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Articolo 21 - Editoriali
Dalla parte di Bruno e i superdisoccupati
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di Bruna Iacopino

"Siamo tutti superdisoccupati. Dateci ascolto. Mettiamo la faccia. Forse a qualcuno piace scommettere sulle nostre vite, ma da questo gioco terribile e cinico ne usciranno sconfitti." La estrapolo così, testuale, dal blog di Bruno il superdisoccupato che ormai da settimane insegue la casella di posta elettronica di redazione di Articolo21, seguito a ruota da un gruppo agguerrito di “cyberattivisti” che per dimostrargli solidarietà hanno deciso di cimentarsi con la campagna “ una mail per Bruno”. Risultato mail bombing anche per noi, tutte con lo stesso oggetto, e con testi variabili. Una delle ultime suona come uno spot pubblicitario: “Secondo me Bruno è un comunicatore nato ed un intenditore della crisi come pochi. Perchè non dare il microfono in mano a lui? Ascolti assicurati!”. Qualcun altro invece si limita a sollecitare solo un po’ di attenzione, anche due righe per far presente il caso. E il caso in questione è quello già raccontato nei giorni scorsi da Repubblica, quello di Bruno il Superdisoccupato: un ragazzo di 37 anni, da 3 anni senza uno straccio di lavoro e con tanti, troppi no, dietro le spalle. Una storia come tante, si direbbe… una storia emblematica però, perché “Bruno” ( che non si chiama realmente Bruno) ha deciso di metterci non solo la faccia, almeno metaforicamente parlando, (perché la sua foto invece, non appare da nessuna parte neanche all’interno del profilo Facebook), ma ci ha messo la sua vita tutta, le sofferenze, le difficoltà quotidiane di chi di punto in bianco si trova senza un lavoro, senza una famiglia, senza un tetto e un mezzo di trasporto, di chi, ancora, per mangiare è costretto ad andare alla mensa della Caritas…  mentre il mondo intorno continua a ripetere “non abbiamo bisogno di lei”.
Strano, potrebbe sussurrare qualcuno guardando il blog dove Bruno scrive come su un diario virtuale quasi quotidianamente… strano che una persona colta, istruita, con un sacco di interessi e una serie di capacità lavorative, non riesca a trovare un qualsiasi posto di lavoro, neanche in fabbrica…
E invece è la verità, quella che testimonia Bruno, ma anche la cerchia degli amici che gli si è stretta intorno, anche in maniera virtuale e che è cresciuta dopo la pubblicazione dell’articolo su Repubblica. Tantissimi messaggi di solidarietà e post, in cui c’è di tutto, dal consiglio pratico ai concreti atti di solidarietà, alle idee per “svoltare”…. Fino a far assurgere Bruno a vero simbolo di una battaglia che riguarda tutta una generazione.
E Bruno sembra aver accettato, almeno simbolicamente questo ruolo, modificando il nome del suo blog in Bruno e i superdisoccupati.
Sì, perché allo stato attuale siamo un po’ tutti, chi più chi meno, superdisoccupati… lo è chi non ha un lavoro, chi lavora ma non riesce ad arrivare alla fine del mese, chi si dibatte tra stage e tirocinii senza vedere il becco di un quattrino, chi passa da un contratto precario all’altro tutta una vita sognando di farsi una famiglia, chi fa doppio lavoro e una famiglia è come se non l’avesse, chi se ne va all’estero nella speranza di avere un futuro migliore, chi, pur di campare e continuare a vivere in questo paese sottostà ai ricatti peggiori…
Come si fa dunque a non stare con Bruno? E con i tanti Bruni sparsi in giro per l’Italia?
Proprio oggi altri “Bruni” sono partiti in carovana da Terni per venire fino a Roma e scongiurare il rischio che l’azienda, la Basell, per la quale lavorano da una vita, fallisca definitivamente e loro si ritrovino, magari a  50 anni senza alcuna prospettiva…
Siamo certi che in questo i media abbiano una  grande responsabilità: pur non potendo fornire soluzioni concrete, possono tuttavia stimolarle raccontando ( oltre alla crisi dei grossi comparti industriali) anche queste piccole storie, quotidiane, invisibili nella maggior parte dei casi, come quelle che in questi giorni si possono leggere anche sul blog di Bruno, che ci auguriamo possa diventare davvero la cassa di risonanza per tutti quelli che invece combattono in silenzio la propria battaglia per la sopravvivenza.

Vai la blog http://superdisoccupato.splinder.com/

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