Clicca qui per il nuovo sito di Articolo 21 »
Ricerca con Google
Web articolo21.info
 
 
Articolo 21 - Editoriali
Profugo e stupratore
Condividi su Facebook Condividi su OKNOtizie Condividi su Del.icio.us.

di Marco Pacciotti

“Profugo e stupratore" è la roboante e vergognosa apertura di un importante tg nazionale, con la quale si anticipava il servizio su un fatto di cronaca che vede un cittadino ghanese accusato di stupro, un reato ripugnante, da sanzionare duramente. Nessun dubbio qundi sul fatto che il colpevole debba essere punito.

Mi ha colpito molto negativamente il titolo di apertura, che nell'accostamento delle parole e nell'ordine scelto nel proporle compie a mio avviso due errori gravi. Il primo è evidente, ovvero l'associazione dello status di profugo a quello di stupratore, indebita e pericolosa . L'enorme forza di impatto sull'immaginario di un titolo lanciato a ora di pranzo da un importante tg nazionale, non è paragonabile alle possibili precisazioni contenute nel servizio.

Nè alle eventuali scuse, semmai qualcuno riuscisse a chiederle e ad ottenerle. Il secondo errore, meno palese ma ugualmente grave, è l'ordine scelto per le parole . Come a dire "già sei un profugo ( e quindi un reietto) e in più anche stupratore!" Questo non detto che trapela dal titolo, che forse però ho colto solo io maliziosamente, lascia intendere che uno stupro effettuato da un profugo sia meno accettabile per il senso comune. Suggerire che ci sia una possibile graduatoria di brutalità legata a chi compie il reato, banalizza la cosa volendo quasi renderla , a date condizioni più accettabile! Esagero? forse si, ma credo che si debba iniziare a vigilare e a protestare davanti all'uso "leggero" delle parole. E' un cosa di cui sono da sempre convinto. Ancor più quando chi le usa, da professionista della comunicazione, dovrebbe pesarle e valutarne l'impatto.

A onor del vero su questo delicato punto tanto e bene è stato fatto dall'Ordine dei Giornalisti e dalla FNSI in particolare. Ad essi infatti si deve negli anni passati una lunga riflessione di merito. Studio che ha portato alla elaborazione di un protocollo che aiuti gli operatori dell'informazione a usare le giuste parole, senza per questo essere reticenti su un fatto o meno efficaci nel riportarlo. Riuscendo quindi ad esercitare al meglio il proprio diritto-dovere di informare su un tema tanto delicato. Uno sforzo giusto sul quale continuare a impegnarsi. Impegno che deve vederci sempre attivi, poichè come ci insegnano l' Ungheria, la Slovacchia e altri paesi europei (Italia compresa) il razzismo, la xenofobia e i sentimenti di odio e paura che li alimentano o che possono da essi scaturire, sono duri a morire e vanno sempre fronteggiati e combattuti.

Sicuramente un titolo come questo, purtroppo non l'unico in questa lunga estate , non aiuta. Rappresenta anzi un arretramento che contribuisce involontariamente alla sedimentazione di un sentimento di chiusura e rifiuto verso lo straniero, presentato sempre più attraverso di cronaca nera e troppo spesso nella veste unica di carnefice o colpevole. Oscurando de facto quei milioni di cittadini che qui vivono nella più assoluta normalità. Normalità che viene poco raccontata perchè non fa audience!

Letto 3413 volte
Notizie Correlate
Audio/Video Correlati
Dalla rete di Articolo 21