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Articolo 21 - Editoriali
Wrestling, Prigionieri della Finzione. La simulazione dallo sport alla politica
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di Oliviero Beha

da L'Unità

Caro Direttore,
sarà suggestione, la mia, ma mi sembra proprio che certe volte il cosiddetto ??spirito del tempo? si diverta a canzonarci. Prendiamo il Tg5 di mercoledì, alle 20. Titoli e servizi incentrati all'evidenza sul discorso del premier Berlusconi alla Camera, e ci mancherebbe (ma potrebbe anche mancarci, cfr. la recentissima copertura ad usum delphini, e non Follini, della crisi pilotata?). Il ??presidente operaio? pur in cassa integrazione, incassa la fiducia. E dà dei ??disfattisti? all'opposizione in un sofisticato intervento contro ogni pessimismo. E sta bene. Ma appena qualche titolo dopo, lo stesso telegiornale ci informa gagliardamente della nuova mania degli italiani, specie della fascia che va dai 7 ai 14 anni. Italianini, per ora. Ma noi si guarda al futuro. Si tratta della ??wrestling mania?,una specie di lotta libera senza regole tra forzuti che sta conoscendo in tv anche in Italia un successo dilagante. Piace, cito a memoria il senso del servizio illustrato dal professionale Lamberto Sposini con lo stesso tono di voce riservato ai titoli precedenti, questa sorta di violenza finta, di confronto tra personaggi/pupazzi/cartoni animati, questa recita esagerata in cui alla fin fine non si fa male nessuno.
Piace questa realtà simulata in cui ci riconosceremmo (si riconoscerebbero i teen-agers tricolori) perché non c'è alcun rischio, tutti sappiamo che è una bugia raccontata però benissimo, come una verità che noi fingiamo di accettare come tale ma che dovrebbe rimanere una bugia. Siamo alla ??beatificazione? del principio di irrealtà, una sorta di ??finto subito? a grandissima richiesta e molto contagiosa.
C'è qualcosa di nuovo in tutto ciò a proposito dello ??spirito del tempo?, di questo tempo? Apparentemente no. Cinquant'anni fa già Roland Barthes in ??Miti d'oggi? poi chiosato da Eco diceva del ??catch? cose analoghe. E allora? E allora torniamo alla mia ipotesi di autosuggestione, che se non fosse solo mia potrebbe indurre a qualche altra, serissima considerazione magari da parte dei maggiori in grado della classe dirigente di questo Paese, pessimisti od ottimisti che siano?
Che differenza c'è tra il presidente del Consiglio e il presidente del wrestling, per intenderci? Che cosa è successo negli ultimi anni in Italia, e naturalmente non solo in Italia, se non una progressiva ??catechizzazione? (è brutto come neologismo, lo so, ma l'altro suona peggio, e comunque forse è giusto che ci faccia effetto fin dalla sua orrenda cacofonia) del Paese? A partire da due ambiti come la tv e il calcio, rispettivamente l'uno decisivo e l'altro molto importante per la mentalità, l'atteggiamento, il gusto, insomma il nostro modo di stare al mondo.
Non è ormai quasi tutto ??wrestling?, lotta libera senza esclusione di colpi basata sulla finzione verosimile, quello che ci viene propinato in tv? In ogni suo risvolto, a partire dal sovrano convenzionale che ne regola il funzionamento, il successo, la disfatta (senti che parole ho nell'orecchio,chissà che vorrà dire?), cioè l'Auditel, come sapete appena messa in discussione in Tribunale, fino a scandagliare ogni anfratto del palinsesto. Un esempio per tutti. Recentemente in seconda serata un paio di comici ha evocato come ridanciano ospite d'onore il ??portavoce di un'importante associazione della società civile, l'associazione italiana suicidi?. Attesa per l'ospite, sostituito ??ovviamente? da uno sparo e dalla ??comunicazione di servizio? del duo che auspicava un nuovo portavoce da invitare in trasmissione.
Ora: chi glielo dice a quei due che in Europa gli ultimi dati segnalano 58 mila morti per loro stessa mano, più di 3mila dei quali in Italia, con una progressione terribile dei suicidi tra gli adolescenti, come mai era accaduto in passato? E chi glielo dice ai telespettatori? Morti vere, morti finte, va tutto a meraviglia.
Mentre nel calcio per trovare partite credibili ormai bisogna far fatica, e l'elenco delle magagne porterebbe via tutta questa pagina di giornale. Giovedì sera, per esempio, nulla di nuovo in tv se non un ulteriore capitolo della vicenda doping, con il filmato su un ??campione? inteso nell'accapponante doppio senso il quale si filma durante un'endovena di farmaci all'epoca non proibiti ma solo ??abusati?, vicenda già nerissima per lo smagliato tessuto italiano e resa attuale forse soltanto dalla domanda delle domande: a che punto è arrivata l'insensibilità, la confusione culturale se uno si fa riprendere in un momento del genere? Perché lo fa? A futura memoria? Per usarla in qualche modo? Come esempio di ??autotelevisione?? Oppure, e senza citare Huizinga e ??Homo ludens?, semplicemente ??per gioco? e sarebbe la motivazione più autolesionista a partire dal linguaggio che si sta ammutinando? (Tralascio l'aspetto della cassetta tv mandata ??anonimamente? nella barberia del programma, già di suo una spia del degrado?).
Degenerazione antropo-culturale a parte, è tutto il calcio a esser diventato ??wrestling? aiutato per la scesa appunto da una televisione-wrestling, dal vero-falso elevato a sistema, con meravigliose esemplificazioni a colpi di ??prova tv? e di ??guerra di telecamere? tra l'analogico, il satellitare e il digitale terrestre (i diritti calcistici di quest'ultimo essendo per lo più sempre e comunque del Cavaliere).
Perché ho cominciato qui parlando del presidente-wrestling? Perché Berlusconi è stato il tycoon determinante negli ultimi vent'anni nel campo della tv, di cui è magna pars? Perché ha cambiato il calcio da vincente con il ??suo? Milan, grazie al matrimonio, a quanto pare stando ai risultati fallimentari più generali di tale matrimonio in fatto di presentabilità, direi ??morganatico? del pallone con la ??sua? televisione? Perché sempre lui è ??anche? presidente del ??suo? Consiglio dei Ministri, eletto per carità dagli italiani di quattro anni fa? Certo, per questo, per lo scenario che dovrebbe far se non rabbrividire almeno riflettere.
Ma, si dice, stando alla cassa integrazione in cui è recentemente finito il ??presidente operaio? dopo il voto di aprile, gli italiani di oggi non pare lo vogliano più. Staremo a vedere. E questo attiene al ??wrestling? della politica, al tipo di combattimento, al rispetto delle regole (ma se non ce ne sono?), a quanto fingono/recitano i protagonisti sul ring.
Ma il nocciolo è temo ormai un altro, ed è il motivo di questa nota ??suggestionata?: in platea, e di fronte alla tv, e nel costume italiano, come possiamo fare per invertire la tendenza a questa ??catechizzazione? (insisto) della realtà che finirà per perderci anche con Berlusconi in pensione? Che fare per spezzare questa catena di anelli ??vero-falso? che ci strangola nella vita reale di ogni giorno, e che nella mia suggestione mi pare mischiare perfettamente la fiducia alla Camera con due pupazzoni sul quadrato in uno sfiduciatissimo ??spirito del tempo? che si è diffuso dalle Istituzioni al Paese causando danni sempre più difficili da riparare?
Dal sito www.olivierobeha.it

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