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Articolo 21 - Editoriali
Il Papa e i manovratori ciechi di Viale Mazzini
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di Mario La Valle

Lo sapevo che se ne sarebbero vantati! Puntuale , allâ??indomani dei funerali del Papa , è arrivato lâ??autocompiacimento dei vertici della RAI per il contributo dato dallâ??azienda al grande successo televisivo della cerimonia funebre di Karol Woytila.

Ora , a parte che forse sarebbe stato bene , almeno per una volta , non sbandierare numeri , share, confronti fra reti ( ma di questo, forse, Viale Mazzini non ha colpa), andrebbe osservato che la positiva prova di organizzazione fornita dalla RAI  ( o meglio dei suoi tecnici e lavoratori )in questa occasione va fatta risalire a decisioni, progetti, accordi con i quali questo Consiglio di Amministrazione e questo Direttore Generale non hanno avuto nulla a che fare e che risalgono addirittura alle Direzioni Generali di Iseppi, Celli, Cappon che , per tempo e con lungimiranza avevano organizzato e predisposto ogni particolare del grande evento. Le capacità organizzative di questo vertice aziendale, del resto, sono quelle, indimenticabili, fornite in occasione dei recenti Campionati mondiali di Sci a Bormio  che hanno esposto la RAI ad una figuraccia non ancora cancellata nella memoria della organizzazioni televisive mondiali.

Ma quello che più stupisce è la mancanza di riflessione di questo vertice  sul significato più profondo della grande suggestione che il rito collettivo del funerale papale ha esercitato sulle masse di pellegrini e spettatori di tutto il mondo: e cioè il bisogno dellâ??umanità di ritrovarsi e di radunarsi attorno a va lori , simboli e sentimenti unificanti  e solidali ,oltre le distinzioni di classe, di reddito, di età, di sesso, di cultura, di professione, di nazionalità.

Ebbene , la televisione italiana , e da qualche anno anche il servizio pubblico ( quello gestito dalla destra ,in particolare ) agiscono esattamente in senso contrario a questa esigenza: isolando lâ??individuo consumatore nelle cellule delle sue caratteristiche di marketing, organizzandolo per abitudini di ascolto, per classi di età, per capacità di acquisto, per modelli di comportamento, entro un destino di consumatore solitario il cui orizzonte non va oltre lâ??organizzazione degli acquisti familiari .

La grande partecipazione e la condivisione profonda dei cittadini del mondo ai riti,alle convinzioni, alle speranze che si sono espressi sul sagrato di San Pietro  dimostrano invece che  la cultura, la storia , lâ??arte , quando diventano realtà vissuta , incontrano ,in ogni uomo la profonda aspirazione a sentirsi parte di un destino collettivo di miglioramento, di solidarietà, di bellezza, di conoscenza.

In questo senso è stridente e agghiacciante la carenza progettuale , creativa  e culturale che un messaggio â?? alto â?? come quello che per pochi giorni ha attraversato i nostri schermi televisivi ha messo in luce rispetto a quello che la stessa televisione ci propina nella sua quotidianità : quiz nozionistici , pettegolezzi , esibizioni di successo e di ricchezza, competizione esasperata, persino tentativi di rivisitazione della storia nazionale in senso regionale .

 Su questi temi , forse, dovrebbero riflettere , alla fine della loro esperienza in RAI , i professori che occupano ancora gli scranni del Consiglio di Amministrazione  . E poiché mi pare di sentire già qualcuno di essi rispondere sbandierando le fiction su Padre Pio, i profeti biblici, i fatti di storia nazionale, i grandi santi ( e anche lâ??intervista di Bonolis  a un assassino ) propongo  un calcolo: sommino insieme ,su base annua , gli spettatori de â??La vita in diretta â??, â??Affari tuoiâ? , â??Lâ??ereditàâ?? ecc. e quelli dei sette, otto sceneggiati â?? coltiâ?che pure sono stati prodotti e programmati. E riflettano sul confronto che ne risulterà!

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