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Articolo 21 - Editoriali
Esposto Agcom
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di redazione

URGENTISSIMO



All’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni

Sede principale di Napoli
Centro Direzionale, Isola B5 - 80143 Napoli
Tel. 081/7507111
Fax 081/7507616

Fax Sede Roma 06/69644926

e p.c.

Al Comitato Regionale per le Comunicazioni della Lombardia

Via Lazzaroni, 3 - 20124 Milano

Tel 02 67482300 –

Fax 02/67482701-707


Esposto - denuncia


Oggetto: Sovraesposizione di Berlusconi nei TG nelle giornate di lunedi 9 e di martedi 10 maggio. Conseguenze della presenza davanti al Tribunale di Milano sulla campagna elettorale per le elezioni comunali di Milano. Violazione conseguente della par condicio tra i candidati sindaci a Milano e tra i capolista nella stessa città. Trasmissione nelle edizioni del pranzo del TG1, del TG5 e del TG la 7 di videomessaggi vietati. Mancato rispetto del pluralismo informativo relativamente a lunedì 9 maggio nelle edizioni di TG1 (ore 13, 30 e ore 20), TG2 (ore 13 e 20,30), TG5 (ore 13 e ore 20), Tg 4 (ore 11,30 e ore 18,55) e Tg la 7 (ore 13,30 e ore 20) Mancato riequilibrio nelle edizioni di martedì 10 maggio nei telegiornali nazionali TG5 (edizioni ore 8, 13 e 20) e TG la 7 (edizioni ore 8, 13 e 20,30). Violazione delle indicazioni dell’AGCOM. Violazione degli articoli 3 e 7 del decreto legislativo 31 luglio 2005, n. 177, e successive modificazioni, degli articoli 1 e 5 della legge 22 febbraio 2000, e successive modificazioni, e della delibera n. 80/11/CSP dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni.


DIRITTO


Visto che numerose disposizioni del Testo unico dei servizi di media audiovisivi e radiofonici di cui al decreto legislativo 31 luglio 2005, n. 177 così come modificato dal decreto legislativo n. 44 del 15 marzo 2010, tra cui significativamente gli articoli 3 e 7, richiamano l’importanza fondamentale della tutela del pluralismo informativo, il principio dell'obiettività, completezza, lealtà e imparzialità dell'informazione, così come assicurano l'apertura alle diverse opinioni e tendenze politiche, sociali, culturali e religiose;

Visto che gli articoli 1 e 5 della legge 22 febbraio 2000, n. 28, recante "Disposizioni per la parità di accesso ai mezzi di informazione durante le campagne elettorali e referendarie e per la comunicazione politica", come modificata dalla legge 6 novembre 2003, n. 313, disciplinano l'accesso ai mezzi di informazione per la comunicazione politica, al fine di garantire la parità di trattamento e l'imparzialità rispetto a tutti i soggetti politici, in generale e in particolare con riferimento ai programmi di informazione, ivi compresi i telegiornali;

Visto che all'art. 9 la già citata legge n. 28 del 2000, stabilisce che «dalla data di convocazione dei comizi elettorali e fino alla chiusura delle operazioni di voto è fatto divieto a tutte le amministrazioni pubbliche di svolgere attività di comunicazione ad eccezione di quelle effettuate in forma impersonale ed indispensabili per l'efficace assolvimento delle proprie funzioni»;

Visto che con la sentenza n. 155 del 24 aprile/7maggio 2002 la Corte Costituzionale ha affermato che «il diritto all’informazione, garantito dall’art. 21 della Costituzione, venga qualificato e caratterizzato, tra l’altro, sia dal pluralismo delle fonti cui attingere conoscenze e notizie – così da porre il cittadino in condizione di compiere le proprie valutazioni avendo presenti punti di vista e orientamenti culturali e politici differenti – sia dall’obiettività e dall’imparzialità dei dati forniti, sia infine dalla completezza, dalla correttezza e dalla continuità dell’attività di informazione erogata»;

