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Articolo 21 - Editoriali
Storie dal Cie. Non sono tutte Kate...
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di Bruna Iacopino

Non tutte le storie sono a lieto fine come quella di Kate ripresa e raccontata da quasi tutti i media. Le più numerose sono quelle che vanno a finire male e che in pochi conoscono, ancora meno raccontano. La storia di Sonia è una di quelle finite ( abbiamo buona ragione di credere, stando alla corrispondenza di questa mattina su radio Ondarossa che ha seguito la vicenda dall'inizio) male, per via di una legge assurda resa ancora più crudele dalle modifiche recentemente approvate con il recepimento della cosiddetta direttiva rimpatri voluta dall'Europa.
Una storia emblematica che non ha l'intento di smuovere sentimenti compassionevoli ( sottolinea  l'attivista dal Cie di Ponte Galeria, mentre fa appello alla mobilitazione per fermare l'ennesima deportazione) ma semplicemente di far capire che vicende come queste si vedono ogni giorno senza che nessuno, seppur animato da tutta la buona volontà del mondo riesca a fare nulla.
In poche parole...
Sonia è tunisina, in Italia era arrivata 21 anni fa, dopo essere sfuggita forse da un marito violento o che comunque non era stata lei a scegliere e da un paese che, evidentemente non l'aveva saputa proteggere. Dopo 21 anni, però, la perdita del lavoro la getta nel limbo dell' “illegalità”: per la legge italiana lei torna ad essere un'irregolare, e non ha più il diritto di rimanere nel nostro paese, nonostante qui abbia fatto crescere i 4 figli scappati con lei.
Ora, il paradosso, ( o forse meglio dire) la legge vuole che lei sia stata portata come tanti al CIE di Ponte Galeria e da lì questa mattina, con tutta probabilità, all'aeroporto di Fiumicino dove l'attendeva un volo pronto a riportarla in quella Tunisia che ormai non è più il suo paese e dove non c'è nessuno ad attenderla, perchè i suoi affetti, la sua famiglia, i suoi amici sono tutti in Italia.
Al momento non esiste conferma del suo avvenuto rimpatrio, ma che sia stato oggi o avvenga domani, che si chiami Sonia, Anna o Jasmine, e sia tunisina, libica o nigeriana, la sostanza delle cose non cambia: quante altre Sonie ci sono dentro quelle “carceri speciali” chiamate CIE, quante storie come questa continuiamo ad ignorare? Che paese è quello che separa una madre dai propri figli, e annienta l'intera vita di una persona da un giorno all'altro?

Per approfondimenti
http://www.ondarossa.info/newsredazione/stop-alle-deportazioni-dal-cie-di-ponte-galeria

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