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Articolo 21 - Editoriali
Tengo famiglia, e l’Italia si disintegra
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di Francesco Peloso

Il problema numero uno del Paese resta la permanenza al potere del Presidente del Consiglio. Il sistema di potere che è si è andato articolando intorno a Berlusconi, è naturalmente assai più complesso delle vicende di un singolo personaggio, per quanto ricco e potente egli sia; e certo i danni profondi arrecati in questi anni alla vita democratica e civile della società italiana vanno ascritti a una buona parte dell’attuale classe dirigente.

E tuttavia ci sono momenti di gravissima emergenza economica e sociale, come l’attuale, che richiedono risposte immediate. Il premier, la sua decadenza personale e morale, la sua manifesta e ormai riconosciuta incapacità a comportarsi e ad agire come un leader nazionale, sono oggetto dell’ostracismo internazionale, del discredito politico degli Stati e dei mercati, del dileggio dell’opinione pubblica mondiale. Così, il cosiddetto Cavaliere, è diventato un problema non più solo italiano ma che investe ormai l’intera Europa, incredula di dover pagare un prezzo tanto alto a causa di un tale cumulo di inefficienze e dilettantismi messi in campo dal governo del nostro Paese. Il collasso economico cui stiamo assistendo è, in buona misura, figlio dell’oligarchia italiana al potere capitanata da questo caudillo in miniatura il cui lungo e faticoso tramonto avviene fra spettacoli a luci rosse di infimo livello e ricatti. Così, incredibilmente e per davvero, Berlusconi può dire che lui ha aiutato un certo Tarantini, il suo lenone e ricattatore, perché il pover’uomo teneva famiglia, e il premier si sa, è persona generosa. E allora  giù palate di euro a mister Tarantini, “perseguitato dai magistrati”. Fra le tante cose che dovranno cambiare di questo Paese, c’è anche questa insopportabile retorica familista, questo evocare la sacra famiglia da chi l’ha fatta a pezzi sul piano culturale e colpita alle spalle nel campo dei servizi e dell’assistenza, magari ammantandosi di un cattolicesimo tanto improbabile quanto vuoto.

E però, su questo fronte, anche il pallido ed esangue episcopato italiano dovrà  prima o poi rispondere delle proprie corresponsabilità al popolo che dice di rappresentare.  E’ in questo scenario, infine, che un primo ministro in fuga dai tribunali, va a Bruxelles a far finta di spiegare una manovra economica grottesca e iniqua figlia delle pressioni delle istituzioni internazionali sull’Italia. E mentre la borsa crolla ancora una volta, è bene ricordare che le scuole oggi prendono il via, ogni anno con meno risorse, ogni anno con strutture e professionalità massacrate. E’ urgente uno scatto della coscienza civile e politica per fermare il disastro.

*da www.ilmondodiannibale.it
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