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Articolo 21 - Editoriali
Indignati: partecipa al Forum di Articolo21 sulla manifestazione e sul ruolo dei media
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di Redazione

Articolo21 lancia un forum aperto sulle manifestazioni degli indignati e su come sono state raccontate dai media. Partecipate inviando testimonianze, commenti, foto, video. L’'obiettivo è quello di dare una ribalta alle analisi su come il movimento interagisce con il mondo dei media. Apre il Forum Duilio Giammaria

scrivete a corradino@articolo21.info


Indignati: i quotidiani e i siti web confermano che la rete è indispensabile e va tutelata
di Barbara Scaramucci

Non ho voglia di parlare della televisione e men che meno di quella della Rai, la mia azienda. Ma i media non sono solo la TV (e la radio), i media sono anche i grandi quotidiani di questo paese, che la televisione passano il tempo a
bacchettarla tutti i giorni (purtroppo sempre più a ragione...). I quotidiani questa volta non hanno fatto alcuna selezione, non hanno ragionato, sono usciti la mattina del 16 tutti come se fossero stati investiti in pieno dai
sanpietrini di quei delinquenti mascherati da manifestanti le cui prime vittime sono state i manifestanti stessi. Intere pagine di sole immagini e racconti degli incidenti, poche le voci della piazza vera, quella che gli incappucciati li ha isolati e perfino in alcuni casi consegnati alla polizia. Oggi, dopo molte ore e alcuni contributi televisivi intelligenti,
le analisi, le ipotesi, i ragionamenti cominciano a farsi strada. Ma chi conosce qualcuno dei ragazzi che con entusiasmo erano andati a piazza Esedra sabato pomeriggio sa benissimo che le paginate di ieri di Repubblica, tanto per citare, gli hanno fatto male, più delle pietre forse.
Molti hanno apprezzato, invece, l'editoriale del direttore de La Stampa e l'analisi soltanto di alcuni cronisti del Corriere. Ma c'è un'altro dato da sottolineare ed è un dato nuovo: la
dicotomia che era possibile verificare sabato e domenica fra i quotidiani in edicola e i loro siti on line. Sulla rete, forse liberati da vincoli editoriali e di redazione, forse più coinvolti nella valanga di testimonianze dirette e immagini che hanno inondato la rete, i giornalisti non si sono risparmiati e i titoli che campeggiavano sui siti come quello di
repubblica (un esempio: Zucconi, missione compiuta) erano ben diversi dalle pagine del giornale, mentre il sito del Corriere dava ampio spazio alle voci della piazza che sul giornale non esistevano. La rete. Ora molti dicono che se si organizzano le manifestazioni solo con la rete succede quello che è successo a Roma. La rete fa paura, vorranno colpirla con mille bavagli, come per le intercettazioni. Dobbiamo occuparci di più di tutelare il web, lo sappiamo che ci passano tante schifezze, ma sappiamo che è maggiore il tributo che viene dalla rete alla libertà, nel mondo, a partire da Theran...e lo abbiamo visto da vicino anche in casa nostra, questa volta. Non dimentichiamolo.


Poi è arrivata Rainews, ed è tornata la potenzialità del servizio pubblico
di Mirella Marzoli

Quando arrivano notizie come quelle di sabato pomeriggio, è anche più dura  assistere indifferenti al vuoto delle grandi reti Rai. Poi è arrivata Rainews, ed è tornata tutta intera la potenzialità del servizio pubblico, nonostante la crisi drammatica delle risorse. Figuriamoci cosa si potrebbe fare con adeguati investimenti. Ora c'è il web e non si può più barare o fingere. L'azienda di servizio pubblico mostra tutte le sue contraddizioni, proprio in contrasto con l'informazione capillare che abbiamo intorno. Io lavoro da 25 anni a radio Rai. Quando arrivavano notizie così, come quelle di sabato, con direttori come Zanetti o Ruffini, si interrompeva decisamente la programmazione , si aprivano fili diretti che potevano durare alcuni giorni , o settimane , come facemmo con la guerra del golfo, la prima; come abbiamo fatto 10 anni fa , con il G8 di Genova) . La radio sabato scorso l'avete ascoltata tutti… interventi degli inviati di cronaca - peraltro bravissimi -  sul tappeto di partite di calcio per  radio1, una diretta continuata solo dalle 20.15 alle 20.40.. Forse un po' tardi.. Radio2 ha fatto un'altra scelta, ha fatto saltare la programmazione tradizionale , ed ha convertito per così dire il programma di  Cucuzza e Giallonardo, dandoci per circa due ore il ritmo fortissimo di quanto stava avvenendo. Non aggiungo altro, se non che il forum di articolo21 è davvero molto interessante. Grazie


