Clicca qui per il nuovo sito di Articolo 21 »
Ricerca con Google
Web articolo21.info
 
 
Articolo 21 - Editoriali
Ma la Rai è servizio pubblico solo a certi orari?
Condividi su Facebook Condividi su OKNOtizie Condividi su Del.icio.us.

di Bruno il Superdisoccupato

Riceviamo e di seguito pubblichiamo la lettera aperta firmata da Bruno il superdisoccupatoin seguito alla messa in onda nel pomeriggio di ieri a "La vita in diretta" di un servizio che lo riguardava e il commento successivo dell'opsite in studio Gianpaolo Pansa:

Rai Uno, programma "La Vita in Diretta".
ore 18 circa.
Viene trasmesso, nella seconda parte del programma diretto da Mara Venier e Marco Liorni, un servizio su di me, il Superdisoccupato, girato nel mese di maggio e trasmesso solo ieri.
Il video, montato e tagliato per rientrare nel minutaggio consentito, rappresenta in sintesi una mia giornata tipo, quindi a casa, poi in giro per le agenzie interinali, più una breve intervista su di me e sulla mia vita, le mie speranze, le mie delusioni.
Fin qui tutto bene.
Il problema nasce quando viene data la parola a Giampaolo Pansa, giornalista, saggista e quant'altro, che commenta in studio ( senza me presente per un eventuale contraddittorio) con un secco "ma questo è uno sfigato" il mio video, asserendo, dopo pochi minuti, durante la discussione (molto poco approfondita e condita di luoghi comuni ) sul problema "disoccupazione"che in fondo i giovani non ne vogliono manco a brodo di lavoro e che certe occupazioni vengono scartate per cercare solo lavori "edificanti".

Il messaggio che passa ai telespettatori è assolutamente negativo.
Intanto perchè il sottoscritto non ha mai scartato nessuna opzione lavorativa ( e nemmeno le centinaia di disoccupati con cui ho avuto modo di entrare in contatto in questo anno di attività da blogger ), avendo lavorato per 7 anni come facchino in cella frigorifera a -8 gradi anche con turni fino a 12 ore filate- alle volte anche 18, avendo pulito gabinetti e spazzato strade e magazzini, in compagnia di altri diperati come me.
Secondo perchè non si può scaricare la propria coscienza dicendo " son loro che non vogliono lavorare", perchè significa negare (alla pari di una certa parte politica che poi lo stesso Pansa critica spesso e volentieri) la realtà della crisi odierna.
In più, direi che i telespettatori medi, tendono a far proprie tutte le idee e le opinioni apprese passivamente dalla tv, senza stare spesso a pensare che forse la realtà è ben diversa da come viene dipinta.
Questo aspetto lo conosco molto bene.
Le ho sentite queste corbellerie, molte volte.

Terza argomentazione, forse la più importante, durante la discussione si è completamente omesso che la stragrande maggioranza dei disoccupati che oggi passeggiano per le strade del nostro "glorioso" paese son più che 35enni, anzi, spesso e volentieri over 40, e nessuno, dico nessuno, assumerebbe un cittadino maturo per lavori di qualsiasi tipo, men che meno a tempo indeterminato.

Ma dico io, questo è il messaggio che la Rai fa passare in un programma di fascia pomeridiana?
Forse che la verità sulle condizioni del nostro paese devono essere dibattute solo nei programmi di Santoro, di Floris, o di Vespa?
Il resto non è anche informazione?
La Rai è servizio pubblico solo a certi orari?
Non venitemi a dire che La Vita in Diretta è un programma per casalinghe e anziani e che deve restare "leggero", perchè sarebbe una dichiarazione di un ipocrisia incredibile.
Le stesse casalinghe e gli stessi anziani di cui parliamo, spesso non godono di pensioni, o se le hanno sono così esigue da non permettere di vivere degnamente, e aggiungerei che persino codesto pubblico è composto da madri, padri, nonni, di figli, nipoti anch'essi disoccupati o precari...

Comprendo le esigenze dell'intrattenimento, della spensieratezza di certe trasmissioni, ma allora eliminate certi spazi, oppure realizzateli con obiettività e professionalità.

A Giampaolo Pansa che dire?
Lei è un vecchio, lontano dalla realtà.
Se anche il suo antiberlusconismo possa anche essere scambiato da qualcuno per posizione politica di rottura, a me pare dettato dal qualunquismo e dal populismo più sgarbato.
Si ricordi che dalla sua generazione, ma anche da quelle poco dopo la sua, siamo nati noi e il nostro mondo.
Si ricordi che un padre di famiglia vero, non dice mai di no a nessun lavoro, specie se a soffrire sono per primi i suoi figli.
Si ricordi che anche un precario coltiva dei sogni e, una volta terminata la sua giornata di lavoro malpagato, per tutta la notte non pensa ad altro che a realizzarli, utilizzando ogni momento libero per uscire dal fango in cui è immerso.
Dottor Pansa, io esisto, e non me ne andrò da questo mondo infame senza aver lasciato una traccia, senza aver lasciato un ricordo da guerriero, da combattente di razza, affinchè per generazioni i miei figli ricorderanno che Bruno era dato per sconfitto  e chiamato "sfigato" da un giornalista famoso, ma che alla fine riuscì a realizzare la sua vita, fulgida, luminosa, raggiante di voglia di vivere.

Si ricordi che sulle vostre parole e azioni si è fondata una società fallimentare, menzognera, una società che ha negato tutte le ideologie e i valori nati in essa, dal comunismo al capitalismo, e di questo clamoroso fallimento storico noi ne siamo vittime e spettatori innocenti ed inermi.
Forse da noi nascerà il seme di un Italia migliore, di un mondo migliore, forse....
se riusciremo a sopravvivere alla fame e alla speculazione che voi state continuando, però.

Bruno il Superdisoccupato

http://brunosuperdisoccupato.blogspot.com/
                            
                           

Letto 4284 volte
Dalla rete di Articolo 21