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Articolo 21 - Editoriali
Qui Milano libera, sessant??anni dopo (25 aprile 2005, verso sera)
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di Piero Ricca

No, non sembrerebbe una festa da cancellare, il 25 aprile, come alcuni esponenti della maggioranza parlamentare sostenevano fino a ieri. Preparato da un denso programma di iniziative, il sessantesimo anniversario della Liberazione ha riunito quest??oggi a Milano una folla che piazza Duomo non bastava a contenere. Né Fede né la questura potranno smentire questo dato.

Accanto al presidente della Repubblica era presente tutto lo stato maggiore unionista, mentre occhieggiavano ben pochi esponenti governativi. Applausi per i primi ?? una vera ovazione a Prodi ?? e freddezza e contestazioni per i secondi, Formigoni e Pisanu compresi. Berlusconi ha pensato bene di non farsi vedere. ??Meglio così?, ha dichiarato Carla Voltolina, ??non conosce i valori della Liberazione, fossero tutti come lui questo anniversario non si festeggerebbe?. Ciampi le ha rivolto dal palco un saluto pieno di affetto.

Anche il tempo è clemente. Dopo una mattinata di nuvole nere, alle 14 il cielo si apre. A quell??ora ci sono già migliaia di persone a porta Venezia. Ognuno fa sventolare la sua bandiera, e molte ?? per la rabbia del sindaco Albertini - sono rosse.

Si vedono i simboli di tutti i partiti di opposizione (e non sono pochi); mentre leghisti, aennini e forzisti hanno preferito rimanere a casa, o si sono nascosti bene. Qualcuno, tra loro, oggi ricorda i caduti della Repubblica di Salò. No, il 25 aprile non è il nostro 14 luglio.

Alcune signore distribuiscono sciarpe arancioni, avanzate dalla campagna elettorale di Sarfatti. ??Potevamo farcela anche in Lombardia accidenti!?, mi dice una di loro.

Ecco il gruppo di Italia dei Valori. Con un grande striscione c??è Rete Scuole, un??aggregazione trasversale di insegnanti e genitori contro la riforma Moratti. 

Immancabile nelle date chiave il circolo anarchico Ponte della Ghisolfa. Sotto le insegne di Emergency,  si riuniscono tanti giovani, ognuno con una maglietta con l??articolo 11 della Costituzione: l??Italia ripudia la guerra. L??Iraq verrà ricordato come una missione di pace? C??è musica, l??atmosfera è di festa. Comunisti italiani, rifondazione, diesse? la diaspora post-comunista contribuisce a tingere di rosso il corteo. Si fanno vedere anche i militanti della Margherita, il ??partito aperto?, come lo ha definito Rutelli accogliendo qualche giorno fa Roberto Caputo, transfuga da Forza Italia. Sfilano i gonfaloni di cento comuni. Ormai fa caldo, anche  i vigili sono accaldati.  Ecco i reduci dai campi di sterminio, come di consueto reggono cartelli neri con i nomi dell??inferno nazista. Potev ano essere un utile promemoria per chi racconta che ??Mussolini non ha mai ucciso nessuno?, mentre suo padre "ha fatto la resistenza in Svizzera". Sarà per la prossima volta. L??ultimo cartello del gruppo dei reduci lo porta una ragazza, e vi si legge la scritta: strategia della memoria. Ma sarà mai condivisa?

Colora le strade una moltitudine di bandiere della pace, forse nemmeno queste gradite allo scadente amministratore di condominio. Un signore anziano, da solo, tiene stretta una bandiera sbiadita, del Partito Socialista Italiano: quello di Pertini e del 25 aprile 1945. Poco a che vedere con la Milano da bere. A quei tempi ?? tra l??altro - in galera si finiva davvero, e non per corruzione.

