hanno dovuto rinnegare le loro scelte schierandosi in favore della chiamata della suprema guida religiosa. Non di meno è stato l'imbarazzo dei gruppi sunniti di fronte a una scelta di questo tipo e non sarà di minore importanza per i governi dei paesi confinanti cm l'Iraq, in modo particolare L'Iran e La Siria, che dovranno riconsiderare i loro appoggi ai gruppi adeguandoli alla nuova situazione.
Le Liste Aperte riportano tutto alla luce del sole e impongono a tutti i partiti il dovere di presentarsi con programmi credibili e facce fresche e, soprattutto, con mani pulite dal sangue e dalla corruzione. Compito arduo per i settori religiosi che hanno raccolto il consenso con l'ausilio dei simboli religiosi rispettati da gran parte della popolazione. L'utilizzo abusato della religione da parte di molti partiti e milizie ha creato un solco molto profondo tra questi gruppi e gran parte delle popolazioni. Le elezioni dei consigli regionali hanno dato una chiara indicazione in questa direzione. Dure sconfitte sono state rifilate ai rappresentati dei partiti religiosi e non è escluso che lo scenario si ripeta al livello del parlamento nazionale e da qui nasce la preoccupazione che i probabili sconfitti utilizzino il terrore delle autobombe per imporsi.
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