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Articolo 21 - Editoriali
Dopo la manifestazione di Roma. Indignati contro Briganti.
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di Gianni Rossi

Un plauso al programma di Lucia Annunziata che questa domenica su Raitre, a Mezz'ora, ha messo a confronto alcuni leader del Movimento degli Indignati, riuniti al cinema Palazzo di San Lorenzo occupato, con esponenti del Pd a convegno a L'Aquila. Questa è televisione; così si valorizza il servizio pubblico vero: quando si cerca di scandagliare le ragioni di un fatto di cronaca politica come appunto quello di sabato a Roma, dove contro la gioia e la libertà di manifestare si sono scagliati alcune migliaia di "Briganti", senza per altro che le forze dell'ordine fossero coordinate al meglio per contrastarne la furia devastatrice.

La violenza va condannata comunque e dovunque. La via della contestazione pacifica e democratica è la sola che può far cambiare lo stato delle cose e in questi termini gli Indignados di mezzo mondo hanno dimostrato tutta la loro “rabbia” contro questa crisi, generata dall'iperliberismo, dall'assenza di regole del mercato, dallo scollamento dell'economia reale produttiva rispetto a quella cartacea, fatta di "derivati" e altri mezzi iperspeculativi. E' vero: paghiamo debiti privati, mascherati da debiti pubblici! Stanno strozzando paesi e popoli in nome di un capitalismo ormai messo alle corde dai loro stessi epigoni. Stanno distruggendo il futuro di intere generazioni.

Mai come ora, rispetto alla storica crisi del 1929, il mondo globalizzato è stato attraversato da una crisi così devastante e lunga, alla fine della quale non si intravvedono segnali di ripresa, ma solo sintomi di malesseri sociali, scontri di piazza, squilli di trombe guerreggianti. Attenzione, perché se negli Stati Uniti dovesse perdere l'anno prossimo Obama, la leadership oltranzista della destra repubblicana riproporrebbe con forza devastante una politica protezionistica a livello economico e "muscolare" a livello dei rapporti tra gli stati. La fine delle guerre regionali è ancora di là da venire, insomma. Mentre si delineano scenari di guerre commerciali, in nome del predominio delle fonti energetiche, dei mercati finanziari e dei sitemi di produzione.

In questo panorama a tinte fosche, però, brilla la presa di coscienza, l'indignazione, il senso di responsabilità delle nuove generazioni in tutto il mondo e di quanti, tra le forze politiche, intellettuali e sociali, cercano di sperimentare nuove vie. Per queste ragioni, anche se rovinata dalle bande banditesche, la manifestazione di ieri è stata positiva nella parte in cui le centinaia di migliaia di persone dimostravano a Roma pacificamente e con i "colori" dell'immaginazione. Stiamo alla vigilia di qualcosa di nuovo, che tutti i media, tradizionali e digitali, dalla rete alle TV alle radio, al satellite ai telefonini, dovranno documentare con obiettività e vastità di mezzi. Illuminare tutto quanto si sta muovendo nella società e nella Rete dovrà essere un imperativo etico nei prossimi mesi, proprio per aiutare a maturare democraticamente quanto sta nascendo fuori dall'alveo tradizionale del mondo politico. In Italia, in Europa e nel resto del mondo.

Solo così, ne siamo certi, si potranno isolare i violenti, sbugiardare i tanti "soloni" al potere, che strumentalmente cercano di etichettare questa nuova realtà, proprio per mantenere lo "statu quo", perchè nulla cambi e le diseguaglienze aumentino. Solo così potrà nascere un nuovo modo di concepire la politica, l'etica sociale, i rapporti tra le persone nella solidarietà e nella piena libertà. 

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