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Articolo 21 - Editoriali
Può esistere una politica nobile e giusta?
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di Atlantide

Sete di religiosità, ansie miracolistiche, pellegrinaggi globali? Al cinema furoreggia ??Cuore Sacro? ( il film del turco-italianao, Ozpetek), in tv sono in arrivo ben cinque fiction sui santi, mentre si scomoda Gandhi per pubblicizzare un??azienda telefonica; nelle librerie, dopo il trionfo di Dan Brown ( con i  suoi ??Codice Da Vinci? e ??Angeli e demoni?), il libro di Karol Wojtyla è già un best-seller ( mentre sta per essere trasmesso il film agiografico di Mediset sulla vita del Papa). Negli Stati Uniti furoreggiano serial televisivi su miracoli e improbabili catarsi, Bush e il pensiero neo-con giustificano la propria esistenza riproponendo il dilemma manicheo tra bene e male, mentre Bin Laden invoca Allah a giustificazione di minacce e stragi?

E poi l??evento degli eventi: la morte di Giovanni Paolo II, il Grande, ha colpito gli animi di milioni e milioni di persone, con l??effetto di riunire in piazza San Pietro i grandi della terra, per un giorno meno nemici e più umani.

Tutto questo ci porta a riflettere sull??impellenza di elaborare le tematiche della fede in senso attuale e in chiave sociale  e sul labile confine che oggi sussiste fra religione e politica, economia e solidarietà, ecumenismo e temi della globalizzazione, individuale e sociale, fra bisogno di certezze materiali e necessità di una prospettiva spirituale.

Ecco che ci assalgono alcuni interrogativi che meritano risposte ponderate e precise: il capitalismo ha esaurito la sua spinta propulsiva e da ora può soltanto portare ad un declino mondiale? La deregulation è la miccia degli egoismi? Le privatizzazioni selvagge ci porteranno verso una nuova epoca di barbarie? Il biporalismo con un sistema elettorale bipolare è l??anticamera della dittatura? Il ricorso alla guerra è un male in sé e per sè? E se il fine non giustificasse i mezzi?

Lo scollamento da ricomporre non è solo tra etica e religione, ma anche tra le macro-tematiche della Legalità, della Democrazia e della Libertà, e le ??micro-problematiche? che investono la quotidianità dei cittadini, per restituire senso a un??esistenza che corre lungo i binari del rispetto della cosa pubblica ma non arriva ad alcuna destinazione.

Cosa pensano le persone, quelle che la mattina escono presto per andare al lavoro con la metro, quelle che vanno al mercato a fare la spesa, quelle che in tv guardano le telenovelas, i reality o i talk show?

Si chiedono se riescono ad arrivare alla fine del mese senza cadere nelle mani degli strozzini, se devono farsi raccomandare per ottenere un posto letto in ospedale o un??occupazione per i figli; si chiedono se l??aria che respirano è inquinata e ciò che mangiano è avvelenato. Sono loro che vanno per primi a votare al seggio elettorale, ma sono anche quelli che in un tribunale soccombono davanti al più forte di turno. Sono coloro che non avranno mai una pensione decorosa, perché i loro risparmi saranno destinati, invece,  a ripianare il bilancio di un??industria fallita, premiata per avere  accumulato fondi neri in qualche paradiso fiscale, per poim essere assolta dal crack finanziario, che mette sul lastrico centinaia di migliaia di piccoli risparmiatori.

Fino a quando, fino a che punto queste persone saranno disposte ad accettare tutto ciòin silenzio? Fino a quando tollereranno di fare a meno delle garanzie che solo lo Stato può dare loro?

Chi ha scippato lo Stato ai cittadini? Chi ha tolto loro servizi, certezze e dignità? I politici? I burocrati? Gli amministratori pubblici? Le lobbies?

La speranza di una politica migliore, di uno Stato più equo, di una società più giusta postula un allargamento di prospettiva: la politica  deve abbandonare il suo orizzonte puntiforme per intraprendere trasformazioni lungimiranti. Da ??cosa sporca? la politica deve diventare attività ??nobile?: penare alto e agire con trasparenza. Questo chiedono le giovani generazioni. Questo è il segnale non troppo recondito che viene anche dai recenti risultati elettorali, che ha premiato il centrosinistra e ??dannato? il centrodestra imprigionato dal padre-padrone Berlusconi.

