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Articolo 21 - Editoriali
Costituzione: per una volta l'opposizione ha parlato un'unica voce
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di Montesquieu

Per una volta  lâ??opposizione  ha parlato con una sola voce,  quella del suo leader: senza aggiunte, controcanti, correzioni. Gli effetti si  sono visti subito:  nonostante lâ??assetto  ipercontrollato dellâ??informazione, unâ??eco forte ha accompagnato quelle parole, relative ai rischi della riforma costituzionale. Un ulteriore effetto, lâ??insolita agitazione che   ha attraversato la maggioranza, di regola avvezza  ad affidare le repliche e le polemiche ai quattro o cinque portaparola quotidiani del capo del governo. Lo stesso, contravvenendo al  vezzo di non confondersi con lâ??avversario, è intervenuto direttamente.

Lâ??agitazione è stata particolarmente visibile nei due partiti, Alleanza nazionale e Udc, attraversati da forti correnti di ostilità al progetto di riforma. Ostilità forse addirittura maggioritaria, come dimostrano i tassi di assenza delle votazioni  sullâ??argomento, e come dimostra lo strumento usato per farli rientrare, la minaccia di non ricandidatura.  Ventilata dal capo del governo in persona per tutti i partiti della maggioranza, momentaneamente commissariati.

Questo, più o meno, il  tenore delle risposte:  una freddura, le  parole di Prodi; ridicolo, o tupamaro,  o no global con il passamontagna, lui stesso.  Del tutto imperturbabile, solo la lega - nord, forte dellâ?? impegno del capo del governo, addirittura sul calendario dei lavori parlamentari. Ed impegnata, un ritorno al passato, ad inseguire il sogno di uno stato composto da Svizzera e Padania.

Dunque, semplicemente ridicolo o pericoloso estremista, il capo dellâ??opposizione? Le parole da lui usate, le sue argomentazioni,  non sono certo patrimonio o  terreno proprio delle forze della sinistra cosiddetta radicale. Semmai, sono  parole,  preoccupazioni,  angosce proprie della cultura liberale: non è un  caso che i più intransigenti a denunciare i rischi di una tirannia della maggioranza  siano stati e siano  liberali autentici, come Indro Montanelli, Giovanni Sartori e Mario Segni.

Inoltre, non si tratta proprio di novità:  pericoli analoghi sono stati già denunciati  da costituzionalisti e politologi, industriali e commercianti, governatori regionali e sindaci, vescovi e sindacalisti, nonché esponenti politici, e non solo di opposizione. In realtà, le cose stanno un poâ?? peggio, addirittura, di quanto non abbia detto lo stesso Prodi: se la dittatura della maggioranza è quella in cui la voce dellâ??opposizione è soffocata  o deformata dallo strapotere mediatico del governo, in cui gli organismi  di garanzia e le sedi di appello si vanno via via uniformando ai voleri della maggioranza e del suo leader, se le pareti tra  i diversi poteri si assottigliano fino a scomparire, non dobbiamo attendere lâ??approvazione della riforma costituzionale per dire di intravedere la dittatura della maggioranza. La differenza, con lâ??approvazione della riforma, sarà la forza costituzionale di cui la situazione sarà dotata, da cui sarà nobilitata.

Ci sono più modi di condurre accanto al proprio leader questa battaglia per un assetto costituzionale moderno â?? anche più moderno di quello attuale â?? ma dotato del necessario equilibrio. Il primo, è quello di far parlare lâ??opposizione con una sola voce, dandole autorevolezza.Obiettivo raggiunto? Si vedrà. Ma poi ci sono, ancora più importanti, i fatti. Si può concordare con le parole, e contraddire con i comportamenti. Lâ??equilibrio istituzionale necessario si ottiene rispettando la terzietà delle istituzioni, quando si tratti di istituzioni di garanzia. Rispettandola anche se non la rispetta la coalizione antagonista. Câ??è solo da guadagnarne: e comunque si rende più disagevole il sopruso altrui. Le parole che il capo dellâ??opposizione scrisse, con inequivocabile chiarezza, allâ??indomani delle prime nomine dei presidenti delle camere allâ??autorità per la concorrenza, sarebbe bene che non fossero  irrise quando tocca al centrosinistra fare le sue scelte. Diversamente basta non ostinarsi a  chiamarle  autorità  indipendenti: saranno autorità politiche, e non serviranno a perseguire lâ??equilibrio tra i poteri. Infine, unâ??ultima notazione: tra i  critici più severi del capo dellâ??opposizione si distingue, ultimamente e sempre più spesso, il presidente di Montecitorio. Sono critiche che andrebbero dichiarate irricevibili, per manifesta incompetenza, da chi ne è oggetto. In ossequio  al necessario equilibrio tra i diversi poteri.

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