Violenze alla manifestazione degli “indignati”. Perché solo a Roma?
di Fernando Cancedda

Che cosa ha spinto il teppismo italiano e internazionale a scegliere Roma per scippare la grande, pacifica protesta agli “indignati” e con le violenze spostare dall'attenzione alla paura la reazione dell'opinione pubblica moderata? La splendida vignetta di Marco Marlungo che qui vedete (clicca per ingrandire) potrebbe essere la risposta. Perché nonostante l'ottimo lavoro che testate “di minoranza” come Rai News, Tg3 e poche altre hanno fatto per dare un'informazione puntuale ed equilibrata della manifestazione del 15 ottobre, il messaggio prevalente che è passato sui telegiornali è: scendere in piazza per rivendicare i diritti e cambiare il corso della politica, quando anche non fosse intenzionalmente violenza, è confuso con essa.

Ciò è reso come sempre possibile dal conflitto di interessi e dalla posizione dominante che Berlusconi e il berlusconismo hanno sulle televisioni nel nostro paese, così che alle immagini degli atti di violenza possa seguire l'appello ipocrita del ministro della difesa La Russa:"….ci sarà un motivo se vanno a infestare le manifestazioni di sinistra, perche’ loro si sentono contigui”. Dunque “bisogna stare attenti a non offrire coperture involontarie”.

Il messaggio alternativo – le voci e i volti di centinaia di migliaia di cittadini indignati da una politica liberista che vuol far pesare il debito e la crisi finanziaria sulle spalle dei giovani, dei precari, dei disoccupati e di chi paga regolarmente le tasse – è riservato di fatto ad un pubblico televisivo che probabilmente coincide con l'elettorato di sinistra o di centrosinistra. Un po' come “riservata” era una manifestazione chiusa e blindata dalle forze dell'ordine lungo un percorso obbligato. (Uso questa come una metafora, non intendo qui mettere in discussione i metodi della polizia).

Torna allora di prepotenza, anche in questa occasione, il problema urgente di come “riprenderci la RAI”, restituendola ai cittadini e restituendo la voce ai cittadini. Proposte di riforma in questo senso come quella recente dell'on.Zaccaria (vedi qui accanto “La RAI, di tutti…di più”) ed altre che giacciono da anni nei cassetti del Parlamento debbono tradursi al più presto in un progetto comune alle forze politiche di centrosinistra, ai sindacati, ai movimenti e alle associazioni della cosidetta società civile, in testa a qualsiasi programma di “salvezza nazionale”. Tardare ancora vorrebbe dire rinunciare, forse definitivamente, ad uno dei mezzi più efficaci per “ricucire l'Italia”.


 
Da Rainews un lavoro straordinario


di Filippo Vendemmiati

Ho seguito la manifestazione guardando RaiNews. Mi congratulo di cuore, il servizio pubblico è questo. E' stato fatto un lavoro straordinario, nonostante la povertà vergognosa di mezzi (postazioni per le dirette, inviati, collegamenti, la tv costretta a farsi radio) ma pur sempre unica voce nel deserto informativo targato Rai. Ho sofferto, cercando di vedere quello che non potevano farmi vedere e temuto che potesse succedere il peggio. Ho risolto il vuoto rivolgendomi alla rete e ottenendo finalmente la risposta adeguata. Twitter che prima delle agenzie ti dice in tempo reale quello che sta succedendo, ti trasmette i commenti dei protagonisti, senza filtri.quelli che condividi, ma soprattutto quelli che non capisci e con loro in qualche modo interagisci. Non basta, nella rete ci sono video, suoni, urla, feriti, tutto in tempo reale, tutto quello che questa Rai  non ti vuole  dare. E allora penso alla inadeguatezza di questo modello informativo, che non solo non riesce ad organizzare un canale informativo adeguato 24 ore su 24, ma che si incancrenisce ancora sui telegiornali, fatti di conduttori, sommari e servizi. E in questo caso non è Minzolini la causa della perdita degli ascolti. Penso, senza polemica alcuna, io non saprei fare di meglio,  alle battaglie per difendere spazi vuoti e improponibili nelle attuali forme, vedi la terza edizone dei tg Regionali. La Rai è vecchia, forse irriformabile, e queste occasioni lo dimostrano, nonostante RaiNews.



