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I "legami" di Libera: l’Antimafia in piazza a Milano
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di Santo Della Volpe

I "legami" di Libera: l’Antimafia in piazza a Milano

Ogni appuntamento della Primavera Antimafia che Libera organizza il 21 marzo di ogni anno diventa importante e speciale: ma quest’anno il luogo della “Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime delle mafie” è Milano e quindi la città dell’appuntamento è un simbolo del significato stesso dell’appuntamento. Perché le mafie controllano il territorio in alcune regioni del Sud Italia, comandano i traffici di cocaina e droghe varie da alcuni paesini dell’Aspromonte o della periferia di Palermo, ma investono i soldi nella Borsa delle principali città Europee, Milano per l’Italia, o in speculazioni edilizie e finanziarie nel cuore dell’economia del Nord industrializzato. E non solo: la rete di potere e terrore mafioso, le complicità mafioso-politiche si estendono ormai in molte regioni d’Italia, talora insospettabili, là dove, a parole si dice di respirare aria diversa, in realtà inquinata dalla logica di sopraffazione mafiosa, senza regole accettate e condivise. Basti pensare alle ecomafie che prendevano in Lombardia e Veneto i rifiuti tossici per seppellirli poi in Campania o gettarli ne mare della Calabria. Un legame politico- affaristico- mafioso che rende la criminalità organizzata problema di tutti, al Sud come al Nord Italia.
Milano si  prepara così ad accogliere il 20 marzo i familiari italiani e stranieri di vittime delle mafie:  la quindicesima edizione della “Giornata della Memoria e dell'Impegno in ricordo delle vittime delle mafie” promossa da Libera, associazioni, nomi e numeri contro le mafie e Avviso Pubblico in collaborazione con la Rai Segretariato Sociale e sotto l'Alto Patronato del Presidente della Repubblica. La Giornata della Memoria e dell’Impegno ricorda tutte le vittime innocenti delle mafie e rinnova in nome di quelle vittime il suo impegno di contrasto alla criminalità organizzata.  Libera per la XV edizione  ha scelto la Lombardia, ha scelto Milano. “Legami di legalita’, legami di responsabilita’ ” è lo slogan che accompagnerà questa giornata, durante la quale si incontreranno a Milano  circa  500  familiari (italiani e stranieri) delle vittime delle mafie in rappresentanza di un coordinamento di oltre 3000 familiari.
Saranno qui a  Milano,la città degli affari e della finanza, cuore economico d’Italia, ma anche città ricca di fermenti culturali e sociali. Una città e una terra dove le espressioni di impegno non sono mai mancate, sostenute da quella concretezza, tenacia e generosità che appartengono al “Dna” di molti lombardi e hanno alimentato testimonianze di coraggio e coscienza civile. Milano è la città in cui fu ucciso nel 1979 Giorgio Ambrosoli, avvocato esperto in liquidazioni coatte amministrative, che stava indagando sui movimenti del banchiere siciliano Michele Sindona. Milano è la città in cui il 27 luglio del 1993 ci fu una delle bombe che esprimevano l'attacco diretto allo Stato da parte della mafia: la strage di via Palestro, nei pressi del Padiglione di Arte Contemporanea. Ci furono cinque morti:  i vigili del fuoco Carlo Lacatena, Stefano Picerno e Sergio Pasotto e il vigile urbano Alessandro Ferrari, con loro Driss Moussafir, cittadino immigrato dal Marocco, venuto in Italia nella speranza di trovare lavoro e dignità. 

Ma a Milano anche perché  la Lombardia è la prima regione per segnalazione di operazioni sospette in tema di riciclaggio all’Ufficio Informazione Finanziaria e offre numerose e diversificate possibilità di reimpiego dei capitali accumulati illecitamente dalle cosche.
La Lombardia è la terza regione per numero di aziende confiscate alla criminalità organizzata con 165 aziende, di cui ben 116 si trovano a Milano ed è la quinta regione per numero di beni immobili confiscati con 665 beni immobili confiscati di cui ben 420 si trovano a  Milano e provincia. 
Milano sarà protagonista nei giorni del 19 marzo dove nel pomeriggio presso il Centro San Fedele  si svolgerà  l'incontro tra i familiari delle vittime delle mafie a seguire veglia ecumenica presso la Chiesa di San Fedele. Il 20 marzo appuntamento con il corteo con partenza da Porta Venezia per arrivare a Piazza Duomo passando per via Palestro. Sul palco di Piazza Duomo saranno letti gli oltre 900 nomi di vittime innocenti delle mafie, semplici cittadini, magistrati, giornalisti, appartenenti alle forze dell’ ordine, sacerdoti, imprenditori, sindacalisti, esponenti politici e amministratori locali morti per mano delle mafie solo perché, con rigore e coerenza, hanno compiuto il loro dovere.
Ma da questo terribile elenco mancano tantissime altre vittime, impossibili da conoscere e da contare. Perché i  traffici delle mafie fanno anche altre vittime: quelle dei morti sul lavoro, della tratta degli esseri umani, i tanti morti provocati dal traffico degli stupefacenti, le vittime del caporalato, dello sfruttamento della prostituzione, del traffico delle armi e quelle avvelenate e uccise dalla criminalità  dei rifiuti.
Alla manifestazione di Libera hanno aderito oltre 40 artisti della scena musicale italiana tra i quali Frankie Hi Nrg,Pierpaolo Capovilla del Teatro degli Orrori, Alessandro Benvenuti,Piotta, Vallanzaska, Nomadi, Enrico Capuano e tanti altri artisti .
E poi le scuole, i giovani, le migliaia e migliaia di persone che sanno indignarsi per la criminalità che inquina i rapporti tra le persone e per l’illegalità che si vuol far diventare modalità di vita.
Una giornata per dire che è la Costituzione il nostro punto di riferimento e che l’articolo 21 della nostra Carta Costituzionale, per la libertà di stampa e d’informazione, è  ancora oggi non solo da difendere ma da riaffermare, giorno dopo giorno. Per il diritto di informare e di fare buon giornalismo sempre ed ovunque, a Milano come a Palermo, a Torino come a Caserta, senza bisogno di avere una scorta per difendere la vita di giornalisti,come Rosaria Capacchione e Lirio Abbate; e per poter scrivere liberamente in tutte le zone infestate dalle mafie, nel nome di Pippo Fava e di Gancarlo Siani.
Per poter infine fare informazione senza chiedere il permesso ai poteri forti dell’economia e della politica o agli uomini delle mafie dei “colletti bianchi”, oggi più diffusa che mai.


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