di Pino Finocchiaro*
Una pattuglia di venti deputati del Pdl, capitanati da Gabriella Carlucci, mette all'indice i testi scolastici di storia e propone una commissione di inchiesta. L'opposizione replica con un termine secco "revisionismo".
Ed è proprio alla revisione dei tomi su cui studiano migliaia di ragazzi che puntano Carlucci e compagni, si fa per dire, giacché quei temibili oggetti del desiderio di libertà intellettuale nasconderebbero "tentativi subdoli di indottrinamento" per "plagiare" le giovani generazioni "a fini elettorali" dando "una visione ufficiale della storia e dell'attualità asservita a una parte politica".
Ovviamente, la parte in questione è il centrosinistra, dove di comunisti ne albergano ormai ben pochi "contro la parte politica che ne è antagonista", ovvero il centrodestra. Di fronte a questa situazione definita "vergognosa", dai parlamentari del Pdl, il parlamento "non può far finta di non vedere" e per questo chiedono, attraverso una proposta di legge, l'istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta "sull'imparzialita' dei libri di testo scolastici".
"Può la scuola di Stato, quella che paghiamo con i nostri soldi, trasformarsi in una fabbrica di pensiero partigiano?" si chiedono i fedelissimi di Berlusconi. La "battaglia partigiana", secondo il firmatari, viene messa in atto "osannando l'attuale schieramento di sinistra" e "gettando fango sui loro avversari".
La Commissione d'inchiesta, secondo i supporter dell'on. Carlucci dovrebbe "Verificare quali sono i libri faziosi e dargli il tempo di adeguarsi prima di farli ritirare dal mercato" spiega Emerenzo Barbieri, capogruppo Pdl in commissione Cultura "mica mandarli al macero...". Insomma, il rogo dei libri communisti è solo rinviato. Il revisionismo, no.
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*Per Rainews24