Clicca qui per il nuovo sito di Articolo 21 »
Ricerca con Google
Web articolo21.info
 
 
Articolo 21 - Editoriali
Dalla parte dei Giornalisti
Condividi su Facebook Condividi su OKNOtizie Condividi su Del.icio.us.

di Roberto Cotroneo

da L'Unità

Ese i giornalisti del Tg1 chiedessero formalmente di essere esonerati dalla conduzione? Se dicessero: no, non prestiamo la nostra faccia a questa informazione manipolata a favore di uno? Quello che sta accadendo negli ultimi giorni al Tg1 ha ormai, infatti, qualcosa di paradossale e scandaloso. Il Tg1 sembra un Tg spot. Tutto per Berlusconi, naturalmente. Un Tg spot perché i servizi sulla politica, firmati il più delle volte da Francesco Pionati, non sono soltanto Favorevoli alle proposte del premier. Ma per raggiungere unâ??efficacia maggiore, si avvalgono di schemi, effetti grafici abbastanza inediti per un telegiornale. Di fatto câ??è una continuità anche stilistica tra i cartelloni elettorali di Berlusconi, e i servizi dati dal telegiornale della rete ammiraglia della Rai. Ã? chiaro che la campagna elettorale è arrivata, e per Clemente J. Mimun è arrivato il momento di sostenere il premier senza mezzi termini. Ma questo sostegno non cerca neppure più di nascondersi dietro il paravento di un giornalismo di parte. Siamo oltre il giornalismo. Siamo arrivati a qualcosa che sfiora troppe volte la propaganda. E la propaganda ha per prima cosa un imperativo assoluto: farsi comprendere, semplificare e dare la sensazione che il messaggio sia il più accattivante possibile. Tutto questo può anche non stupire troppo. Tutto questo rientra perfettamente nella logica di occupazione dellâ??informazione di questo governo, e di questo premier. Una logica di occupazione che ha varie sfumature. Dallâ??adesione passionale di Emilio Fede, alla lieve distanza del Tg2 in quota An e Lega, fino al â??moderato cantabileâ? del Tg5 di Enrico Mentana. Ma il Tg1 è unâ??altra storia, il Tg1 cattura un pubblico vastissimo, che vota a destra come a sinistra. Il Tg1 è il telegiornale a cui milioni di italiani hanno attribuito per anni, se non proprio una sorta di obbiettività, perlomeno un equilibrio, un moderatismo pluralista, un organo di informazione che pur stando sempre dalla parte del governo, lo fa con una certa moderazione. Meno di due mesi fa, con le dimissioni del vice direttore Daniela Tagliafico qualcosa era cambiato. I dissidi interni al Tg1 erano usciti allo scoperto. Ed erano usciti allo scoperto soprattutto gli anchorman. Che trovavano la direzione Mimun eccessivamente schierata. E si ponevano il problema di prestare la loro autorevolezza,e la loro visibilità, al servizio di unâ??operazione giornalistica chiaramente sbilanciata e non oggettiva. Quelle polemiche, come spesso accade, finirono attutite da altri eventi e da altre storie. E quel nervosismo, quelle proteste, quelle lettere aperte rimasero in qualche modo congelate. Ma adesso il problema si ripropone, e si ripropone più preoccupante di prima. Intanto per un dato incontestabile. Lilly Gruber, David Sassoli e altri volti noti del telegiornale vivono una situazione piuttosto atipica. Sono ormai i volti di un telegiornale che ha sempre mandato al pubblico dei telespettatori un messaggio di autorevolezza. E questa autorevolezza passa dalla loro faccia - quella che appare dopo la sigla delle 20.00 - e dalla loro storia professionale. Chi legge le notizie di un Tg, chi manda un servizio, sa che quel servizio è in qualche modo approvato, condiviso, dal conduttore. Non è un caso che nei telegiornali americani il conduttore è anche il direttore dellâ??edizione che sta conducendo. E come direttore di quellâ??edizione ha il dovere di fare le sue scelte, e ha il dovere è di non mandare in onda un servizio che non condivide, o che gli sembra non in linea con la sua etica della notizia e dellâ??informazione. Se negli Stati Uniti avviene questo è perché nessuno si può illudere che il conduttore sia neutro, o indifferente, rispetto alle notizie che legge. I primi telegiornali della Rai, non avevano un giornalista in studio, ma uno speaker. Oggi invece questi colleghi rispondono a un direttore che decide, ma nello stesso tempo, anche non volendo, forniscono un imprimatur alle notizie che vengono date attraverso il loro volto. Ovvero: se Sassoli, per fare un esempio, mi dice che Berlusconi sta facendo un grande servizio al paese chiedendo di abbassare le aliquote Irpef, vuol dire che deve essere giusto. Soprattuto vuol dire che è vero. Allora è facile capire che i molti ineccepibili professionisti del Tg1 stiano vivendo in questi giorni dei momenti non facili. Un sistema nella conduzione dei telegiornali li obbliga a fare il proprio dovere di giornalisti, ma un meccanismo abbastanza aberrante rischia di farli diventare coloro che avallano, sostengono e giustificano delle scelte editoriali che senza di loro - e questo è lâ??aspetto più pericoloso - non avrebbero lo stesso peso, e la stessa forza. Ã? inutile dire che non è giusto usare professionalità forti per gestire un telegiornale secondo criteri filo-governativi che non hanno molto a che fare con lâ??etica dellâ??informazione. Ecco perché lâ??unica via di uscita, continuando i servizi politici imbarazzanti che vengono mandati ogni sera soprattutto nellâ??edizione delle 20.00, rimane quella di chiedere formalmente di essere esonerati dalla conduzione in video. Decidendo che non si può regalare la propria storia professionale al Tg spot di Mimun e di Pionati. Questo senza voler dare lezioni di giornalismo a nessuno. Ma al contrario, esprimendo una solidarietà a dei colleghi che non meritano tutto questo. E che soprattutto hanno il diritto di sottrarsi a un sistema dellâ??informazione televisiva che cannibalizza qualunque professionalità per fare un servizio al potere.
Letto 497 volte
Notizie Correlate
Audio/Video Correlati
Dalla rete di Articolo 21