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Articolo 21 - Editoriali
Campagna basta impunità in Ruanda: qualcosa si muove
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di Piergiuseppe Carucci

Quando appena due mesi fa i neo-aderenti alla campagna Basta Impunità in Ruanda ( partita dalla Spagna) si confrontavano per le prime volte su quali strategie adottare per chiedere la destituzione di Paul Kagame dall'incarico onorifico appena concessogli da Ban Ki Moon, un'idea era chiara a tutti: Paul Kagame è intoccabile, gode di protezioni ad ogni livello (malgrado le gravissime accuse che gli vengono mosse e un Giudice spagnolo due anni fa abbia spiccato un mandato di cattura nei suoi confronti) per questo l'ONU lo dichiara un leader africano modello e la Spagna si accinge ad ospitarlo con tutti gli onori.
In due mesi, però, molte cose sono cambiate.
Prima il premier spagnolo si rifiuta di incontrarlo, poi nel mese di agosto, Le monde pubblica stralci di un importante inchiesta condotta dall'Alta commissione per i diritti umani dell'Onu che lo mettono chiaramente sotto accusa per “gli attacchi generalizzati contro gli hutu rifugiatisi in Congo” che, si legge “ rivelano alcuni elementi sconfortanti che portati in tribunale sarebbero qualificati come crimini contro l’umanità e genocidio”; infine, nel giro di pochi giorni, viene alla luce l'inchiesta Gersony che documenta la mattanza post-genocidio perpetrata dall'esercito di Kagame e che da oltre quindici anni l'ONU dichiarava di non aver mai ricevuto.
Malgrado l'ONU, forse ingenuamente e nel momento più delicato, abbia tentato di ripulire la fosca immagine del Presidente africano, qualcosa dunque è cambiato.
Nei giorni scorsi alcuni magistrati francesi si sono recati in Ruanda per approfondire le indagini sull'abbattimento del velivolo presidenziale nel quale morì Juvenal Habyariman e che, sembrerebbe aver fatto da detonatore alla follia genocida del 1994:  l’ipotesi da dimostrare è che dietro quell'attentato ci fosse proprio l'RPF di Kagame, mentre il Governo Spagnolo durante il consiglio dei ministri del 17 settembre ha approvato la richiesta di estradizione dell'ex confidente di Kagame il generale Faustin Kayumba Nyanwasa, coimputato presso L'Audienza Nacional Espanola, e sfuggito in Sudafrica. Nella stessa giornata, come a voler prendere ulteriormente le distanze dal regime di Kagame la vice premier María Teresa Fernández de la Vega, annunciava che il presidente Zapatero non  avrebbe incontrato il presidente Paul Kagame durante il summit di revisione degli obiettivi del millennio, e ciò malgrado co-presiedano il Gruppo di Sostegno agli obiettivi del Millennio.
Oggi la Piattaforma Basta Impunità in Ruanda sta manifestando a Madrid ed a New York per chiedere la fine dell'impunità nella regione dei Grandi laghi. La speranza che si possa ri-scrivere la storia dei conflitti che hanno martoriato e ancor oggi affliggono questa meravigliosa regione africana è più viva che mai.
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