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Articolo 21 - Editoriali
Il caso del reintegro di Tiziana Ferrario è la dimostrazione che il vero problema è la direzione generale di questa Rai
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di Carlo Verna*

Troppi ponzipilati mentre la credibilità della Rai e' in agonia. I silenzi intorno sono il segno che la crisi del servizio pubblico e' la crisi della politica e della società italiana.Chiediamo aiuto per scuotere nel 2011 i Palazzi, a tutti coloro che hanno coscienza civile e radicato amore per i principi della nostra carta costituzionale.

La Rai di oggi e' sempre piu' un caso: le motivazioni del provvedimento che dispone la reintegra nella conduzione del Tg1 delle 20 e nelle funzioni di inviata sui grandi eventi di Tiziana Ferrario sono impietose verso la gestione Masi/Minzolini. Possibile che coi soldi dei cittadini si paghino fior di professionisti per umiliarli lasciandoli senza un incarico ? Possibile che ne' il consiglio di amministrazione, ne' la commissione parlamentare di vigilanza riescano ad imporre comportamenti  non  censurabili quando e' la magistratura ad effettuare il controllo di legalità ?

Non va dimenticato che una delle tre reti generaliste della Rai e' governata da un direttore che era stato giubilato dal cda su proposta del direttore generale. Ruffini rimesso al suo posto dai giudici prima della Ferrrario. Non vorrei che Angelo Panebianco sul Corriere della Sera inserisse anche noi tra i conservatori dello statu quo. Affermo allora con chiarezza che all' Usigrai non piace affatto che i destini di palinsesti e redazioni siano determinati dai tribunali e non dall'azienda. Ma un giudice a Berlino c'e' sempre e allora bisognerà chiedersi perche' interviene in maniera che qualcuno ritiene invasiva solo in Rai e non a Mediaset, a Sky o la 7.

Questo e' il punto dirimente della questione. Gli ordini perentori dei magistrati investiti dei casi  da Santoro in poi sono dovuti non alla semplice applicazione di norme che tutelano dal demansionamento ( art. 2103 cc ) , ma a fatti gravissimi che dovrebbero scuotere le coscienze: la discriminazione  palese di lavoratori professionisti per motivi politici. Non e' come dice Minzolini che dopo tanti anno sia giusto proporre volti nuovi. Quella e' la cortina di fumo intorno alla verità che il giuidice terzo afferma : " i provvedimenti che hanno riguardato la Ferrraio e che sono stati sopra esaminati soni stati adottati in contiguità temporale con la manifestazione,da parte della lavoratrice, del dissenso alla linea editoriale impressa al telgiornale dal nuovo direttore , con adesione da parte sua alla protesta sollevata dal cdr e diretta a far applicare nel telegiornale i principi di completezza e pluralismo nell'informazione..". Principi aggiungo che costituiscono l'elemento fondante del servizio pubblico e che permeano di loro il codice etico della Rai.

A qualcuno interessano queste argomentazioni o si devono contrapporre solo in maniera muscolare slogan di guelfi contro ghibellini ? Come novelli Diogene con la lanterna cercheremo l'uomo che voglia ragionare e non solo litigare , intanto vogliamo ricordare a tutti che nell'anno che se ne  va oltre a scioperare ( qualche modernista dirà : "vecchie superate forme di protesta " ) abbiamo con fantasia affermato una nuova forma di dissenso: un referendum nei confronti del Direttore generale Mauro Masi. Ebbene hanno votato 1438 giornalisti Rai, piu' del 94 % hanno espresso sfiducia verso il capo azienda. O qualcuno che voglia essere diverso da Ponzio Pilato prende una posizione o un diluvio di sentenze li seppellirà.

*segretario UsigRai

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