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Articolo 21 - Editoriali
Minacce al ministro al posto dei manifesti
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di Gian Mario Sias

da Unione Sarda
 
 Â«10-100-1000 Nassiriya». «Pisanu come Calipari». «Vota il prossimo idiota». Messaggi chiari, accompagnati da quella stella a cinque punte comparsa l'ultima volta un paio di anni fa come simbolo degli Npc, i nuclei proletari per il comunismo. Lo spray nero, anziché quello rosso usato abitualmente, può far pensare a qualche scherzo di cattivo gusto, a una bravata di qualche ragazzino che non sapeva neanche bene cosa stava scrivendo. Spirito di emulazione, uno stupido gioco: ma gli inquirenti non scherzano per niente. La Digos e i carabinieri hanno preso molto sul serio quelle scritte minacciose e offensive, comparse di buon mattino sui pannelli elettorali sistemati qua e là in vista delle amministrative di inizio maggio. Non escludono che possa trattarsi di un altro avvertimento, l'ennesimo, da parte dei nemici dello Stato. Gli anarchici attaccano le istituzioni: il ministro dell'Interno Beppe Pisanu, le forze dell'ordine, i politici. La politica. Le loro intimidazioni colpiscono nel segno, perché non passano inosservate e creano un clima poco piacevole. Anche perché portano una firma che non appartiene a nessuno, non ufficialmente. Ieri le prime scritte sono comparse sui pannelli montati lungo la recinzione della scuola elementare di via Porcellana. Sono ancora immacolati, le facce di quelli da votare alle prossime elezioni per il Comune e per la Provincia di Sassari faranno la loro comparsa solo da oggi, domani al massimo. Ma nel frattempo quell'angolo di città in cui il traffico è sempre elevato, all'incrocio tra via Amendola e via Porcellana, è un posto buono per chi fa la campagna contro le elezioni e le istituzioni. Le scritte, che qualcuno fa sparire nel giro di poche ore, prendono di mira il rappresentante sassarese del governo Berlusconi. Minacciando Pisanu e offendendo la memoria dell'agente dei servizi segreti militari Nicola Calipari, morto mentre ridava la libertà alla giornalista del "Manifesto" Giuliana Sgrena. Un altro offende le forze militari, rievocando il massacro di Nassiriya, datato 12 novembre 2003 e auspicandone altri simili. Dieci, cento, mille. Uno è appena simpatico: boccia in malo modo la classe politica, sotto sotto invita a non perdere tempo, a non andare a votare, ma non offende e non minaccia nessuno. Gli altri sì, come quelli che più tardi compaiono in via Carlo Felice, su un'altra lastra predisposta per i manifesti elettorali. Proprio di fronte alla caserma Gonzaga. Parlano ancora di Nassiriya, ma hanno anche un altro obiettivo: «A fora sa Nato (fuori la Nato)». E stavolta, accanto alla stella a cinque punte, compare anche un simbolo con i quattro mori stilizzati. Un avvertimento o uno scherzo balordo, di pessimo gusto. Carabinieri e Digos indagano.
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