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Articolo 21 - Editoriali
La crisi del TG1. Gruber e Sassoli si devono dimettere o restare a far il coro del governo?
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di Salamandra

So discute in questi giorni tra i corridoi del TG1, nella cittadella dellâ??informazione assediata di Saxa Rubra, se sia o meno opportuno che i conduttori più autorevoli, più professionali ed indipendenti debbano restare ancora al loro posto, contribuendo così a â??far passareâ? presso lâ??opinione pubblica  (una media di 8 milioni di telespettatori al giorno in prima serata) le informazione teleguidate dal governo di destra. In un editoriale sullâ??Unità, Cotroneo ha chiesto in pratica un atto di â??indisciplinaâ?, di tirarsi indietro dalla conduzione.
La redazione è molto preoccupata per i richiami ufficiali, anche scritti, che sono stati fatti contro la Gryber, â??reaâ? agli occhi della direzione berlusconiana del TG1 di aver modificato i cosiddetti â??lanciâ? dei servizi filmati. Lâ??aria è sempre più pesante e lâ??autonomia sempre meno garantita. Il caso della rimozione della vicedirettrice Tagliafico è ancora vivo e la ferita nel corpo esausto della redazione non si è per nulla rimarginata. Ma quella rimozione, voluta dal Direttore Mimun, già giovane rampollo craxiano, poi â??folgoratoâ? da Sua Emittenza Berlusca che lo volle con Mentana a fondare il TG5, e oggi il più fervido alfiere del â??verbo del Pinocchio di Arcoreâ?, sta lì a far intendere al resto della redazione che con i â??nuovi pretorianiâ? non si scherza: o con me o contro di me! E chi sgarra se ne può andare sui due piedi, senza tanti infingimenti.
Ci chiediamo allora, ma ha ancora senso restare a fare i lettori del giornale, anziché i giornalisti che danno voce e volto ai servizi di un TG1 sempre più prono e chino a Sua Emittenza?
Lâ??autonomia professionale, il senso etico della professione, si difendono anche con scelte coraggiose e univoche. Tirarsi indietro dalle conduzioni,da parte di quei colleghi che sono â??sotto osservazioneâ? perché non omologati al potere berlusconiano, oggi può significare una scelta di onestà, un servizio reso al pubblico che non intende più sentire notizie di regime in qualche modo però rese autorevoli proprio dai volti e dalle voci di conduttori storicamente liberi e indipendenti.
Non serve più ora aggirare questa scelta drastica con il ragionamento che altrimenti si farebbe â?? un piacere a Mimun, Cattaneo e allo stesso Berlusconiâ?.
No! Non è questa la strada da percorrere per riportare il TG1 e la stessa RAI a liberarsi dal cappio del regime illiberale mediatico che è stato stretto attorno al collo dellâ??informazione radiotelevisiva e che trova il suo boia legislativo nella controriforma Gasparri.
Opporsi alla deriva reazionaria nel mondo della comunicazione significa porre le basi per un domani più libero per tutto il paese.
I conduttori dei TG sono in qualche modo, volenti o meno, degli specchi di ciò che il potere politico vuole far sapere al paese. Hanno un impatto mediatico sulle coscienze enorme. Continuare in questo assurdo â??imbroglioâ? sarebbe, domani quando speriamo lâ??Italia si libererà dal giogo berlusconiano, incomprensibile per lâ??opinione pubblica.
Eâ?? adesso che vanno fate le scelte professionali coerenti con la propria storia. Molti di questi giornalisti sono professionalmente bravi e capaci di svolgere il proprio lavoro anche senza stare dietro alla scrivania di uno studio TV, rischiando di fare la figura di mezzobusti senza cervello proprio.
Alla vigilia di un â??Piano industrialeâ? che stravolgerà lâ??azienda dalle fondamenta, riportandola indietro al periodo più buio prima della riforma del 1974, spetta anche ai giornalisti, magari proprio ai più famosi, a quelli che fanno da vetrina, come i conduttori del TG1, ribellarsi democraticamente e creare uno strappo della tela di ragno dellâ??omologazione mediatica.
Se ci si lascia intimorire, se si pensa che togliendosi dalle conduzioni si rischia di lasciare spazio a conduttori ammaestrati, amici del governo, allora non si farà tanta strada.
Eâ?? come accusare una donna violentata dagli stupratori di averli provocati con il suo corpo e i suoi vestiti. Questa era la giustificazione, qualche vecchio cronista se lo ricorderà, che i giornali â??benpensantiâ? e i settori intellettuali della destra avanzarono anche durante il processo contro i neofascisti violentatori del Circeo. Erano gli anni Settanta e le donne, le femministe, ribaltarono quelle infondate insinuazioni.
Quanta acqua è passata sotto le pale del mulino del tempo! E ancora câ??è chi cerca di stare con un piede in due staffe!
Cari colleghi del TG1, se davvero avete a cuore le sorti dellâ??indipendenza dello storico TG1 che fu di Emilio Rossi,  Nuccio Fava, Demetrio Volcic, Albino Longhi, tornate ad alzare la testa, lasciate ad altri lâ??onere di portare le borse del regime, e fate sentire la vostra voce forte e chiara, senza compromessi. Tanto anche senza le indennità di conduzione si può vivere lo stesso fino alla fine del mese! Di sicuro la vostra coscienza sarà più leggera e libera e tutti noi staremo al vostro fianco fino alla fine della lotta.

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