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Articolo 21 - Editoriali
Proteggere il capo del governo dal monito sull??insostituibilità del Parlamento
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di Montesquieu

Che a proteggere il capo del governo dal monito sull??insostituibilità del Parlamento fossero le sue guardie del corpo politiche, nulla di strano e nulla di nuovo. E?? il loro incarico, lo fanno pressoché a tempo pieno, senza perdere un colpo: sovente con il rinforzo di qualche volontario. In questo caso il ministro per i rapporti con il parlamento; in passato, in occasione di un messaggio presidenziale in tema di difetto di pluralismo,  il ministro delle comunicazioni.
Stupisce, semmai, che a schivare le parole del Capo dello Stato, a non profittarne, a non mostrare gratitudine siano i presidenti delle camere.

 L??uno, quello di Montecitorio, ha preso per buona la versione della ??non notizia?, per giustificare il disinteresse della sua Camera. Una ??non notizia? che ha occupato per un paio di giorni le prime pagine dei giornali, e con la quale hanno aperto tutti i telegiornali. Anche quelli di famiglia, nell??uno e nell??altro caso. E non solo nazionali. Una ??non notizia? che ha scombussolato una conferenza stampa alla Casa Bianca, ad altro destinata, e prodotto un energico aggiustamento di tiro del Presidente Bush nei confronti del capo del nostro governo. Così come ha dovuto fare il premier inglese, dal quale erano in visita, ignari, il Capo dello Stato e il ministro degli esteri e  vicepresidente del consiglio. E?? difficile ricordare una notizia dirompente e con tante conseguenze quanto questa ??non notizia?. Del tutto impropriamente, si sono accostati a questo caso episodi di notizie date in passato in quella stessa trasmissione: ma è difficile pensare, ad esempio, che un uomo dello spessore istituzionale di Giuliano Amato potesse scegliere le Camere per comunicare un fatto tutto interno ad una coalizione come la scelta del candidato alle imminenti elezioni.

Per  il presidente del Senato, invece,  si fa politica dappertutto: Parlamento, scuola, televisione, famiglia. Organismi fungibili, sembrerebbe. Ed è un  peccato che il capo del governo non abbia scelto la famiglia, moglie e figli, per comunicare i suoi progetti. Questa sì, sarebbe stata una non notizia.
Dopodiché, sbrigata svogliatamente questa pratica, i vertici delle due Camere sono tornati ai loro argomenti preferiti, almeno in questo frangente. Quello di Montecitorio, a ricordare che il centrosinistra deve fare alcuni conti con la libertà e la democrazia; l??altro, discutendo della legittimità dell??astensione ai  referendum.  Argomenti appassionanti, entrambi: ma estranei, nella contingenza, alla competenza dei presidenti delle Camere, cui è precluso ?? secondo un??interpretazione ortodossa del ruolo ?? tutto ciò che è oggetto di dibattito e divisione tra schieramenti e partiti.
Non è la prima volta che il Quirinale si pone a supporto dei presidenti delle Camere.

A margine del rinvio della riforma dell??ordinamento della giustizia, era contenuto un richiamo alle Camere a legiferare secondo costituzione, dividendo i testi in articoli  da votarsi separatamente. Anche allora, dal Senato venne una reazione quasi infastidita, e una sostanziale legittimazione della pratica di aggrovigliare centinaia di commi in un solo articolo. Dalla Camera, una risposta gentile e comprensiva, ma finì lì. Quel testo è ancora in parlamento, pronto ad essere aggiustato, se i presidenti vorranno dare un seguito a quel richiamo contenuto nel messaggio.
In  realtà, la situazione istituzionale è influenzata dal venir meno di quello che negli ultimi dieci anni è stato chiamato il ??triangolo istituzionale?: Capo dello Stato e presidenti delle Camere a formare un??ossatura discutibile sul piano formale, assai utile per l??equilibrio complessivo dell??assetto istituzionale. Oggi un triangolo c??è ancora, ma al vertice c??è il capo del governo, ed è un triangolo segnato dai rapporti di forza e dalla gerarchia che esistono dentro la coalizione di maggioranza.
La conseguenza di questa novità è l??alterazione dei ruoli e dei rapporti tra i poteri: per cui i presidenti delle camere difendono il capo del governo dai rilievi del Capo dello Stato che difende il parlamento. Un contorto paradosso.

Questo succede nelle istituzioni alte, quelle che danno forma allo Stato. L??attenzione che si deve a questi fenomeni, non deve far passare sotto silenzio le alterazioni in piccoli gangli dell??intero sistema che compone l??ordinamento pubblico. C??è una piccola istituzione, da sempre meritoria, amata dagli italiani. E?? la Croce Rossa,  da qualche tempo  guidata da un commissario molto attivo . E pronto nello smentire lo stesso capo del governo, che aveva auspicato un coinvolgimento dei 150 mila volontari di quell??organismo per  la campagna elettorale. Oggi, il medesimo commissario annuncia di voler scendere in politica, e di voler formare un movimento di giovani nell??ambito della casa delle libertà. Il governo farebbe bene a sbrigarsi a nominare un nuovo commissario, meno attratto dalla politica, e l??opposizione a vigilare con attenzione.
Infine, un modo per testare, dall??inizio, i nuovi vertici delle autorità competenti in materia di conflitto di interessi. Semplicemente, chiedendo loro di operare perché sia data alla documentazione patrimoniale dei soggetti su cui sono chiamati a vigilare la stessa pubblicità, la stessa trasparenza che la legge prescrive per la situazione economica dei parlamentari, consultabile presso le Camere.

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