Gli indignati a in 1/2 h. Questa è televisione
di Gianni Rossi

Un plauso al programma di Lucia Annunziata che questa domenica su Raitre, a in 1/2 h, ha messo a confronto alcuni leader del Movimento degli Indignati, riuniti al cinema Palazzo di San Lorenzo occupato, con esponenti del Pd a convegno a L'Aquila. Questa è televisione; così si valorizza il servizio pubblico vero: quando si cerca di scandagliare le ragioni di un fatto di cronaca politica come appunto quello di sabato a Roma, dove contro la gioia e la libertà di manifestare si sono scagliati alcune migliaia di "Briganti", senza per altro che le forze dell'ordine fossero coordinate al meglio per contrastarne la furia devastatrice.
La violenza va condannata comunque e dovunque. La via della contestazione pacifica e democratica è la sola che può far cambiare lo stato delle cose e in questi termini gli Indignados di mezzo mondo hanno dimostrato tutta la loro “rabbia” contro questa crisi, generata dall'iperliberismo, dall'assenza di regole del mercato, dallo scollamento dell'economia reale produttiva rispetto a quella cartacea, fatta di "derivati" e altri mezzi iperspeculativi. E' vero: paghiamo debiti privati, mascherati da debiti pubblici! Stanno strozzando paesi e popoli in nome di un capitalismo ormai messo alle corde dai loro stessi epigoni. Stanno distruggendo il futuro di intere generazioni.
Mai come ora, rispetto alla storica crisi del 1929, il mondo globalizzato è stato attraversato da una crisi così devastante e lunga, alla fine della quale non si intravvedono segnali di ripresa, ma solo sintomi di malesseri sociali, scontri di piazza, squilli di trombe guerreggianti. Attenzione, perché se negli Stati Uniti dovesse perdere l'anno prossimo Obama, la leadership oltranzista della destra repubblicana riproporrebbe con forza devastante una politica protezionistica a livello economico e "muscolare" a livello dei rapporti tra gli stati. La fine delle guerre regionali è ancora di là da venire, insomma. Mentre si delineano scenari di guerre commerciali, in nome del predominio delle fonti energetiche, dei mercati finanziari e dei sitemi di produzione.
In questo panorama a tinte fosche, però, brilla la presa di coscienza, l'indignazione, il senso di responsabilità delle nuove generazioni in tutto il mondo e di quanti, tra le forze politiche, intellettuali e sociali, cercano di sperimentare nuove vie. Per queste ragioni, anche se rovinata dalle bande banditesche, la manifestazione di ieri è stata positiva nella parte in cui le centinaia di migliaia di persone dimostravano a Roma pacificamente e con i "colori" dell'immaginazione. Stiamo alla vigilia di qualcosa di nuovo, che tutti i media, tradizionali e digitali, dalla rete alle TV alle radio, al satellite ai telefonini, dovranno documentare con obiettività e vastità di mezzi. Illuminare tutto quanto si sta muovendo nella società e nella Rete dovrà essere un imperativo etico nei prossimi mesi, proprio per aiutare a maturare democraticamente quanto sta nascendo fuori dall'alveo tradizionale del mondo politico. In Italia, in Europa e nel resto del mondo.
Solo così, ne siamo certi, si potranno isolare i violenti, sbugiardare i tanti "soloni" al potere, che strumentalmente cercano di etichettare questa nuova realtà, proprio per mantenere lo "statu quo", perchè nulla cambi e le diseguaglienze aumentino. Solo così potrà nascere un nuovo modo di concepire la politica, l'etica sociale, i rapporti tra le persone nella solidarietà e nella piena libertà.


Indignati: per raccontarli non basta la diretta
di Duilio Giammaria

Ho guardato come tutti la televisione e ascoltato la radio mentre la manifestazione di Roma degenerava.
Le telecronache quasi tutte concentrate sulla cronaca dettatata dagli scontri. Rainews 24 certamente la più analitica con la doppia finestra “manifestazione pacifica” “scontri”. Ma quello di cui ho sentito la mancanza è un programma in cui fare il punto, raccogliere le informazioni al di là della cronaca immediata, fare confronti, allargare il punto di vista, implicare il mondo della finanza e quello delle reti. In breve dare quei contorni senza le quali la notizia "resta orfana" come diceva Roberto Morrione.
La RAI deve avere uno spazio di questo genere?
Vedo già le espressioni dubbiose di direttori e esperti di palinsesto.
A chi può interessare – diranno? Già a chi?
Sicuramente a tutti quelli che anche senza averci partecipato si sono sentiti “vicini” alle ragioni della protesta: ieri secondo il sondaggio di Sky erano il 78% degli spettatori.

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Dalla rete di Articolo 21