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Articolo 21 - Editoriali
Lettera aperta a Vittorio Emiliani
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di Ferdinando Pellegrini*

Caro Emiliani,
questa lettera aperta e'per ringraziarti di quell'editoriale da te scritto
a proposito delle migrazioni gia' cominciate in Rai. All'indomani della vittoria
dell'Unione alle regionali,inviai un SMS ad alcuni colleghi chiedendo, questa
volta, di quanti "progionieri" avremmo dovuto occuparci ( da salvare se non
addirittura da promuovere ) per il timore di essere accusati di STALINISMO
intellettuale, come il presidente del consiglio e' uso fare. Le risposte
agli sms sono state le piu' varie e scherzose, come puoi immaginare, ma una,lapidaria,
mi ha colpito: NESSUNO.Mi ha colpito perche' dietro quel Nessuno, cosi' drastico
e che non lascia spazi ad interpretazioni, c'e' tutta la rabbia, la frustrazione,
il risentimento di molti, sentimenti, questi, alimentati non da vendette
personali, ma dall'arroganza con cui in questi pochi anni elementi non certo
di spiccata personalita' professionale hanno saputo distruggere l'orgoglio
di lavorare per una azienda pubblica che mettesse i cittadini in grado di
capire cosa stesse accadendo nei palazzi del potere. Piu' volte mi e' capitato
di dire, soprattutto ai colleghi giovani, che ero abituato a lavorare al
"Corriere della sera " dei mezzi audiovisivi, mentre oggi mi ritrovo a dare
il mio apporto alla gazzatta di Canicatti', con tutto il rispetto,massimo,
per gli abitanti e per i colleghi che lavorano anche nel piu' piccolo giornale
di provincia. Le scelte editoriali, l'aver piazzato uomini visceralmente
arroganti e spesso incompetenti ( dopo oltre trent'anni di professione qualche
giudizio credo di potermelo permettere ),l'aver affossato preziose professionalita',
e non parlo dei soliti Biagi e Santoro ma di tanti colleghi costretti al
copia incolla di veline per lasciare spazi invece a ben identificati confezionatori
di panini; tutte queste cose hanno fatto si' che la credibilita'informativa
e anche la qualita' dell'intrattenimento scendessero ai piu' bassi livelli
di sopportabilita' anche per l'ascoltatore o il teledipendente meno accorto.
Mi limito a parlare della Rai piu' visibile, senza entrare nelle stanze di
Viale Mazzini, per me semisconosciute, per non azzardare valutazioni non
precise; ma per quella parte visibile dell'azienda, sia come operatore che
come spettatore, una valutazione la posso fare.Ed ilmio, e' un giudizio mi
pare condiviso da milioni di radio-telespettatori,visti i cali di gradimento.
Tornando quindi all'SMS iniziale, a quella domanda spesso elusa nella risposta,
mi auguro che , cosi' come hai fatto tu,molti altri autorevoli colleghi seguano
il tuo esempio e cerchino di opporsi a quella continuita' d'uso che ha portato
la Rai sull'orlo del tracollo.
 
*Inviato speciale del Giornale Radio

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