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Articolo 21 - Editoriali
In ricordo di Sergio Garavini e dell'appello all'unità delle sinistre
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di Aldo Ferrara

Ricorrono in questi giorni i nove anni dellâ??Appello allâ??Unità della Sinistra che Sergio Garavini concepì qualche mese prima. Era appena caduto il Governo Berlusconi e Dini aveva preso il suo posto. Sergio Garavini,con una pattuglia di deputati di Rifondazione, di cui non era più Segretario, aveva preso le distanze dal partito e formalizzato il voto a favore del Governo Dini che rischiava di non passare. Scelta difficile, ricordate la Marida Bolognesi in lacrime?, ma giusta che pose Sergio in posizione difficile nel guado tra la sinistra rappresentata dal PDS, poi  divenuto DS, e RC. La teoria delle Due sinistre, una di interlocuzione parlamentare e lâ??altra più radicale aveva convinto Sergio della necessità di scrivere un Appello che firmammo in massa, fino a ritenere possibile uno spazio politico di interlocuzione tra le due sinistre e quasi fattibile lâ??operazione partito di cerniera che poi nel 1998 fu costituito, con ben altre premesse, da Cossutta nel PDCI.

    Quello spazio politico lâ??aveva voluto Garavini con la sua associazione â?? per la sinistraâ? che raggruppava compagni ed amici, in parte transfughi da RC ed in parte di nuova acquisizione, tutti accomunati dalla voglia quasi disperata di trovare â??un rifugio politicoâ? laddove si fosse riconosciuta la scelta diessina in controtendenza quasi revisionista e quella di RC esasperante nella tutela della posizione massimalista. Fu anche fondato un giornale, bimestrale,â?TITOLOâ? che non ebbe il successo sperato ma che ci portò allâ??attenzione comunque dei compagni e di coloro che non si riconoscevano più nei DS, nel Dâ??Alema della guerra in Kossovo, e nellâ??operazione Cossiga-Cossutta. Coloro che non avevano â??casa politicaâ? identificano in Sergio lâ??artefice o quanto meno il catalizzatore di un nuovo soggetto politico. Oggi nelle sue locandine il PDCI sta utilizzando quella formula â??per la sinistraâ? che era la formula nostra dei primi firmatari dellâ??appello.

    Ma Sergio, in quella fase, che precedette la sua scomparsa, non ci credeva più, e sperava nellâ??unità federativa a sinistra, non certo organica, una unità di intenti politici su obiettivi precisi. Egli scriveva così nel 2000, pochissimi giorni prima della morteâ?¦â?¦â? Se questo rapporto ( con RC) debba restare nel limite di una pura comunicazione e collaborazione, e spesso di una polemica fra insediamenti politici diversi anche in prospettiva, e realizzandosi, quando possibile, solo nell'ambito di specifici impegni e obbiettivi determinati. Oppure, se questa attuale diversità non è fissata come discriminante pregiudiziale, ma impegni e obiettivi comuni possono via via diventare una piattaforma organica, se si lavora per porre le basi reali di una comune autonomia di soggetto politico, di una sinistra alternativa reale, per produrre una nuova partecipazione nel paeseâ?¦â?¦â?
    In realtà anche nella stessa stesura dellâ??Appello, e nella sua fase di diffusione e distribuzione, man mano che i compagni firmavano, si faceva sempre vicina lâ??operazione â?? nuovo soggetto politicoâ? che Sergio scongiurò come antitetico -  aveva ragione-  alle motivazioni che ispiravano lâ??Appello. Ma si creava con quellâ??operazione uno spazio politico di interlocuzione e ripresa del dialogo con RC e con la componente cossuttiana che era venuto meno allâ??atto della caduta del Governo Prodi. Sergio in pratica riteneva quella transizione la migliore possibile per scongiurare lâ??arrivo delle destre, puntuale poi nel 2001, ed il dilagare del liberismo nella globalizzazione economica. E paventava una nuova forbice tra nuove ricchezze e nuove povertà che avrebbe portato lâ??Italia in caduta libera di sviluppo e nella fase degli investimenti.

    Sempre prima della morte, avvenuta nel settembre del 2000, Sergio scrisse â?¦.â? Dall'altro lato, una tale iniziativa può corrispondere ai problemi che avanzano senza trovare risposte nelle politiche tradizionali delle sinistre moderate: si pensi al carattere che deve assumere l'Europa; alle esigenze di soluzione per la pace e per la salvaguardia dei diritti dei popoli nelle situazioni di tensione acuite dalle guerre, dai Balcani all'Iraq; alle regole da imporre ai processi di globalizzazione; al riproporsi di temi ambientali di importanza fondamentale; al cadere di vecchi discorsi contro il Welfare e al ripresentarsi dell'efficacia ed efficienza delle strutture pubbliche sociali e culturali.Nello scontro con le destre può essere vincente proprio una linea di sinistra alternativa. Ma non si può sperare che avanzi una reale sinistra alternativa se nessuno si mette in discussione. Non devono essere proposti scioglimenti, ma non si deve usare questa ipotetica minaccia per rassegnarsi allo status quo organizzativo e politico.Non si vogliono immediate operazioni organizzative? Giusto, ma purché ciò non porti soltanto alla convalida degli attuali insediamenti di partito e di gruppo, di una scusa per eludere l'enorme problema del disfacimento del partito originato dal movimento operaio. Non sciogliersi, ma muoversiâ?¦.â?.
    Personalmente, ma non vedo chi possa obiettare, trovo queste parole profetiche, dettate da una visione intelligente non solo dellâ??esistente politico ma del suo prossimo futuro che purtroppo si è realizzato con profetica puntualità. Onore a Sergio Garavini, compagno e Maestro nella lotta sociale e politica â?? per la sinistraâ?.

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