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Il Tar boccia lo stop ai talk show. Articolo21: ora tornino subito in video
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di Redazione

Il Tar boccia lo stop ai talk show. Articolo21: ora tornino subito in video

"Il Tar del Lazio ha deciso di levare il bavaglio alle trasmissioni soppresse accogliendo il ricorso presentato da Sky e Telecom Italia Media. Finalmente una buona notizia, non avevamo dubbi". Lo afferma il portavoce di Articolo21 Giuseppe Giulietti. "L'Agcom si era vista costretta, almeno questa era la loro tesi, ad estendere l'assurdo regolamento al privato per non creare disparità con il settore pubblico. La decisione del Tar non può che comportare una immediata decadenza del regolamento anche per il servizio pubblico. Siamo sicuri che le Autorità di garanzia e il Cda Rai vorranno immediatamente recepire questa decisione e in particolare la Rai vorrà comunicare l'immediata riapertura di tutte le trasmissioni arbitrariamente soppresse. Soppressione - conclude Giulietti - che ha creato forte indignazione e che ha fatto sì che l'esposto presentato da Articolo21 abbia raccolto oltre 20mila firme in poche ore".

I commenti a caldo in merito alla sentenza del TAR del Lazio:

SANTORO: "PRONTI A RICOMINCIARE"
"Sono pronto e subito, anche da solo, a riaprire la trasmissione nel caso si potesse. Nel frattempo, prepariamo la puntata del 25 marzo anche se non so dove andremo in onda". Lo ha detto Michele Santoro, commentando la decisione del Tar. "Questa sentenza - ha aggiunto vede crollare un pezzo del muro di illegalita' che e' stato costruito con la scusa della par condicio. Ma in realta', tutto e' contro la stessa legge che comunque, a me non e' mai piaciuta. La Rai, come vado dicendo da sempre, non dovrebbe applicare il regolamento della Commissione di Vigilanza perche' e' un atto illegittimo. Ora l'Azienda con uno scatto di reni, dovrebbe disapplicarlo"

FNSI: "ORA VIGILANZA TORNI SUI SUOI PASSI"
'Com'era prevedibile - afferma in una nota il segretario della Fnsi, Franco Siddi - il Tar e' intervenuto d'urgenza per sanare uno squilibrio: le trasmissioni di approfondimento di La7 e Sky - ma diremo anche quelle delle tv private - non possono essere assoggettate a vincoli che ne determinino soppressione o divieto di trattare temi a contenuto politico o per la presenza di personaggi politici in campagna elettorale. Ma subito, di squilibrio se ne apre un altro. Se, infatti, il provvedimento dell'AgCom - dopo le delibere della Vigilanza e del Cda Rai (maggioranza) - aveva, nei fatti, messo sullo stesso piano, con medesimi condizionamenti, il servizio pubblico e le tv private, ora e' la Rai a sopportare tutto intero questo inaudito sbilanciamento. Era gia' noto, ma ora e' chiarissimo, quanto siano state inappropriate la delibera della Vigilanza e la successiva, improvvida, interpretazione del Cda Rai. Continuare a tenere spente adesso le trasmissioni di approfondimento del servizio pubblico e' palesemente fuori luogo. Occorre prendere atto rapidamente dell' asimmetria tra servizio pubblico e sistema televisivo privato ed e' urgentissimo risolvere il problema all'origine.
La Vigilanza dovrebbe tornare, quindi - conclude Siddi - sui suoi passi ma soprattutto gli amministratori della Rai (a cominciare da chi, a maggioranza, ha votato per sospendere le trasmissioni) ora non possono accampare alibi e debbono avere il coraggio di rivedere quella scelta oscurantista ritornando ai valori della missione attribuita al servizio pubblico: specialmente quelli della completezza, dell'autonomia e del pluralismo dell'informazione. Che nessun atto di indirizzo politico puo' sopprimere. La sentenza del Tar, dunque, ci conforta giacche' sembra riconoscere, nei fatti, l'azione permanente che il Sindacato dei giornalisti sta attuando, assieme a tantissime associazioni della societa' civile, in questi difficili momenti per la liberta' di stampa nel nostro Paese'.

CERRATO (USIGRAI): "C'E' ANCORA LA SPERANZA DI LIBERARSI DA BAVAGLI E 'MODACCHIE' "
"Allora in questo paese c'e' ancora la speranza di potersi liberare di bavagli e 'mordacchie', si puo' ancora parlare di quello che interessa ai cittadini, anche per decidere chi e cosa votare. La decisione del Tar del Lazio riporta un po' di buonsenso in una stagione che sembrava impazzita non solo a causa del 'meteo'. Ma se il 'grande freddo' sceso sui talk show esce sconfitto grazie alla richiesta di sospensiva di Sky e Ti Media al Tar del Lazio adesso tocca alla Rai dimostrare di voler essere davvero il Servizio Pubblico per il quale paghiamo il canone. Ci aspettiamo che torni il dibattito politico in prima serata, che torni integra la nostra liberta' di informare e di fare il mestiere di giornalisti.
Di certo in questo 'stop' c'e' chi ha guadagnato sui silenzi imposti ai diretti concorrenti politici e soldi. Una Rai azzoppata in prima serata e', infatti, l'ennesimo regalo fatto al conflitto d'interessi". Dichiara Daniele Cerrato, vice segretario Usigrai.

