di Luca Baratto*
“Siamo contenti ed orgogliosi di quella che possiamo definire una decisione storica per la nostra chiesa e che speriamo possa essere uno stimolo per ravvivare la discussione su questi temi nella società italiana". Così si è espresso il pastore Holger Milkau, decano della Chiesa evangelica luterana in Italia (CELI), sabato scorso immediatamente dopo la votazione con cui il Sinodo dei luterani italiani ha espresso il proprio sì definitivo alla benedizione di persone etero ed omosessuali in comunioni di vita particolari. I 54 sinodali, riuniti a Roma dal 12 al 15 maggio, hanno infatti approvato a larghissima maggioranza il documento stilato dalla Commissione sinodale istituita lo scorso anno, nel quale si afferma che “l'omosessualità fa parte delle espressioni della sessualità, quindi rappresenta una condizione naturale”.
Per questo "la condanna morale dell'omosessualità non può essere in nessun modo giustificata". Nemmeno, e a maggior ragione, nella chiesa.
“La benedizione delle comunioni di vita riguarda le coppie sia etero che omosessuali – sottolinea la presidente del Sinodo Christiane Groeben, che ha anche condotto i lavori della Commissione sulle benedizioni -. Riteniamo infatti che il compito della chiesa sia quello di accompagnare i cristiani nel loro percorso di vita ascoltando la Parola di Dio e osservando i cambiamenti sociali. E quello che osserviamo è che nel campo delle relazioni umane esiste una molteplicità di comunioni di vita, comprese quelle omosessuali, vissute in maniera responsabile e basate sulla volontarietà, sulla continuità e la fiducia, verso cui la chiesa ha delle responsabilità pastorali che non può eludere”.
Il documento approvato distingue tra matrimonio e benedizione; una distinzione che però non diminuisce l'importanza di quest'ultima che rappresenta lo sguardo amorevole che Dio volge verso chi si incammina in un percorso di vita comune, indipendentemente dal proprio orientamento sessuale. Nel testo sono poi definiti tre requisiti per la cerimonia di benedizione: uno dei due partner della coppia deve essere luterano o appartenere a una chiesa sorella; è necessario il consenso del consiglio della chiesa locale; ed, infine, il consenso del pastore titolare della comunità. Un altro elemento importante del testo è l'esplicito sostegno della CELI all'attuazione dei regolamenti giuridici riguardo alle unioni di vita, oggi del tutto ignorati dal codice civile italiano.
"Questo documento ha un grande valore per noi - ha voluto sottolineare il decano Milkau - per due motivi. In primo luogo è il risultato di un anno di discussioni nelle diverse chiese locali, un processo di confronto e dibattito che ha garantito il formarsi di un sostanziale consenso nella chiesa. In secondo luogo, esso sarà il contributo della CELI al percorso di riflessione su 'Matrimonio, famiglia e sessualità' avviato dalla Federazione luterana mondiale (FLM) nel 2007 e che si concluderà l'anno prossimo”.
* (Agenzia Nev)