Visto che ai sensi dell’articolo 2 della legge 22 febbraio 2000, n. 28 (e come interpretato dalla Corte costituzionale, sent. 155 del 2002 e dal TAR Lazio Sezione Terza Ter - ordinanze n. 01179 e 01180 dell’11 marzo e sentenze n. 11187 e n. 11188 del 13 maggio 2010), le emittenti devono assicurare a tutti i soggetti politici con imparzialità ed equità l’accesso all’informazione e alla comunicazione politica e che, ai sensi del comma 2:«S’ intende per comunicazione politica ai fini della presente legge la diffusione sui mezzi radiotelevisivi di programmi contenenti opinioni e valutazioni politiche. Alla comunicazione politica si applicano le disposizioni dei commi successivi. Esse non si applicano alla diffusione di notizie nei programmi di informazione»; Visto, infine, che l’articolo 11-quinquies della legge 22 febbraio 2000, n. 28 affida all’Autorità il potere di vigilanza rispetto alla parità di accesso ai mezzi di informazione durante le campagne elettorali e referendarie;

Visto che come indicato nella delibera n. 243/10/CSP, Criteri per la vigilanza sul rispetto del pluralismo politico e istituzionale nei telegiornali diffusi dalle reti televisive nazionali, «al fine di far conoscere le posizioni politiche espresse da tutti i soggetti politici e istituzionali e favorire la libera formazione delle opinioni, nella valutazione del rispetto del pluralismo politico e istituzionale nei telegiornali è opportuno attribuire peso prevalente al parametro costituito dal “tempo di parola”, ossia il tempo in cui il soggetto politico o istituzionale parla direttamente in voce, che costituisce l’indicatore più sintomatico del grado di pluralismo»;

Visto che la stessa Delibera n. 243/10/CSP all’articolo 1 stabilisce che l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni procede trimestralmente e d’ufficio alla valutazione del rispetto del pluralismo politico e istituzionale di ciascun telegiornale sottoposto a monitoraggio, sia sulla RAI che sulle reti private nei periodi non di campagna elettorale;

Visto che nella medesima delibera è stabilito che nei periodi elettorali il monitoraggio è effettuato con cadenza quindicinale nel periodo prima del deposito delle candidature e settimanale nel periodo successivo a tale deposito;

Visto il disposto dell’art.6 della delibera n. 80/11/CSP dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni e in particolare il comma 4 dello stesso art. 6 che stabilisce che: «i telegiornali devono rispettare, con la completezza dell’informazione, la pluralità dei punti di vista». In particolare, «I direttori, i conduttori, i giornalisti devono orientare la loro attività al rispetto dell’imparzialità, avendo come unico criterio quello di fornire ai cittadini il massimo di informazioni, verificate e fondate, con il massimo della chiarezza». Visto anche quanto disposto dai commi 5, 6 e 7 dello stesso art. 6;

Visto che nel considerato della Delibera n. 179/11/CSP, relativo all’ordine di riequilibrio impartito alla Rai-Radio Televisione Italiana in relazione al Tg1, così come nelle analoghe delibere 180/11/CSP e 181/11/CSP l’Autorità ha stabilito che: «verificherà l’osservanza del presente ordine attraverso il monitoraggio dei programmi, monitoraggio che nel corso della campagna elettorale per le elezioni amministrative fissate per i giorni 15 e 16 maggio 2011 sarà svolto con cadenza settimanale a partire dal 31 marzo 2011 data di indizione dei comizi elettorali, e in caso di inottemperanza adotterà i conseguenti provvedimenti previsti dalla legge»;

Visto l’art.7 della legge della legge 20 luglio 2004, n. 215 "Norme in materia di risoluzione dei conflitti di interessi" pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 193 del 18 agosto 2004 (Funzioni dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni in materia di conflitto di interessi) secondo il quale, 1 comma, L'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni accerta che le imprese che agiscono nei settori di cui all'articolo 2, comma 1, della legge 31 luglio 1997, n. 249, e che fanno capo al titolare di cariche di governo, al coniuge e ai parenti entro il secondo grado, ovvero sono sottoposte al controllo dei medesimi soggetti, ai sensi dell'articolo 7 della legge 10 ottobre 1990, n. 287, non pongano in essere comportamenti che, in violazione delle disposizioni di cui alla legge 6 agosto 1990, n. 223, alla legge 31 luglio 1997, n. 249, e alla legge 22 febbraio 2000, n. 28, forniscono un sostegno privilegiato al titolare di cariche di governo”.



