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Articolo 21 - Editoriali
Intervista a Luciano Violante: «Subito alle urne per il bene dellâ??Italia»
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di Simone Collini

«Si è aperta una transizione verso il buio. Se non riesce a governare il premier si dimetta»

da L'Unità

ROMA «Si è aperta una transizione verso il buio. La coalizione vincitrice nel 2001 non câ??è più. Ma non si sa se, come e da chi sarà governato il Paese nelle prossime settimane. Perciò esistono ragioni costituzionali e democratiche per le quali il presidente del Consiglio deve venire immediatamente in Parlamento e dimettersi». Luciano Violante teme che i problemi interni alla Casa delle libertà si riversino pesantemente sulla già critica situazione italiana. A Berlusconi, dice il capogruppo dei Ds alla Camera, «occorrerebbe la consapevolezza della gravità della situazione, dovrebbe comprendere che la priorità spetta agli interessi del Paese, non ai rapporti di forza dentro la maggioranza».
Il premier ha detto che farà â??ciò che è bene per il Paeseâ?.
«Quello che è bene per il Paese, a questo punto, è che decidano se sono in grado di affrontare le grandi questioni che ci sono oppure no. E se non sono in grado, si dimettano e lascino il campo alle elezioni anticipate».
La cosa peggiore, invece, quale sarebbe?
«Che adesso Berlusconi assuma lâ??interim dei ministeri lasciati vacanti, poi vada tra qualche giorno al Quirinale, poi contratti allâ??interno della coalizione per decidere chi nominare a quei ministeri... Arriveremmo a metà maggio in queste condizioni, senza contare che ancora non câ??è la trimestrale di cassa e che quando arriverà saranno altri problemi per il governo. Quindi, o si fa un Berlusconi bis che dimostri di saper prendere in mano la situazione, oppure si vada al voto. Decidano gli italiani da chi vogliono essere governati».
A giudicare dalle dichiarazioni rilasciate, le sembra che queste due eventualità siano in cima alla lista presa in considerazione dal premier?
«Al momento, lâ??impressione è che Berlusconi punti a prendere tempo, senza rendersi conto che non si possono confondere i problemi della coalizione con quelli dellâ??Italia. I problemi della coalizione possono essere risolvibili, quelli dellâ??Italia temo che con questo tipo di governo rischiano di non esserlo».
Un Berlusconi bis vorrebbe dire anche un nuovo programma. Pensa sia possibile che rivedano la politica portata avanti finora?
«Lâ??impressione è che non siano in grado di farlo, a meno che non smentiscano quanto sostenuto in questi quattro anni. Ma oltre a questo, quello che mi sembra molto difficile è che facciano in 60 sedute, che sono quelle che mancano alla fine della legislatura, quanto non hanno fatto in circa 300 sedute dal 2001 ad oggi».
Lâ??Udc e il Nuovo Psi hanno scelto la strada dellâ??appoggio esterno. Che farà secondo lei An?
«Ã? evidente che Fini si trova ora di fronte a un grave problema: il suo partito è in subbuglio. Che fa, rimane da solo a reggere lâ??asse con la Lega? Come fa a spiegare ai suoi che sta in un governo soltanto col Bossi della â??Roma ladronaâ?? Il suo elettorato lâ??ha già punito severamente, la devolution è stata nel Mezzogiorno uno degli elementi che hanno portato a questo risultato elettorale».
Lâ??Udc ha garantito lâ??appoggio parlamentare. Pensa che basti a dare solidità allâ??azione di governo, o câ??è il rischio che al primo voto sulla riforma costituzionale arrivino delle sorprese?
«Non è solo la riforma costituzionale. Sulla giustizia ci sono numerose obiezioni, sul decreto per la competitività sono stati i ministri a presentare complessivamente circa 50 emendamenti correttivi del decreto già approvato nel Consiglio dei ministri. Se si aggiunge la riforma costituzionale, il Documento di programmazione economica e finanziaria ed una difficile legge finanziaria sotto osservazione Ue, è chiaro che o câ??è unâ??intesa molto solida, oppure il nuovo governo rischia di precipitare alla prima prova».
A quel punto?
«A quel punto saremmo arrivati troppo in là per trovare delle soluzioni prima dellâ??estate, e rischiamo di trascinarci con un governo balneare dannosissimo per il Paese».
Non si può votare a ottobre?
«Sarebbe possibile, ma il punto di fondo è che si è sgretolato il blocco sociale che con intelligenza e capacità il Polo aveva costruito nel 2001. Un blocco sociale fatto anche di imprenditori, ceto medio, casalinghe, pensionati e operai. La maggioranza ha perso quote consistenti di consenso in ciascuno di questi ceti. Allora il problema è: riescono a ricompattarlo? Non credo che in pochi mesi ce la facciano, e allora punteranno a prendere tempo. Il che però vuol dire perdere tempo rispetto ad altri paesi che stanno andando avanti mentre il nostro è impantanato perché la Casa delle libertà non riesce a risolvere i propri problemi».
Prodi si è detto pronto a sostenere il governo nel caso in cui presenti un credibile piano di risanamento...
«Giustissimo, la situazione drammatica in cui siamo esige uno spirito di responsabilità anche superiore al dovuto. E siccome noi ci teniamo al Paese, non ci metteremmo di traverso se le soluzioni presentate fossero credibili».
Però Prodi dice anche no a governi istituzionali.
«Certo, sono pasticci da antica Repubblica, non hanno più cittadinanza nel sistema maggioritario e bipolare. Se una coalizione non è capace di governare si torna a votare, punto e basta».  - Luciano Violante presidente dei deputati Ds

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