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Articolo 21 - Editoriali
Elezioni e scommesse: la camorra padrone
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di Nello Trocchia*

Le mani sulle elezioni, il controllo delle scommesse, la gestione del traffico di droga, una rete capace di strozzare imprese e compromettere il futuro di territori senza democrazia. Sullo sfondo un patto federativo per rinsaldare alleanze e condividere progetti e dinamiche criminali. E’ lo scenario che emerge dall’inchiesta della direzione distrettuale antimafia di Napoli( coordinata dall’aggiunto Rosario Cantelmo, pm Pierpaolo Filippelli e Claudio Siragusa) che ha portato a 22 fermi, eseguiti da oltre 160 carabinieri, tra le province di Roma, Salerno, Avellino e Bologna, oltre che in quella partenopea. Tra gli arrestati 5 donne, una è Nicoletta Romano, avvocata del Foro di Torre Annunziata, reato contestato usura. L’operazione, denominata Golden Goal, ha colpito i clan camorristici D’Alessandro, egemone a Castellammare di Stabia, gli Afeltra-Di Martino, operanti a Gragnano, Lettere, Pimonte e Agerola. Clan che, secondo le indagini, si erano federati, uniti in un patto per allargare l’egemonia nei territori di appartenenza. Dall’inchiesta emerge l’interferenza dei gruppi criminali nelle elezioni amministrative a Gragnano del giugno 2009, altro che democrazia e voto libero. Voto di camorra. Fabio Di Martino, figlio del capo-clan Leonardo, “ ha condizionato – denuncia la nota della Procura – in nome e per conto della cosca, il libero esercizio del voto in occasione di quelle consultazioni elettorali, ricevendo al riguardo somme di danaro ed aggredendo fisicamente coloro che non intendevano piegarsi alle indicazioni di voto formulate dal clan”. Trovano conferma gli inquietanti fermi post-voto, con l’arresto di alcuni scrutatori; a Gragnano per votare bastava recarsi al comune chiedere la scheda elettorale di un’altra persona e al seggio, tramite il colluso di turno, apporre la propria croce. Le intercettazioni pubblicate raccontano il livello di ingerenza. Il figlio del boss racconta: «Hanno fatto gli imbrogli, che figura di m... ! Andavano a prendere le schede; tu stavi al nord( fuori regione), andavano a votare con il nome di quello..., schede di gente morta..., andavi al Comune. Ci andai pure io, al Comune, ragazzo come ti chiami? Di Martino Antonio ( altro figlio di Di Martino Leonardo).. .con la tessera di Antonio andavi a votare senza firmare...»; più avanti si vanta della violenza contro chi non si piegava: «Lo abbuffai di mazzate». Emerge dalle indagini anche la richiesta arrivata al clan di voti da parte di attuali consiglieri comunali, un quadro che potrebbe portare ad ulteriori indagini, e viste le infiltrazioni anche all’invio di una commissione di accesso al comune. Nelle intercettazioni emerge che il sistema dei brogli era stato pensato da politici impegnati in precedenti competizioni elettorali. La camorra è arrivata dopo. L’attuale sindaco, non indagata, è Annarita Patriarca, figlia di Francesco, detto Ciccio ‘a prumessa, ex senatore della Dc, morto nel 2007 quando era ai domiciliari per una condanna a 9 anni per concorso in associazione camorristica. A Bullett Non ci sono solo le elezioni, controllate e indirizzate dai Di Martino, ma anche l’interesse nel settore delle scommesse legali e abusive, terreno di pertinenza del clan D’Alessandro. Un sodalizio, grazie anche al gruppo criminale dei Carolei, dedito all’attività di usura e di estorsione, ma anche al controllo di quella che a Napoli chiamano a ‘bulletta, la scommessa. Gli inquirenti hanno sequestrato 4 centri scommessa Intralot, bloccato un sito telematico illegale, organizzatore abusivo di scommesse e giochi d’azzardo. E poi le interferenze nelle gare del campionato minore, ma con un inquietante ponte con lo scandalo partite truccate tedesco, al telefono uno dei fermati dice: “quelli là ( in riferimento al match della Bundesliga) hanno fatto un capolavoro, io sapevo tutto». L’arrestato è Cristian Biancone di Colleferro, un passato diviso tra Avellino, Catanzaro, ma anche Sorrento. Finisce dentro per aver truccato una partita Sorrento-Juve Stabia, favorendo le scommesse gestite dal clan. Una gara finita 1-0 per gli stabiesi, grazie ad una papera del portiere Vitangelo Spadavecchia anche lui indagato, ma che nega come Biancone ogni coinvolgimento. “ E’ stato infatti accertato – continua la nota della procura – che l’esito del match del 5 aprile 2009, valevole per il campionato Lega pro Prima divisione, veniva alterato tramite il calciatore Cristian Biancone e mediante la corruzione del portiere del Sorrento dell’epoca: proprio quella partita si concluse con la vittoria della squadra ospite per 1 a 0, grazie ad un incredibile errore del portiere sorrentino”. Se siamo a Castellammare di Stabia, non può mancare il caso Tommasino, il consigliere comunale del Pd, ucciso da Catello Romano, anche lui iscritto ai democratici. Paolo Carolei, presunto boss emergente aveva in casa un archivio giudiziario. Custodiva – ha spiegato la Dda - gli atti sull’omicidio del consigliere comunale. Tra pallottole, calcio, droga ed elezioni, la camorra fa il suo gioco e la politica banchetta.

* su www.federalismocriminale.it e su narcomafie.it 

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