FATTO


Considerato che l’Autorità con delibera n. 224/11/CONS ha significativamente rilevato la necessità che nella cronaca politica venga posta maggiore attenzione alla rappresentazione equilibrata di tutti i punti di vista, specialmente fra le opinioni delle forze politiche di maggioranza e quelle di opposizione, evitando che si determinino situazioni di vantaggio per determinate forze politiche o determinati competitori elettorali; ed ha altresì aggiunto significativamente che nel tempo di notizia vi è un’obiettiva sovraesposizione del Presidente del Consiglio, il quale è, oltretutto, direttamente parte nelle elezioni amministrative in quanto capolista a Milano;

Considerato che proprio in quella delibera l’Autorità ha richiamato tutti i telegiornali ad attenersi con particolare rigore ai principi di completezza, correttezza, obiettività, equità, imparzialità e parità di trattamento di tutte le liste e i soggetti concorrenti, fino alla fine della campagna elettorale, ed ha in particolare ricordato che non è consentito un uso di riprese televisive con presenza diretta, non giustificata, di membri del Governo o di esponenti politici;

Considerato che nella delibera di ieri, martedì 10 maggio, così come si apprende dal comunicato stampa ufficiale, l’Autorità ha preso atto dell’esistenza di uno squilibrio nel pluralismo informativo da parte dei telegiornali nazionali e ha impartito «un preciso ordine di immediato riequilibrio nel senso che tutte le edizioni dei telegiornali, comprese quelle principali, nelle ultime tre giornate di campagna elettorale (11, 12 e 13 maggio) devono realizzare il completo equilibrio tra le forze politiche di maggioranza e quelle di opposizione, sia nel tempo di parola che in quello di notizia, recuperando gli squilibri verificatisi nelle settimane precedenti»;

Considerato che dal comunicato stampa relativo alla presa di posizione dell’Autorità di ieri si apprende che l’Autorità ha richiamato anche al rispetto dell’articolo 1 della legge n. 515 del 1993 dal momento che per ciascun candidato: «qualunque sia il ruolo istituzionale rivestito, non può essere dedicato un uso ingiustificato di riprese con presenza diretta e che, fino alla chiusura delle operazioni di voto, la loro presenza è ammessa solo nelle trasmissioni informative ricondotte sotto testata giornalistica. Il tempo dedicato agli esponenti del Governo deve essere riferito solo alla loro funzione governativa nella misura strettamente indispensabile per assicurare la completezza e l’imparzialità dell’informazione. Ciò vale, in particolare, per il Presidente del Consiglio, il quale è anche capolista nelle elezioni comunali a Milano»;

Considerato che nella giornata di lunedì 9 gennaio, a Milano per la partecipazione al processo Mills il Presidente del Consiglio,on. Silvio Berlusconi, che come è noto riveste anche la qualifica di capolista per il PDL nelle elezioni comunali a Milano, ha rilasciato numerose dichiarazioni sui temi della giustizia e su altri temi decisamente influenti sulle problematiche della campagna elettorali (come è stato tra l’altro ampiamente dimostrato da tutta la controversa vicenda dei manifesti sui magistrati a Milano ripetutamente ripresa e contraddetta); considerato altresì che le suddette dichiarazioni hanno avuto grande rilievo in tutte le edizioni dei telegiornali nazionali e in particolare nelle edizioni di Tg1 (ore 13,30 e ore 20), Tg2 (ore 13 e ore 20,30), Tg5 (ore 13 e ore 20), Tg4 (ore 11,30 e ore 18,55) e Tg La 7 (ore 13,30 e ore 20);

Considerato che nei telegiornali predetti il detto squilibrio è stato molto marcato rispetto ai leader politici competitori a livello nazionale, in particolare nelle seguenti edizioni e in riferimento al tempo di parola: Tg1 (ore 13,30 e ore 20) Berlusconi (53 secondi), Bersani (36 sec.), Casini (0 sec.), Di Pietro (3 sec.), Fini (26 sec.), Rutelli (0 sec.), Vendola (0 sec.); Tg2 (ore 13,00 e ore 20,30) tempo di parola Berlusconi (49 sec.), Bersani (20 sec.), Casini (13 sec.), Di Pietro (0 sec.), Fini (6 sec.), Rutelli (10 sec.), Vendola (0 sec.); Tg5 (ore 13 e ore 20) Berlusconi (102 secondi), Bersani (23 sec.), Casini (19 sec.), Di Pietro (0 sec.), Fini (14 sec.), Rutelli (0 sec.), Vendola (0 sec.); Tg4 (ore 11,30 e ore 18,55) Berlusconi 45 secondi, tutti gli altri leader 0 secondi; Tg la7 (ore 13,30 e ore 20) Berlusconi (34 sec.), Bersani (31 sec.) tutti gli altri leader 0 secondi di parola;