Ancora rosso, è la Cgil.
E molti tricolori. Pensa che strano: anche chi commemora la Resistenza può avere affetto per la Patria. "Strano" per chi non sa che davanti al plotone di esecuzione molti gridavano Viva l'Italia.
Ecco Fassino, cerca i suoi, risale a ritroso il corteo. Applausi, rotti da una voce della folla: ??Farete ancora una Bicamerale più cucina??. L??attuale progetto di riforma della Costituzione, portato avanti a colpi di maggioranza, a molti pare eversivo. ??Resistenza e Costituzione sono un tutt??uno unitario, e unitario è l??attacco che contro di esse viene portato?, ribadiva stamane Andrea Manzella in un editoriale. Tanti sfilano con una copia della Costituzione sotto il braccio, come hanno fatto i magistrati all??inaugurazione dell??anno giudiziario, suscitando lo sconcerto del ministro Castelli. Gli esponenti del comitato Salviamo la Costituzione distribuiscono volant ini contro la riforma Calderoli. In piazza Duomo un enorme striscione ribadisce il concetto: se si arriverà al referendum, non ci è possibile perderlo.

Molti sfilano cantando, Bella ciao è la più gettonata. Canzone violenta anch??essa, come veniva detto di Bandiera rossa?

A proposito, nel corteo c??è anche Cofferati, il ??mandante morale dell??assassinio di Marco Biagi?, come l??hanno definito prestigiosi governanti. Prende i suoi applausi, ma un paio di anni fa, qui a Milano, per lui fa era tutta un??altra musica: la scelta di fare il sindaco a Bologna ha suscitato qualche delusione. A un certo punto, in corso Vittorio Emanuele, s??incrocia con Prodi. Alcuni gridano: ??Insieme al governo!?. Il confronto Cinese-Mortadella poteva essere un caso di scuola di primarie.

??Prodi premier! Prodi premier!?. E?? un giorno di investitura popolare, per il Professore, invocato come un liberatore. Gli uomini della sicurezza devono portarlo via da una strada secondaria per farlo arrivare in tempo sul palco. Non prima di permettere ai fotografi di immortalare l'abbraccio fra lui e Bertinotti. La folla invoca "Unità", loro sorridono e stringono mani. La memoria, in automatico, corre a quel giorno del 1998, il Governo sotto per un voto. Si registreranno nuovi suicidi sotto le insegne dell'Unione?
Quante facce amiche in mezzo alla folla! Qualcuno ha resistito in questi anni.

Si arriva a piazza Duomo che è già piena, come non si vedeva da anni. Manca poco alle 17 quando iniziano i discorsi. Gli ex combattenti non hanno peli sulla lingua.
Qualche stralcio rimasto sul taccuino.

Tino Casali: ??Vogliono sconvolgere la verità, riscrivendo con la penna la storia scritta con il sangue, ma questo non deve essere permesso!?.

Gerardo Agostini: ??Mai possono essere considerati sullo stesso piano chi combatteva per la libertà e chi sosteneva gli aguzzini dei campi di sterminio!?.

Agostini 2: ??Occorre proteggere la Costituzione da ogni minaccia che rischia di stravolgerne lo spirito!?.

Aldo Aniasi: ??La presenza del presidente Ciampi qui tra noi è la migliore risposta a chi propone di cancellare il 25 aprile!?.

Tina Anselmi: ??Non dobbiamo consegnare il potere a un singolo, ?ma allargare l??area della responsabilità, diffondere la cultura della tolleranza, del dialogo, del confronto?.

Chiude il presidente della Repubblica, applauditissimo. Legge da un foglio di appunti, il tono è convinto. Dice cose come questa: "Senza ideali un popolo è destinato a essere servo". O come questa: "La Costituzione è la garanzia dei diritti". Il suo discorso difende con forza i capisaldi della vicenda repubblicana: Resistenza, Memoria, Nazione, Costituzione, Pace, Libertà, Democrazia. In un Paese normale, con una memoria condivisa e una Costituzione uguale per tutti,  suonerebbe come la classica orazione di circostanza. Nell??Italia governata da Berlusconi Bossi e Fini le parole di Ciampi, ferme e chiare, in questo pomeriggio di aprile, sono ascoltate con autentica gioia, suscitano un senso di sollievo se non di liberazione. 

Un segno di crisi e di speranza insieme.

E Paolo Rossi, in serata, regala alla città il suo show Il Signor Rossi e la Costituzione. Altro interessante paradosso: tocca ai buffoni autentici difendere la Legge, quando i clown in doppiopetto la stravolgono...

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