Clicca qui per il nuovo sito di Articolo 21 »
Ricerca con Google
Web articolo21.info
 
 
Articolo 21 - Editoriali
Il giorno della Memoria. Il dovere di ricordare, il diritto di sapere tutto sulla Shoah.
Condividi su Facebook Condividi su OKNOtizie Condividi su Del.icio.us.

di Gianni Rossi

“Se tu riesci a tornare a casa, grida al mondo quello che degli uomini sono stati capaci di fare ad altri uomini”. Sei milioni di ebrei, milioni di russi insieme a prigionieri politici, militari, rom e omosessuali: questo il calcolo gelido in cifre dell’Olocausto, dello sterminio scientificamente organizzato dal regime nazista di Hitler, durante la Seconda guerra mondiale, la “soluzione finale” che risuona ancora oggi a vergogna della bassezza degli esseri umani. Ecco, il messaggio di un ebreo internato di Auschwitz-Birkenau lasciato come testimone a chi poi riuscì a sopravvivere, parla di “uomini” e non di bestie. La malignità, la violenza estrema, l’offuscamento delle coscienze, il “credere, obbedire, combattere” non sono caratteristiche avulse dal genere umano: sono, purtroppo insite nei loro animi, nei loro processi psicologici più reconditi. Solo gli uomini sanno fare del male agli altri uomini, fino alla morte dei propri fratelli.

Non c’è una morale superiore in quei momenti, c’è il rigido rispetto di un’etica politica e sociale che tutto giustifica. Quando ci si accosta a sentire i ricordi di quei tragici anni da parte dei “sopravvissuti”, ti accorgi della loro profonda umanità: non hanno rancore verso i loro aguzzini, vogliono solo che giustizia sia fatta secondo le leggi degli umani, vogliono che tutti ricordino, perché il mondo non ricada in quegli anni di orrore. Forse esiste la banalità del male, ma è pur vero che milioni e milioni di persone in Germania e in Italia preferirono mettere all’ammasso il proprio cervello, la morale cristiana, i valori della politica liberale di allora, per consegnarsi anima e corpo a due dittatori, Hitler e Mussolini, che con le armi della propaganda di quei tempi (radio, cinema, carta stampata) riuscirono a condizionarli fino al sacrificio estremo, fino alla determinazione della vita di altri umani definiti, per legge, “esseri inferiori”. Abbiamo dunque il dovere di ricordare e il diritto ad essere informati sulla Shoah, per non perdere la memoria e per non ricadere in quelle tenebre, perché altrimenti non riusciremo a capire e a contrastare fenomeni di antidemocrazia che stanno dilagando in Europa dalla caduta del muro di Berlino ad oggi, dalla fine del regime totalitario sovietico.

Non ha vinto in questi 20 anni la democrazia, come noi l’abbiamo ereditata dai padri fondatori della nuova Europa, basata sui principi forti, etici, di chi aveva vissuto gli anni delle dittature, delle torture, delle guerre, degli assassini politici, degli stermini. No! Ha vinto una certa “rappresentazione mediatica” della democrazia: l’aspetto economico del sistema capitalistico, basato sul consumismo di massa, sull’omologazione delle culture, sulla creazione di paure ancestrali come la xenofobia (anticamera dell’antigiudaismo), sull’esaltazione delle localizzazioni come ritorno alle origini medievali di “ceppi” etnici. Ecco, oggi l’Europa e l’Italia si trovano di nuovo ad un bivio: crescere tutelando le diversità e ampliando i diritti, oppure esaltare le etnie, cancellare la memoria di quanto accadde solo 70 anni fa. E i nuovi governi nella parte occidentale dell’Europa, come in quella orientale, un tempo vassalla dell’impero sovietico, stanno scivolando verso questa deriva tragica.

L’allarme lanciato pochi giorni fa dall’organizzazione mondiale Human Rights Watch sull’aumento esponenziale delle violenze xenofobe, con in prima fila proprio l’Italia, deve farci riflettere. Abbiamo, grazie all’impegno fantastico di Furio Colombo ideatore e primo firmatario della proposta, una legge che ci fa celebrare da 10 anni questa tragica ricorrenza: per ricordare appunto. Ma non basta! Anche Colombo giorni fa ha chiesto di non “imbalsamare” il ricordo della Shoah nelle celebrazioni ufficiali del 27 gennaio. Occorre trovare modi e strumenti perché la Memoria venga alimentata in più occasioni durante tutto l’anno, che i giovani soprattutto non sentano questa ricorrenza come qualcosa di estraneo, di fuori dalle loro abitudini. Il ruolo dei media è quindi fondamentale, così come quello dell’uso di strumenti interattivi via WEB, digitali, oltre ai soliti strumenti di cui si dispone come film, programmi televisivi e radiofonici, pubblicazioni specialistiche, teatro, musica.

Così come le forze della “dissuasione e dell’oblio” cercano di banalizzare la memoria della Shoah, di riproporre le tesi negazioniste, di dare pari dignità a chi si oppose al nazifascismo o fu sterminato nelle camere a gas con coloro che invece, magari giovani e “incoscienti” cercarono alla fine di quei regimi di perpetrarne gli orrori; altrettanto dobbiamo sforzarci noi nell’usare tutti mezzi e le occasioni per ricordare e far ricordare. Solo così si difendono i valori della democrazia e si fanno vivere concretamente i dettami della nostra Costituzione. Solo così si riuscirà anche a contrastare la deriva autoritaria e negazionista che il regime berlusconiano ha impresso in questi 17 anni. L’antisemitismo alberga purtroppo sotto tante forme e il regime berlusconiano-leghista le sta praticando tutte. Dalle leggi contro gli immigrati, al fastidio di celebrare le ricorrenze legate alla Resistenza e alla Liberazione, al tentativo di dividere con il paravento del federalismo fiscale il paese in tre tronconi, uccidendo l’unitarietà plurisecolare dell’Italia e calpestando la storia di quanti morirono sia per il Risorgimento, sia per la riunificazione dei territori nella Prima guerra mondiale, sia per liberarla dal nazifascismo insieme agli Alleati.