Considerato che nella occasione predetta e in particolare in quelle di lunedì 9 nessun cenno è stato fatto degli altri principali candidati ed in particolare e ai candidati sindaco Giuliano Pisapia, Manfredi Palmeri, e in particolare ai candidati capilista Stefano Boeri e Pasquale Salvatore, rispettivamente per il PD e l’UDC a Milano di Palmeri e di Pisapia e naturalmente nessun rilievo ai loro loghi elettorali, determinando anche per questa via e per queste tecniche un palese squilibrio;

Considerato altresì che detta presenza non parrebbe essere stata esplicitamente considerata nella delibera dell’Autorità pronunciata nella giornata di ieri, martedì 10 maggio, anche alla luce del fatto che nell’esposto/denuncia inviato all’Autorità in data 9 maggio da parte dei sottoscrittori i dati relativi alla medesima giornata di lunedì non erano stati presi in considerazione;

Considerato inoltre che l’On. Silvio Berlusconi continua sapientemente e maliziosamente a confondere il suo ruolo di Presidente del Consiglio con quello di leader politico nazionale e a Milano con quello, contemporaneo di capolista del PDL nella medesima città; considerato che l’Autorità ha per due volte raccomandato che le esternazioni da Presidente del Consiglio, rispondenti ad esigenze di informazione, in questi giorni finali della campagna elettorale siano confinate nei luoghi istituzionali appropriati e siano mantenute nelle proporzioni essenziali richieste dalla stessa autorità di posizione dell’Autorità (si veda in particolare la Delibera 224/11/CONS);

Considerato che nella successiva giornata di martedì 10 gennaio nelle edizioni delle 13 e delle 13 e 30 di TG1, TG5 e TG la7, prima che l’Autorità si pronunciasse, ma comunque in violazione di una precisa e precedente determinazione dell’Autorità in materia di videomessaggi, del giorno 12 aprile 2011 ( lett. f) della circolare suddetta secondo la quale “Nel corso della campagne elettorali non possono essere trasmessi videomessaggi all’interno dei telegiornali e dei programmi di informazione, al fine di evitare confusione ontologica con i messaggi politici autogestiti così come disciplinati dalla legge n. 28 del 2000 e dai relativi regolamenti attuativi”;) hanno mandato in onda videomessaggi del Presidente del Consiglio, ampiamente corredati di bandiere e di loghi elettorali, con caratteristiche molto simili a dei messaggi autogestiti, tratti dalla rete Youtube; in particolare la durata della trasmissione del video-messaggio nel caso del Tg1 (ore 13,30) è stata di 20 secondi (tempo di parola), e 26 secondi (tempo di notizia); nel caso del Tg5 ore 13 il tempo dedicato al videomessaggio (annunciato peraltro anche nei titoli) è stato di 54 secondi (tempo di parola) e 18 secondi (tempo di notizia); nel caso del Tg la7 ore 13,30 il tempo dedicato al videomessaggio è stato di 54 secondi (tempo di parola) e 56 secondi (tempo di notizia);

Considerato che, relativamente alla giornata del 10 maggio, il Presidente del Consiglio ha occupato buona parte dei tempi della politica sui TG prima con i richiamati videomessaggi vietati e nelle edizioni serali attraverso l’ampia cronaca relativa alla sua partecipazione ad un comizio elettorale a Crotone. I Tg che hanno dato secondo i nostri riscontri un grande rilievo alle notizie del Premier sono i seguenti: Tg1, Tg2, Tg5, Tg4 e Tgla7 con questo spazio di presenza ivi comprese quelle mattutine (rispettivamente ore 8, ore 10, ore 8 e ore 7,30, il Tg4 non ha edizioni mattutine), si noterà come l’On. Berlusconi abbia potuto usufruire di un tempo di parola complessivo pari a 333 secondi (ovvero 3 minuti e 33 secondi) a fronte di un tempo di parola così distribuito tra i leader dell’opposizione: Bersani (143 secondi), Casini (46 secondi), Di Pietro (16 secondi), Fini (38 secondi), Rutelli (9 secondi), Vendola (18 secondi); In particolare il tempo di parola è stato così distribuito nella giornata del 10 maggio: Tg1 (ore 8, 13,30 e 20) Berlusconi (57 secondi), Bersani (47 sec.), Casini (0 sec.), Di Pietro (16 sec.), Fini (0 sec.), Rutelli (9 sec.), Vendola (0 sec.); Tg2 (ore 10, 13 e 20,30) Berlusconi (29 sec.), Bersani (35 sec.), Casini (0 sec.), Di Pietro (0 sec.), Fini (0 sec.), Rutelli (0 sec.), Vendola (0 sec.); Tg5 (ore 8, 13 e 20) Berlusconi (114 sec.), Bersani (33 sec.), Casini (36 sec.), Di Pietro (0 sec.), Fini (15 sec.), Rutelli (0 sec.), Vendola (0 sec.); Tg4 (ore 11,30 e ore 18,55) Berlusconi (32 secondi), Bersani (28 sec.), Casini (10 sec.), Di Pietro (0 sec.), Fini (0 sec.), Rutelli (0 sec.), Vendola (18 sec.); Tg la7 (ore 8, 13 e 20) Berlusconi (91 secondi), Bersani (0 sec.), Casini (0 sec.), Di Pietro (0 sec.), Fini (10 sec.), Rutelli (0 sec.), Vendola (0 sec.).

