di Rino Giacalone
Giuro che è la prima e l'ultima volta che il tuo esempio non seguo. Tu non sei mancato mai ad un appuntamento, io invece sono costretto a saltare quello con Te. Mi spiace tanto non essere domani a Roma a salutarti Roberto, essere vicino a Mara e agli amici di Libera Informazione. Volevo esserci per raccontarti le ultime novità da Trapani, la città che ha avuto in te un attento osservatore.
Volevo dirti che avevamo visto giusto quando abbiamo scritto su Libera Informazione in tempi non sospetti di una sanità malata e in mano a gente senza scrupoli, che avevamo ragione quando abbiamo detto che Salemi, la città prima capitale d'Italia ma anche la roccaforte della mafia dei colletti bianchi, quella dei Salvo, quando anora non era chiamata così, perchè quella era semmai la mafia vera, potente, quella degli intrighi politici, e con i fili che arrivavano dentro le banche, era diventata, Salemi, la città di un grande reality show, con il prof. Vittorio Sgarbi protagonista di facciata.
Lui eletto sindaco per volontà di un "mammasantissima", tale Pino Giammarinaro, se ne era fatto un baffo di quello che gli dicevano e cioè che avrebbe dovuto diffidare di quel personaggio e della sua corte dei miracoli. Abbiamo avuto ragione quando scrivevamo che ci doveva essere una ragione particolare per la quale restava non assegnato un terreno confiscato di settanta ettari, tolto ad un narcotrafficante mafioso, c'era stato l'ordine che quel terreno "a quelli di Don Ciotti" non doveva essere dato.
A proposito di confische, sai l'ultima volta dove sono andati a cercare Matteo Messina Denaro? Proprio dentro un'azienda confiscata, un oleificio tra Castelvetrano e Partanna. Lui non c'era, forse addirittura da lì non è mai passato nessuno, l'informazione è arrivat a a Polizia e Carabinieri dai servizi segreti, che ancora non si è capito che ruolo giocano in questa partita. Se si pensa che questi servizi, quando si chiamavano in altro modo, Sisde avevano intavolato una collaborazione con un personaggio al centro di mille misteri, tale Tonino Vaccarino, che scambiandosi una corrispondenza con Messina Denaro doveva aiutarlo a farlo catturare, ma alla fine i suoi pizzini sono serviti a fare conoscere il pensiero più recente dei boss, che ha dato del Torquemada a chi gli dà la caccia. Guarda caso analoga reazione arriva oggi da illustri soggetti a proposito delle indagini sulla sanità trapanese, sul Comune di Salemi e sull'on. Giammarinaro.
Scene già viste vero Roberto? Abbiamo fatto (giusto non parlare più in prima persona perchè quando si parla di lavoro serve il plurale) anche in questa occasione il nostro dovere Roberto, come tu ci hai insegnato, non stiamo qui a dire "noi l'avevamo detto", ci fa piacere che la giustizia alla fine si è mossa. E per chi vuole credere in noi abiamo guadagnato un gradino in più di credibilità. Senza metterci in cattedra. Adesso il cammino continua Roberto e non sarà facile senza la tua guida, ma noi abbiamo l'obbligo di continuare.
Io continuo a sentire la tua mano posarsi sulla mia spalla, e quell'abbraccio che ci siamo scambiati a marzo a Calatafimi quando ci siamo salutati, lo ricordo forte, quasi che incosciamente tutti e due sapevamo che quella era l'ultima volta. Ecco è quella mano posata sulla spalla e quell'abbraccio che mi porto dietro, scusami se di tanto in tanto ti cercherò lo stesso per un consiglio, so che in qualche modo una risposta me la farai arrivare. Non sappiamo se c'è qualcosa che ci attende dall'altra parte della vita, ma mi piace pensare che qualcosa ci sia, quantomeno un gruppo di giovani e una redazione che aspettavano Te per fare un nuovo giornale.
Arrivederci mio maestro, ciao Roberto.