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Articolo 21 - Editoriali
Tagli al FUS: l'indignazione di ANAC, CGIL, 100autori. Un motivo in più per scendere sabato in piazza
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di redazione

ANAC: politica suicida
L’ANAC  -  Associazione Nazionale Autori Cinematografici -  si unisce a tutto il mondo del cinema e della cultura per denunciare l’ennesimo colpo  assestato al Fondo Unico dello Spettacolo.

L’ANAC e tutte le forze più avvedute  e consapevoli del mondo della cultura  hanno ormai ben chiaro che l’azione di questo Governo – lungi dall’essere dettata da ragioni economiche - è unicamente orientata a colpire  tutti quei settori  della cultura, dell’informazione, dell’istruzione, dell’economia, delle istituzioni  che considera ostili ai loro interessi.   

Quest’ultimo atto  è parte di una politica suicida che sta portando alla rovina l’intero Paese.


Finanziaria: Fus; Cgil, governo disattende Costituzione, sabato in piazza
 “L’articolo 9 della Costituzione italiana afferma che la Repubblica promuove lo sviluppo della cultura, il governo invece con i tagli fa l’esatto contrario: deprime e colpisce la cultura italiana”. Lo afferma il segretario confederale della Cgil, Fulvio Fammoni.

 

“L’articolo 33, inoltre, - prosegue il sindacalista - afferma che l’arte è libera, ma non è così. Con i tagli, e con tanti altri interventi, si vuole rendere meno libera la cultura, dipendente e sotto continuo ricatto economico. Ecco perché la protesta di tutto il mondo dello spettacolo e della cultura è giusta e va sostenuta; ed ecco perché questo tema è, e sarà ancora di più, al centro - conclude Fammoni - delle manifestazioni di sabato 12 marzo a difesa della Costituzione italiana”.


100 autori: un motivo in più per scendere in piazza il 12 marzo
Apprendiamo ancora dalla stampa (l’unico impegno che il Governo ha preso e mantenuto è quello di azzerare completamente la concertazione e la comunicazione alle parti interessate, tutto tempo sprecato!) che ai già risicati fondi per lo spettacolo tutto, da ieri mancano altri 27 milioni di euro. E questo perché non si sa come andranno le vendite delle frequenze del digitale terrestre alle compagnie telefoniche. Oltre a considerare che proprio questo “passaggio” evidenzia come è proprio sui prodotti audiovisivi, sulla loro veicolazione, sulla loro attrattività per fare grandi affari che vengono messe in forze le risorse per produrre contenuti, oltre che adombrare l’ennesimo conflitto di interessi tra un governo che vede molti ministri impegnati a salvaguardare gli interessi di aziende impegnate nella multimedialità, vorremmo sommessamente chiedere di dirci, una volta per tutte, quanti soldi ci sono per il FUS quest’anno, e come si intende investirli.

Ma a chi chiedere? Ad un Ministro che per sua ammissione non vuole più occuparsi del Ministero per cui viene pagato dagli italiani? Al sottosegretario che improvvisamente si trova a fare il Ministro? Ad una struttura dell’Amministrazione che di fatto da sola e senza indirizzi di lungo termine regge le sorti di aziende, autori, lavoratori di uno dei settori strategici dell’economia italiana? Ci dicano per cortesia cos’altro questi tagli imporrà di chiudere.

Oltre a Cinecittà, si pensa di chiudere la Mostra di Venezia? O il Centro Sperimentale di Cinematografia? Da quando tutte queste prestigiose istituzioni dipendono unicamente dal FUS, in base ai conti che ci vengono presentati, sicuramente qualcos’altro deve saltare. Per favore diteci, in una sola volta, Cosa e Chi.

E’ anche per questo che 100autori sarà il 12 marzo in piazza a Roma e nelle altre città al “Costituzione Day”, per difendere, con la Costituzione, anche quell’articolo in cui si dice che “la Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica (art. 9).

 

 

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