Articolo 21 - Editoriali
ISPRA: I precari aderiscono a Il nostro tempo è adesso
di redazione
I precari dell’ISPRA (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) aderiscono alla giornata di mobilitazione nazionale dei lavoratori precari del 9 aprile, promossa dal comitato “Il nostro tempo è adesso – La vita non aspetta” e parteciperanno quindi alla manifestazione di Roma prevista per domani pomeriggio, durante la quale metteranno in scena dal vivo il loro cortometraggio “Non sparate alla ricerca”:
http://www.youtube.com/watch?v=BPLRIfalRhw
I lavoratori dell’Istituto condividono appieno i contenuti dell’appello che sta alla base della mobilitazione, in particolare dove parla di precari come una “grande risorsa” per il Paese, e altro non possono essere ricercatori e tecnici che lavorano per il più importante istituto pubblico italiano che si occupa di ambiente, e quando si aggiunge che “Non è più tempo solo di resistere, ma di passare all’azione”, come i precari dell’ISPRA hanno già fatto nel 2009, quando furono i primi ricercatori a salire su un tetto, quello della loro sede di via Casalotti 300, restandoci per 59 giorni e passandoci tutte le festività natalizie. Oggi, nell’Istituto ci sono ancora circa 250 precari, molti dei quali completamente “invisibili”, in quanto atipici, che lavorano fianco a fianco con i dipendenti, svolgendo le stesse attività ma senza gli stessi diritti e lo stesso trattamento economico, nonostante le molte promesse arrivate dal ministero vigilante, quello dell’Ambiente.
http://www.youtube.com/watch?v=BPLRIfalRhw
I lavoratori dell’Istituto condividono appieno i contenuti dell’appello che sta alla base della mobilitazione, in particolare dove parla di precari come una “grande risorsa” per il Paese, e altro non possono essere ricercatori e tecnici che lavorano per il più importante istituto pubblico italiano che si occupa di ambiente, e quando si aggiunge che “Non è più tempo solo di resistere, ma di passare all’azione”, come i precari dell’ISPRA hanno già fatto nel 2009, quando furono i primi ricercatori a salire su un tetto, quello della loro sede di via Casalotti 300, restandoci per 59 giorni e passandoci tutte le festività natalizie. Oggi, nell’Istituto ci sono ancora circa 250 precari, molti dei quali completamente “invisibili”, in quanto atipici, che lavorano fianco a fianco con i dipendenti, svolgendo le stesse attività ma senza gli stessi diritti e lo stesso trattamento economico, nonostante le molte promesse arrivate dal ministero vigilante, quello dell’Ambiente.
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