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Articolo 21 - Editoriali
Verso il 25 aprile. Appello dell'ANPI
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di redazione

Riceviamo e di seguito pubblichiamo l'appello diramato dal Comitato nazionale dell'ANPI:

“Cari compagni, ora tocca a noi.
Andiamo a raggiungere gli altri tre gloriosi compagni caduti per la salvezza e la gloria d'Italia.
Voi sapete il compito che vi tocca. Io muoio, ma l'idea vivrà nel futuro, luminosa, grande e bella.
Siamo alla fine di tutti i mali. Questi giorni sono come gli ultimi giorni di vita di un grosso mostro
che vuol fare più vittime possibile.
Se vivrete, tocca a voi rifare questa povera Italia che è così bella, che ha un sole così caldo, le
mamme così buone e le ragazze così care.
La mia giovinezza è spezzata ma sono sicuro che servirà da esempio.
Sui nostri corpi si farà il grande faro della Libertà” .


Giordano Cavestro (“Mirko), 18 anni, studente di Parma, medaglia d’oro al valor militare, scrisse
questa lettera appena prima di essere fucilato dai nazifascisti il 4 maggio 1944.

Il 25 aprile ha il suo nome.
Il 25 aprile ha il nome di tutti quei meravigliosi ragazzi e ragazze che immolarono la loro breve vita,
senza alcuna esitazione, alla causa della liberazione del proprio Paese dalla tirannia nazifascista.
Il 25 aprile avremo i loro nomi nel cuore, nella coscienza, e li diffonderemo nelle piazze, ne faremo
una ragione di impegno, ancora, per il futuro di una democrazia che, come sappiamo, come
vediamo, non è data una volta per tutte, non vive di respiri propri, ma va irrobustita, vivificata,
giorno per giorno.
Il 25 aprile diremo il nome Giordano Cavestro a quei senatori della destra, che stanno
tentando, con una ignobile proposta di legge, di abrogare la XII disposizione transitoria
della Costituzione che vieta la riorganizzazione del partito fascista. Diremo NO!
E’ una vergogna, un oltraggio ai caduti per la libertà. AlI’Italia intera.
Il 25 aprile diremo che dalla Liberazione non si torna indietro.
Da tutte le piazze, vie, scuole, caserme, mostreremo ancora una volta, e questa volta di più, il volto
dell’Italia più bella e civile: quella che non dimentica.
L’Italia democratica e antifascista.

ANPI

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