Considerato che sempre nella giornata di martedì 10 maggio i dati confermano uno squilibrio e comunque un mancato riequilibrio, soprattutto sei si guarda ai telegiornali della sera e questo nonostante sin dal pomeriggio sia stata data comunicazione della presa di posizione dell’AGCOM. In particolare le edizioni della sera di Tg1 (ore 20), Tg2 (ore 20,30), Tg5 (ore 20), Tg4 (ore 19) e Tg la7 (ore 20) hanno così distribuito il tempo di parola complessivo tra i leader: Berlusconi (186 secondi), Bersani (124 secondi), Casini (22 secondi), Di Pietro (10 secondi), Fini (27 secondi), Rutelli (9 secondi), Vendola (0 secondi); si può notare da questi dati che se c’è stato un riavvicinamento dei tempi di Bersani rispetto a quelli di Berlusconi (anche se le tecniche dei servizi appaiano ancora profondamente differenziate ed anche questo configura squilibrio). Resta comunque ancora un forte squilibrio rispetto agli altri leaders dell’opposizione.

Considerato, in particolare, che il tempo di parola è stato così distribuito dai Tg delle edizioni serali nella giornata del 10 maggio: Tg1 (ore 20) Berlusconi (37 secondi), Bersani (47 sec.), Casini (0 sec.), Di Pietro (10 sec.), Fini (0 sec.), Rutelli (9 sec.), Vendola (0 sec.); Tg2 (ore 20,30) tempo di parola Berlusconi (29 sec.), Bersani (35 sec.), Casini (0 sec.), Di Pietro (0 sec.), Fini (10 sec.), Rutelli (0 sec.), Vendola (0 sec.); Tg5 (ore 20) Berlusconi (53 sec.), Bersani (28 sec.), Casini (17 sec.), Di Pietro (0 sec.), Fini (15 sec.), Rutelli (0 sec.), Vendola (0 sec.); Tg4 (ore 19) Berlusconi (30 secondi), Bersani (14 sec.), Casini (5 sec.), Di Pietro (0 sec.), Fini (0 sec.), Rutelli (0 sec.), Vendola (0 sec.); Tg la7 (ore 20) Berlusconi (37 secondi), Bersani (36 sec.), Casini (0 sec.), Di Pietro (0 sec.), Fini (0 sec.), Rutelli (0 sec.), Vendola (0 sec.).

Considerato che, il tempo di notizia nella giornata del 10 maggio è stato così distribuito: Tg1 (ore 20) Berlusconi (58 secondi), Bersani (40 sec.), Casini (11 sec.), Di Pietro (0 sec.), Fini (0 sec.), Rutelli (0 sec.), Vendola (0 sec.); Tg2 (ore 20,30) Berlusconi (107 sec.), Bersani (48 sec.), Casini (0 sec.), Di Pietro (0 sec.), Fini (0 sec.), Rutelli (0 sec.), Vendola (0 sec.); Tg5 (ore 20) Berlusconi (52 sec.), Bersani (7 sec.), Casini (13 sec.), Di Pietro (0 sec.), Fini (19 sec.), Rutelli (0 sec.), Vendola (0 sec.); Tg4 (ore 19) Berlusconi (19 secondi), Bersani (13 sec.), Casini (9 sec.), Di Pietro (2 sec.), Fini (0 sec.), Rutelli (0 sec.), Vendola (1 sec.); Tg la7 (ore 20) Berlusconi (371 secondi), Bersani (0 sec.), Casini (3 sec.), Di Pietro (26 sec.), Fini (50 sec.), Rutelli (0 sec.), Vendola (0 sec.).

