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Articolo 21 - Editoriali
Lettera aperta delle Rappresentanze dei lavoratori dell’AGCOM
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di redazione

Riceviamo e di seguito pubblichiamo la lettera aperta dei rappresentanti sindacali lavoratori Agcom

I giornali di oggi parlano di un sistema che controlla l’informazione, e non solo l’informazione naturalmente. Contestualmente in questi giorni sta succedendo un evento mai accaduto nella storia di una amministrazione pubblica indipendente.
L’amministrazione è l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (AGCOM), l’evento è che i rappresentanti sindacali stanno effettuando lo sciopero della fame.
Voi direte che relazione c’è tra il tentativo di controllare l’informazione riservata ed un gruppo di ben pagati dipendenti pubblici che chissà per quale utilitaristica ragione ha deciso di non mangiare.
Eppure per capire se veramente l’informazione è sotto controllo non basta vedere cosa succede nei giornali, non basta constatare che la RAI, il servizio pubblico generale radiotelevisivo, sia in mano ai partiti.
C’è una ben più importante funzione che deve essere svolta in modo trasparente e autonoma, perché così ha voluto la legge istitutiva. E’ la funzione di garanzia dell’AGCOM.
Se i partiti devono stare fuori dalla RAI, dal Garante delle comunicazioni dovrebbero essere addirittura banditi.
Eppure proprio la legge istitutiva ha voluto che il Presidente ed i Commissari dell’AGCOM fossero eletti dal Parlamento. Certo non anche che una volta eletti continuassero a rappresentare interessi della parte che li ha designati, ma tant’è il vizio dell’Italia. Non si riesce a concepire il proprio ruolo in autonomia rispetto anche a chi ha proceduto alla sua indicazione.
Se dunque in AGCOM l’Organo di vertice è in qualche modo assimilabile ad una stanza di compensazione dove sono di volta in volta adottate decisioni, previa composizione dei diversi interessi di parte, la Struttura Tecnica amministrativa deve essere il giusto contrappeso per assolvere ad una funzione di garanzia ispirata esclusivamente dalle norme giuridiche, in poche parole da quelle “Regole” che sono un presidio di garanzia e di uguaglianza per chiunque si trovi sotto il mirino e chieda tutela all’AGCOM.
Forse l’abbiamo fatta un po’ lunga, ma è la necessaria premessa per spiegare lo sciopero della fame che si svolge presso l’AGCOM ormai da tre giorni.
Si sciopera per evitare che attraverso meccanismi di chiamata diretta, in dispregio del principio costituzionale dell’accesso per pubblico concorso, la struttura tecnica amministrativa dell’AGCOM venga occupata anch’essa dai partiti o da interessi di parte. Per poter superare le  “Regole” concordate con le Organizzazioni Sindacali negli 11 anni di vita dell’AGCOM, che tra l’altro limitano le unità che possono essere cooptate per chiamata diretta, il Consiglio dell’Autorità, capeggiato dal Presidente Calabrò, ha annullato unilateralmente gli accordi sindacali allo scopo di avere le “mani libere”.
I lavoratori ben pagati, e proprio per questa ragione maggiormente responsabilizzati al vincolo di indipendenza, dopo aver scioperato il 14 giugno scorso hanno deciso di opporsi con tutte le forze a loro disposizione al tentativo di occupazione della struttura tecnica dell’Autorità.
L’unico mezzo di cui dispongono i lavoratori di una Istituzione che vigila sui mezzi di comunicazione di massa, che quindi su di essi può esercitare una palese soggezione, non è certo quella della divulgazione delle informazioni, quanto piuttosto la propria saluta.
Un interesse generale che a tutela della dignità dei lavoratori in AGCOM, che vedono azzerata la funzione sindacale e quindi il rispetto delle regole sull’ordinamento delle carriere, i loro rappresentanti stanno effettuando ad oltranza uno sciopero della fame mettendo a repentaglio la loro salute.
Chiediamo quindi di non essere lasciati soli in questa battaglia che non è affatto limitata all’interesse di una ristretta cerchia di lavoratori, ma è di primaria importanza per la sopravvivenza dell’Istituzione che rappresentiamo per il bene del paese.

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