Di più: la politica non deve occuparsi soltanto del cittadino, ma anche e soprattutto dell??uomo. Non solo erogare servizi ma considerare bisogni, eliminare disagi incidendo profondamente nella realtà, osando stravolgere modelli organizzativi astratti e inadeguati, rivoluzionando i tempi, i luoghi, i modi delle nostre esistenze al fine di avere sempre di mira il bene.

Sembra un discorso religioso? Forse un po?? di fede, di speranza e carità farebbero bene alla politica. Ma con un avvertimento: la religione non deve piegarsi alla politica. Viceversa, la politica dovrebbe assumere una prospettiva escatologica, avere di mira la solidarietà, l??altruismo, il benessere e la crescita dei valori individuali e collettivi.

Uno Stato che si disinteressa del bene dei suoi cittadini non è uno Stato. ? un mostro, un Leviatano. Allora, è questo il paradosso a cui vogliono spingerci i conservatori, i capitalisti e i guerrafondai di mezzo mondo? Eliminare lo Stato perché divenuto inutile e addirittura dannoso?

Certo, costoro non mirano al tumulto anarchico, ma ad una ordinata e spietata dittatura del più forte di turno, sia che si chiami Mediaset, Sky, Big Pharma, Microsoft, o Monsanto, Nestlè, Philip Morris o Carlyle.

Dopo aver spaccato il mondo tra paesi del primo, del secondo, del terzo, e del quarto mondo, il rischio è che si venga impacchettati in cittadini di serie A, B, C e così via, in un susseguirsi frattalico di suddivisioni, tra corporazioni, clan, famiglie, individui.

Chi ha a cuore le sorti di questo Pese deve ricomporre il puzzle e soprattutto dargli un senso. Qual è il senso della politica, dello Stato, del servizio pubblico radiotelevisivo? ?Perché dobbiamo essere cittadini, perché dobbiamo ubbidire alle leggi, pagare le tasse, andare a votare ed essere orgogliosi delle nostre radici, perché dobbiamo curare e rispettare i nostri beni ambientali, la nostra cultura e la nostra civiltà?

Valori laici e valori cristiani devono poter coesistere, almeno fino al punto in cui la città dell??uomo non confligga con la città di Dio.

L??autonomia della sfera politica da quella religiosa, non esclude una ??ispirazione? della prima alla seconda in vista del bene comune. Certamente, al di là di fuorvianti polemiche relative ai crocifissi nelle aule scolastiche o sulle radici più o meno cristiane dell??Europa, su argomenti come aborto, prostituzione, pornografia e fecondazione assistita va ribadito il libero arbitrio del legislatore, in quanto portatore di istanze meta-religiose e meta-confessionali, facendo salvo, ovviamente, il diritto del cittadino di comportarsi secondo la propria coscienza.

Di converso lo Stato deve avvicinarsi al mondo dei valori e il suo agire deve essere profondamente etico. Non basta la libertà, non basta la democrazia, né l??eguaglianza per giustificare l??esistenza di uno Stato e della politica. Tommaso Moro sosteneva che ??l??uomo non si può separare da Dio, né la politica dalla morale?. Ricominciamo da qui, tenendo a mente anche l??insegnamento di Platone, secondo il quale dovrebbero essere i filosofi a governare la ??polis?, in quanto sono gli unici in grado di capire quale sia il bene della città e dei cittadini e assolutamente disinteressati al potere in sé.

Questo sentire complesso e variegato dovrà trovare spazio e progettualità in una nuova RAI, finalmente liberata dall??occupazione mercificante degli emissari del centrodestra.

Ciò anche in vista dell??avanzare della società multietnica e multireligiosa: Giovanni Paolo II ci ha dimostrato come, al di là del differente credo religioso, delle radici sociali e dei diversi codici morali, le varie religioni possano dialogare fra loro e collaborare alla costruzione del bene comune, come fattori positivi e germi fecondi nella società che non vanno ignorati, né repressi, ma sfruttati nei loro aspetti costruttivi e solidali. Parafrasando il Pontefice, potremmo auspicare che ogni partito porti nel paese ??Giustizia e Pace, Perdono, Vita e Amore?.

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