Considerato che come si ricava dai TG della sera persiste una struttura squilibrata dell’informazione televisiva, non solo per i tempi dei quali abbiamo già fatto cenno, ma anche per la precisa disparità di tipo tecnico editoriale, dal momento che i servizi relativi al Presidente del Consiglio appaiono non solo molto più ampi, della durata di almeno un minuto e mezzo, ma appaiono inseriti in una cornice molto gradevole per la campagna elettorale, in una cornice di folla, con abbondante esibizione dei simboli dei vari candidati, con espressioni dal vivo,che si accompagnano ad ampie sintesi dei giornalisti commmentatori, mentre le interviste, in genere brevi o molto brevi, degli altri leader dell’opposizione appaiono inserite in un pastone di scarsissima leggibilità e spesso realizzate nel retro palco, senza una cornice di pubblico neppure lontanamente comparabili con quelle del Presidente del Consiglio;

Considerato che, come sopra si ricordava, per il rilievo dato dai telegiornali nazionali alcuni dei sottoscritti hanno già presentato in data 9 maggio 2011 un esposto all’AGCOM per i profili e per i provvedimenti di sua competenza;

Considerato infine che il Presidente del Consiglio potrebbe utilizzare altre occasioni di presenza milanese per strumentalizzarle in funzione della campagna elettorale e che questa possibilità è tutt’altro che teorica in relazione ai festeggiamenti per lo scudetto che verranno effettuati, prima o dopo la partita con il Cagliari a San Siro, nella giornata di sabato 14 maggio, giornata di silenzio preelettorale;

Considerato che di fronte ad una simile tecnica di trasmissione che viola palesemente le disposizioni di legge e della stessa autorità in materia di comunicazione e di informazione politica durante la campagna elettorale e il danno riportato dagli altri candidati risulta enorme, data anche la prossimità dal voto;

I sottoscritti Roberto Zaccaria, Roberto Rao, Antonio Di Pietro, Benedetto Della Vedova, Bruno Tabacci, Flavia Perina, Leoluca Orlando, Gennaro Migliore, Giuseppe Giulietti, Carlo Rognoni, Antonio Falomi, nel presentare, per le considerazioni di fatto sopra esposte, il presente esposto-denuncia che mette in luce in alcune delle giornate nevralgiche della campagna elettorale l’enorme presenza televisiva del Presidente del Consiglio, Capolista del PDL a Milano, in grado di determinare in sé stessa considerata, un enorme squilibrio sia sulla campagna televisiva nazionale per le elezioni amministrative sia per quelle, pur di rilievo nazionale che si svolgono a Milano


RICHIEDONO ALL’AUTORITA’


Innanzitutto di pronunciarsi, anche nell’esercizio dei poteri d’ufficio ad essa riconosciuti dalla legge, allo scopo di valutare il fondamento dei fatti denunciati nella premessa di fatto, e in particolare di quelli risultanti nelle giornate del 9 maggio nell’edizioni del di TG1 (ore 13, 30 e ore 20), TG2 (ore 13 e 20,30), TG5 (ore 13 e ore 20), Tg 4 (ore 11,30 e ore 18,55) e Tg la 7 (ore 13,30 e ore 20) ed eventualmente in altri telegiornali dalla stessa Autorità verificati per le stesse giornate e la compatibilità tra i principi di parità di trattamento e imparzialità cui debbono ispirarsi i telegiornali nel periodo della campagna elettorale;


Di valutare la conformità di questa presenza straordinaria e reiterata del Presidente del Consiglio nelle trasmissioni dei telegiornali indicati e in quante altre l’Autorità, nell’esercizio dei suoi poteri di ufficio, potrà accertare, rispetto alle regole sopra richiamate e rispetto ai richiami ed ai moniti specifici già formulati dalla stessa contenuti nelle delibere della stessa Autorità;


Di valutare la presenza straordinaria del Presidente del Consiglio sia con riferimento ai tempi di parola, sia con riferimento ai tempi di notizia, visto che questi ultimi caratterizzano soprattutto la presenza del Premier, mentre gli altri esponenti politici spesso sono intervistati all’interno di pastoni di notizie politiche e non godono pertanto di questa doppia attenzione da parte dei TG;


