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Articolo 21 - Editoriali
Deportazioni, fosse comuni, nuove leggi razziali: giornalista tieni la schiena dritta!
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di Stefano Mencherini

Certo che c?? e?? voluto poco a ottenere la deriva dell??informazione italiana, a evidenziare che la  gran parte dei giornalisti nostrani e?? affetta da una grave malattia professionale, quella del ??non vedo non sento, non parlo e non scrivo?,  a tollerare censure e ricatti come se niente fosse.  Cosi?? si sfalda davvero la Costituzione, non tanto a causa  dei colpi d??accetta di un governo scellerato che saranno presto cancellati dal popolo italiano.
Ma sulla miopia e sulle paure di tanti colleghi (i voltagabbana e gli irriducibili li lasciamo nel loro brodo) forse e?? il caso di fare qualche sottolineatura, soprattutto quando in ballo ci sono  diritti umani e diritti civili. E a loro rivolgiamo l??ennesimo appello (lo abbiamo fatto anche il 23 marzo con Fnsi e Articolo 21, sulla base di un documento che vi invitiamo sempre a sottoscrivere alla pagina  www.peacelink.org/letteravescovi ).
A loro vanno gli interrogativi di questo breve e drammatico glossario della realta?? di un nuovo millennio che andrebbe raccontato per quello che e?? , nulla di piu??.
Deportazioni: come le chiamereste voi delle espulsioni di massa come quelle a cui  stiamo assistendo anche in questi giorni da Lampedusa, dove un ministro della Repubblica che si dice cattolico consegna uomini, donne e bambini a un paese, la Libia,  che li ??accoglie? come denuncia Fabrizio Gatti (recente inchiesta di copertina dell?? Espresso) senza neppure permettere all??Unhcr e al Nobel per la pace Medici senza frontiere di svolgere le proprie funzioni di garanzia e assistenza?
Nuovi campi di concentramento o Guantanamo italiane ovvero ??Centri di permanenza temporanea?: come definire dei ??non luoghi? dove da oltre due anni per volere del governo di Arcore si impedisce a tutta l??informazione di documentare le realta?? che sono sotto processo in mezza Italia  (Bologna, ??Regina pacis? Lecce, Lamezia?) per gravissime violazioni dei diritti civili, sevizie e torture, e che sacerdoti di base, politici onesti e giornalisti indipendenti hanno piu?? volte denunciato?
Fosse comuni: che parole trovare per descrivere delle grandi buche nel terreno (di cui per esempio e?? piena la Puglia) dove vengono sepolti sette, otto, fino a una trentina di immigrati per volta, quasi tutti senza nome, morti a causa dei naufragi che continuano a insanguinare i mari delle nostre vacanze?
Nuova legge razziale, la Bossi-Fini-Mantovano: che metafore utilizzare per descrivere una legge della Repubblica, piu?? volte bollata dalla Consulta come anticostituzionale, che equipara i migranti in fuga da guerre e carestie a bestiame da soma, li seleziona per razze attraverso i decreti attuativi, gli impone per quell??unica ??colpa? un soggiorno coatto di due mesi nei Cpt e se va bene li consegna a qualche dittatore col vestito nuovo?
Nuovo Minculpop: che dire per sintetizzare censure e comportamenti, ormai generalizzati,  di ministri e sottosegretari, parlamentari e lacche??, dipendenti dello Stato e cortigiani, che vietano a cio?? che rimane del giornalismo italiano di esercitare un diritto-dovere ma soprattutto ai cittadini di sapere e ai migrati di parlare? Come chiamare chi anche adesso, e chissa?? ancora per quanto, impedisce al popolo attraverso grandi e piccole televisioni di dare una sbirciatina a quanto denunciato gia?? due anni fa dal mio film-inchiesta ??Mare nostrum? reso anch??esso clandestino?
Il problema vero, ed e?? un grave vulnus per la democrazia e una grande umiliazione per chi nei valori del giornalismo e nella tutela della propria dignita?? ci crede davvero , e?? la mancanza di reazione da parte di chi fa questo mestiere. Non tutti, ovviamente, ma sempre troppi. Perche?? non e?? vero che il giornalismo come dice Giorgio Bocca in questo Paese sia morto del tutto. Piuttosto e?? morta la nostra capacita?? di reagire, l??osservanza ai precetti del Vangelo e di mille codici e leggi e carte deontologiche. Ma siamo sotto Pasqua. E non e?? detto che non si possa tentare anche noi, ma insieme, una doverosa e inaspettata resurrezione.

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