Viviamo giorni, mesi, anni, ore di difficile convivenza, di incerto futuro e di obnubilamento delle menti. La vita pubblica di chi è al potere da 17 anni è intrisa di vizi privati che si riversano nelle pubbliche piazze mediatiche per aumentare i disagio morale e intellettuale che già ha distrutto le coscienze di gran parte della gente, dopo 25 anni di “lavaggio mediatico” dei cervelli. Sembra di vivere in un mondo alla George Orwell, il magnifico e profetico autore di 1984 (che invento la figura del “Grande fratello”!) e della fattoria degli animali, dove “tutti gli animali sono uguali, ma  alcuni sono più uguali degli altri” e si riferiva ai porci che comandavano.

Ecco, allora, perché ci stupiamo ancora quando riusciamo a vedere in Tv programmi stupendi, dedicati alla Memoria, come quello andato in onda il 26 gennaio su La7 , “Ausmerzen-Vite indegne di essere vissute”, condotto e interpretato per oltre due ore ininterrottamente dal fantastico Marco Paolini, inscenato presso l’ex Ospedale psichiatrico Paolo Pini di Milano, con Gard Lerner a condurre il dibattito post-teatrale. Tutto incentrato sulle prime terminazioni dei tedeschi, bambini, ragazzi, rom, in nome di un programma sull’Eugenetica, voluto direttamente da Hitler, che in pratica servì da apripista al programma scientifico di sterminio totale degli ebrei. Questo “teatro civile”, eroico, ti prende l’anima per quelle due ore facendoti ragionare, stimolando la memoria personale, creandoti gli anticorpi per combattere le “armi di distrazione di massa” che il regime autocratico di Berlusconi usa ogni giorno per mantenersi in vita.

Opera meritoria, dunque, quella di Paolini e Lerner, e della rete La7, così come un’altra opera di valore civile e culturale è la pubblicazione in quattro uscite, a cura di Repubblica e L’Espresso, del film documentario “Shoah” di Claude Lanzmann, realizzato nel 1985 e riproposta in 4 DVD (in vendita dal 26 gennaio insieme ai due giornali al prezzo di 9,90 euro), con la prefazione del grande musicista ebreo Moni Ovadia.

Da ultimo, va segnalata un’altra opera sulla Shoah, anche questa in DVD, realizzata sempre in Francia, a cura dell’Unione dei Deportati di Auschwitz di Parigi, dal titolo evocativo “Memoria di domani” (http://www.cercleshoah.org/spip.php?article67; http://www.enseignants.editions-hatier.fr/#/Ouvrages/4937892), con la presentazione di Simone Veil, anche lei ex-deportata ad Auschwitz, politica di lungo corso, già presidente del Parlamento europeo. Il costo del DVD è di 25 euro, dura 8 ore ed è totalmente interattivo. Contiene le testimonianze dirette di 20 sopravvissuti, che ricordano tutti i momenti della loro vita da internati, dall’arrivo, alle torture, alle depravazioni cui furono sottoposti, fino alla liberazione dei campi di Auschwitz-Birkenau. La funzionalità del DVD è che, grazie al digitale si può entrare quasi nella realtà di quel tempo con l’uso di filmati, foto e ricostruzioni, così da sentirsi catapultati in quel “girone infernale dantesco” che fu la vita nei campi di concentramento. Vale la pena, infine, ricordare che dal 1940 al ’45, in questi due campi polacchi furono deportate 1.300.000 persone, di cui 1.100.000 ebrei ( un milione furono uccisi); inoltre vi furono internati 100 mila prigionieri di guerra, in gran parte polacchi e sovietici, alcune migliaia di Rom, tutti morti come il milione di ebrei.

Nell’ottobre del 1944, nonostante la fame, le malattie, le torture, i lavori forzati e le camere a gas in funzione 24 ore su 24, un gruppo di internati riuscì persino a ribellarsi, perché non ancora sconfitti nella loro dignità di “esseri umani”. Da quel campo riuscì a salvarsi anche quel grande scrittore che fu Primo Levi che ha regalato all’umanità intera il primo resoconto della tragedia di un popolo con il libro “Se questo è un uomo” (Einaudi editore). Il suo messaggio è sempre attuale e ve lo riproponiamo come lui lo firmò nella Prefazione del suo capolavoro, sotto forma di poesia: 

“Voi che vivete sicuri

Nelle vostre tiepide case,

Voi che trovate tornando a sera

Il cibo caldo e visi amici:

Considerate se questo è un uomo

Che lavora nel fango

Che non conosce pace

Che lotta per mezzo pane

Che muore per un sì o per un no.

Considerate se questa è una donna,

Senza capelli e senza nome

Senza più forza di ricordare

Vuoti gli occhi e freddo il grembo

Come una rana d’inverno.Meditate che questo è stato:

Vi comando queste parole.

Scolpitele nel vostro cuore

Stando in casa andando per via,

Caricandovi alzandovi;

Ripetetele ai vostri figli.

O vi si sfaccia la casa,

La malattia vi impedisca,

I vostri nati torcano il viso da voi.”           
.  

Letto 2620 volte
Notizie Correlate
Audio/Video Correlati
Dalla rete di Articolo 21