Di valutare in questo periodo la presenza che il Presidente del Consiglio accumula come esponente politico e come soggetto istituzionale dal momento che la distinzione operata dai rilevatori è spesso molto opinabile, dato che le notizie di rispettiva pertinenza vengono spesso mescolate all’interno dello stesso messaggio ed il peso di entrambe queste comunicazioni finiscono con il pesare insieme in particolare per quanto riguarda la campagna elettorale di Milano nella quale l’on. Berlusconi compare quale capolista del Popolo della Libertà;


Di valutare infine se e in che misura la posizione soggettiva dell'On. Berlusconi, che riunisce la triplice qualità di Presidente del Consiglio, di leader nazionale del PDL, e di capolista dello stesso partito a Milano in quanto amplificata dai telegiornali in una delle tre vesti sopra citate sia compatibile con i più volte richiamati principi in materia di par condicio durante la campagna elettorale in generale ed in particolare a Milano;

 

Di valutare la violazione della circolare Agcom del 12 aprile sul video messaggio in considerazione di quanto denunciato sopra, con particolare riferimento al Tg1 (ore 13,30), Tg5 (ore 13) e Tg la 7 (ore 13,30) in considerazione della diffusione del video messaggio di Berlusconi, fatto per cui non può essere ristabilito alcun riequilibrio;


Di tener conto nella nuova forma di controllo giornaliero che da ieri risulta adottato degli squilibri che via via vengono in evidenza e di valutare con effetto immediato i provvedimenti di riequilibrio o le sanzioni di intensità progressivamente crescente da adottare in considerazione che gli ultimi giorni della campagna elettorale si presentano come i più delicati;

Di ordinare, ove i dati evidenziati e gli altri che la stessa potrà direttamente accertare, dimostrino un effettivo e grave squilibrio sia nelle presenze nazionali che in quelle relative alla competizione di Milano, un immediato ripristino delle condizioni di parità di trattamento in tutti i telegiornali nazionali che abbiano violato il principio di par condicio nei confronti degli gli altri candidati sindaci Giuliano Pisapia e Manfredi Palmeri completamente ed ingiustamente esclusi da un'informazione così importante e così vistosa almeno nei telegiornali nazionali di cui sopra;

In relazione alle giornate di 10 maggio attivare nei confronti della Società R.T.I. Reti Televisive Italiane s.p.a. (emittente radiotelevisiva in ambito nazionale Canale Cinque e Rete quattro) relativamente a Tg5 (edizione ore 8, 13 e 20) e alla Società Telecom Italia Broadcasting relativamente al Tg la 7 (ore 8, 13 e 20), le procedure sanzionatorie, anche in via d’urgenza, previste dall’articolo 11-quinquies della legge 22 febbraio 2000, n. 28 e di cui all’articolo 24 della delibera n. 80/11/CSP;


Valutare con particolare attenzione la rappresentazione televisiva della festa dello scudetto del Milan che si svolgerà con ogni probabilità a Milano prima o dopo la partita con il Cagliari a San Siro nella giornata di sabato 14 maggio, giornata di silenzio preelettorale. Considerato che il Presidente del Consiglio, che riveste anche il ruolo di presidente di quella società potrebbe partecipare a quei festeggiamenti valutare in che misura la rappresentazione televisiva di quelle scene potrebbe determinare uno squilibrio rispetto agli altri candidati al consiglio comunale di Milano;

Valutare infine con riferimento alla sovraesposizione del Premier realizzata grazie ai servizi televisivi denunciati nel presente esposto o direttamente riscontrabili da parte dell’AGCOM da parte di TG4, TG5 e Studio Aperto, appartenenti al gruppo Mediaset in ordine al quale il Presidente del Consiglio stesso vanta direttamente o indirettamente rilevanti posizioni di partecipazione o di controllo, se non si configurino gli estremi del sostegno privilegiato previsto e disciplinato dall’art. 7 della legge della legge n. 215 del 204, sopra richiamata.



Roberto Zaccaria,

Roberto Rao,

Antonio Di Pietro,

Benedetto Della Vedova,

Bruno Tabacci ,

Flavia Perina,

Leoluca Orlando,

Gennaro Migliore,

Giuseppe Giulietti,

Carlo Rognoni,

Antonio Falomi



Roma, 11 maggio 2011



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