ORDINE GIORNALISTI: "CON DECISIONE TAR PREVALE BUON SENSO"
"Il buon senso alla fine prevale. La decisione del Tar del Lazio restituisce ai cittadini il diritto di sapere per una scelta consapevole in occasione delle elezioni regionali e mette i giornalisti in condizione di onorare il loro dovere di informare'. E' il commento del presidente, Lorenzo Del Boca, e del segretario Enzo Iacopino dell'Ordine nazionale dei giornalisti. Del Boca e Iacopino in una nota affermano che "si stava assistendo a qualcosa di surreale. Una campagna elettorale fatta solo con slogan pubblicitari, ma senza alcuna possibilita' di analizzare le singole posizioni. Ora l'auspicio e' che i programmi di approfondimento sulle reti pubbliche e private vengano rapidamente organizzati in modo da garantire la possibilita' per gli elettori di acquisire informazioni importanti per le loro delicate scelte. I giornalisti sapranno garantire nelle trasmissioni correttezza e quella serenita' di confronto tra le parti senza le quali tutto diventa incomprensibile e si trasforma in un formidabile assist per i sostenitori del silenzio in tv".

ANNUNZIATA: "AUMENTANO I DUBBI LEGALITA' REGOLE"
"A questo punto non mi resta che ringraziare il Tar anche se le trasmissioni Rai probabilmente non riapriranno. Dal Tribunale Amminstrativo Regionale infatti stanno praticamente dipendendo tutte le cose importanti per il mio Paese". Lo ha detto all'Agi Lucia Annunziata, conduttrice del programma "in 1/2 ora". "Ora e' ancora piu' evidente - ha aggiunto - che queste soluzioni approfondiscono ancora di piu' il solco intorno al dubbio di legalita' che c'era", circa il regolamento. "E lascera' nel servizio pubblico - conclude - un grande dubbio su come opera la Vigilanza e sul Cda che ha scelto di seguire la Commissione nonostante avesse dubbi a sua volta"

LERNER: " IL TAR CI HA DATO RAGIONE. LUNEDI' L'INFEDELE PARLERA' DI POLITICA" 
"Evviva". Sul suo blog Gad Lerner esulta per la decisione del Tar del Lazio, che ha sospeso il regolamento dell'Agcom che applicava la par condicio ai dibattiti politici in periodo elettorale. "Il Tar - afferma Lerner ci ha dato ragione. Revocato il bavaglio.
Lunedi' 'L'Infedele' (il talkshow da lui condotto in onda su La 7, ndr) puo' parlare di politica". In un successivo commento alle reazioni dei frequentatori del blog, Lerner aggiunge: "Mi auguro che tornino in onda anche i colleghi della Rai e di Mediaset. Di sicuro noi non mancheremo l'appuntamento".
 

D'ANGELO (AGCOM): " ORA NON PERMANGA DISPARITA' TRA SERVIZIO PUBBLICO ED EMITTENTI PRIVATE"
La motivazione dell’ordinanza del TAR Lazio sgombra il campo da qualsiasi dubbio circa l’illegittima equiparazione dei programmi di informazione a quelli di comunicazione politica.
La par condicio è una legge essenziale nel nostro sistema della comunicazione, almeno fino a quando ci saranno le attuali condizioni di dominanza, ma certamente non può essere usata a pretesto per cancellare spazi di informazione scomodi. 
Per questo alcuni giorni fa con i colleghi Lauria e Sortino abbiamo scritto al Presidente dell’AGCOM perchè intervenisse in merito alla decisione del Consiglio di amministrazione della RAI che  sospendeva le trasmissioni di approfondimento informativo.
Ora l’ordinanza del TAR riporta chiarezza. C’è tuttavia da chiedere che non permanga, a questo punto, una situazione di disparità di regole  tra il servizio pubblico e le emittenti private

Grandinetti: " Alla luce dell'ordinanza del Tar, la Vigilanza potrebbe riconsiderare il suo regolamento"- di Gianni Rossi La sentenza del Tar del Lazio? Una risposta dello Stato di diritto alla prepotenza e all'arroganza - di Domenico D'Amati / Non ci abitueremo mai - di Roberto Zaccaria / Il golpe silenzioso - di Nicola Tranfaglia "SBAVAGLIAMOCI": video-rassegna a cura di Federica Pezzoli 

 



 
 
 


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