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Articolo 21 - Editoriali
Renzi e i “polli” del Pd
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di Gianni Rossi

Il povero Renzo Tramaglino ne “I promessi sposi” manzoniani trasportava i suoi quattro polli-capponi, ignari della loro tragica sorte, a testa ingiù, come dono munifico per il “Dottor Azzeccagarbugli”. Mentre si recava a Lecco per chiedere aiuto al “Vate” lombardo, tipo piuttosto intrigante e amico dei potenti e prepotenti, i polli-capponi continuavano a beccarsi tra loro, come se la loro vita fosse infinita e la tragica fine piuttosto lontana. Finiranno purtroppo come “si conviene e si usa”: sulla tavola imbandita del profittatore di turno. Mentre a Renzo non rimarrà che tornarsene indietro con la coda tra le gambe.

Analoga sorte sembra toccare ad un altro Renzo di questi tempi: il Renzi da Firenze, sindaco “rottamatore” di quel “vecchio e indigesto” PD, che tutti a sinistra vorrebbero diverso e più “pimpante”, ma che nessuno riesce a suggerire in che modo il maggior partito e d’opposizione al “Mago” di Arcore potrebbe migliorare, seguendo regole democratiche interne, senza dissanguarsi in battaglie correntizie intestine e senza “sparare sul Quartier generale” ad ogni piè sospinto.

Mentre si recava bello baldanzoso alla villa di Arcore, nella Brianza, non troppo lontano da Lecco, il nostro Renzo-Renzi forse non si portava dietro dei polli-capponi in dono, ma certo un cruccio in cuor suo l’aveva: come far risorgere le finanze di Firenze, grazie al miracoloso intervento dell’Azzeccagarbugli -Berlusconi? Un Berlusconi, purtroppo per il  “gentiluomo di provincia” Renzi,  in questi giorni al centro di polemiche, notizie riservate e scomode diffuse in tutto il mondo da Wikileaks, in procinto di essere “spodestato” dall’amato Palazzo Chigi dai “traditori” di Fini e compagnia bella. Insomma, Renzi, da alcuni settori mediatici ritenuto politico astuto e moderno, controcorrente e giovanilista, innovatore e ribelle, si è incamminato col “cappello in mano” proprio dentro l’antro della Sibilla di Arcore, al  momento meno giusto e nel posto meno opportuno, per chiunque voglia avere successo in politica, stando però dalla parte opposta a quella del regime berlusconiano.

I “polli” del Pd, intanto, continuano a beccarsi tra loro, ignari dei pericoli di un indebolimento cronico del proprio consenso, incapaci di convogliare su di sé l’elettorato dell’opposizione. Il buon “curato” di campagna che viene da Bettola, in provincia di Piacenza, Pierluigi Bersani, con alle spalle i suoi studi di filosofia e storia del cristianesimo, appare nella sua cristiana rassegnazione, appunto la vittima designata, il cappone natalizio sul quale puntare per imbandire la tavola dei tanti Renzi che ormai starnazzano  nel PD. Sarà come sarà, ma vale la pena ricordare che Bersani è stato eletto Segretario nazionale del suo partito in una consultazione libera e corretta, che ha coinvolto a fine ottobre 2009 oltre 3 milioni di cittadini, simpatizzanti del PD e non solo, che col 53% lo preferirono a Dario Franceschini, arrivato secondo col 34%.

In nessun altro partito italiano c’è stata o c’è una tale liturgia democratica. Per quanto possa piacere o meno, questa è democrazia e i numeri vanno rispettati, fino a nuova consultazione!Così come il popolo sovrano ha consegnato, grazie ad una “legge-truffa”, il governo a Berlusconi e al centrodestra, sarà una nuova consultazione elettorale (sperando che il Parlamento ormai “chiuso per ferie” riesca a modificare quella legge “porcata”) a poter ribaltare il consenso e riportare una maggioranza democratica e riformatrice al vertice del paese.

Ma nel frattempo, guardiamoci dai “rottamatori”, dai “veri democratici”, dai “vecchi-nuovi” leader che hanno già guidato il governo di centrosinistra, il Partito un tempo PDS-DS-PD e il resto del carrozzone ulivista: sono loro i polli-capponi del Renzi che continuano a beccarsi e a dare man forte a quanti, camuffati nei panni di censori e suggeritori, in realtà vorrebbero solo lo sgretolamento dell’unica forza riformista di opposizione, che si confronta con regole democratiche al proprio interno, che spesso sbaglia uomini e tattiche, ma che rappresenta pur sempre un grosso numero di parlamentari, di eletti nelle assemblee locali e di quadri politici ancora legati al territorio.

Il Renzi, se davvero vuole proseguire la sua carriera impersonando il “nuovo”, faccia una pubblica autocritica: un esponente politico di livello nazionale come lui è diventato, grazie soprattutto all’esposizione mediatica, ha il dovere di riconoscere quando sbaglia tempi e luoghi di fare politica, anche se lo scopo dichiarato sembrava essere il bene del Comune e dei cittadini di Firenze. Di polli da spennare in Italia ce ne sono quasi 60 milioni e tutti i giorni questo regime li sta selezionando per i tanti cenoni del Sultano di Arcore: ma anche i polli, a volte,  si ribellano e beccano le dita dei “sempliciotti” e degli ingordi.

Forse  bisognerebbe andarsi a rivedere ”La morte ha fatto l’uovo”, film giallo-anarchico di Giulio Questi del 1968, che sembra, alla luce di quanto sta accadendo oggi in Italia, profetico: con i potenti di turno che cercano di farsi le scarpe, fino alle estreme conseguenze, il dominio della pubblicità e dell’impatto mediatico sulla vita di tutti i giorni, l’uso degli OGM per incrementare i profitti, una società corrotta che si decompone e i “predestinati” polli che nel caos generale si “vendicano” fino alla morte degli umani che si trasformano in uova.

Piuttosto geneticamente modificate e indigeste, certo! Ma dai polli-capponi cosa ci si potrebbe aspettare di meglio?

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