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di redazione*
Il parlamento in special modo adesso che il governo sarà costretto a chiedere nuovi sacrifici ai lavoratori dovrebbe dare un forte segnale contrastando la corruzione.
Tuttavia le sanzioni previste per i giornalisti e il black-out informativo fino alla cosiddetta "udienza filtro" nel DDL intercettazioni mi sembrano andare invece nella direzione di intimidire chi cerca di combattere il male informando i cittadini.
Torno a ripetere che ovviamente non mi interessa sapere quante ragazze si fa il presidente del consiglio, ma se nell'amministrazione del mio comune o della mia regione c'è qualcuno indagato per corruzione o per rapporti illeciti con la malavita, se l'ospedale dove mi devo curare funziona male perchè c'è qualcuno che ruba io ho il diritto di essere informato e i giornali hanno il diritto-dovere di mettere i cittadini in condizione di conoscere.
Nel primo articolo della costituzione dove si afferma che l'Italia è un paese fondato sul lavoro, tale concetto, lungi da rappresentare il semplice lavoro materiale, assume la valenza più profonda del contributo che tutti i cittadini sono impegnati a dare in prima persona per la costruzione della società civile.
Quindi la politica non può fare il gioco dei potenti, perchè non sono i potenti a fare la società, ma tutti i cittadini che a tal fine devono poter esprimere un pensiero libero e consapevole che solo la piena presa di coscienza delle situazioni può far maturare.
*lettera firmata
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