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Articolo 21 - Editoriali
Governo Monti e “poteri forti”: il ritorno in Italia della legalità.
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di Gianni Rossi

 “SuperMario” ce l’ha fatta! Il “predestinato” da sempre ad incarichi di prestigio in Italia e in Europa, questa volta dovrà sostenere tutto l’onere e l’onore di traghettare il nostro paese fuori dalla “palude Stigia” della crisi economica e della finanza pubblica, per riportarlo a testa alta nel consesso dei paesi più influenti del G8, dell’Unione Europea e dell’Eurozona. Sarà un compito arduo e ricco di insidie, specie dal versante berlusconiano, che ora “ob torto collo” ne digerisce l’investitura come “tecnico/politico”, minacciando prossimi “sfracelli e distacchi della spina”.

L’imperativo categorico per questo rigoroso professore di economia politica, presidente dell’Università Bocconi, già due volte Commissario europeo (indicato prima da Berlusconi e poi da D’Alema), con un curriculum di integerrimo difensore delle regole antitrust (impose una multa stratosferica alla Microsoft di Bill Gates per posizione dominante e bocciò la maxi-fusione tra General Elctric e la Honeywell), sarà dunque quello di riportare in Italia la legalità, messa sotto i piedi dal regime ventennale di Berlusconi e del berlusconismo dilagante. Certo, molto dipenderà dalla maggioranza su cui potrà contare, dall’affidabilità delle forze politiche che lo sosterranno e dai tempi, non troppo lunghi, che dovranno passare da adesso fino alle elezioni politiche, possibilmente con un altro sistema elettorale, come richiesto anche da 1 milione e 200 mila italiani che hanno firmato per il referendum.

S’impone, ora, da parte della “NetDemocracy”, dalla società civile, dai movimenti che hanno animato in questi ultimi due anni di “sonno della ragione” le uniche manifestazioni anti-berlusconiane di massa, uno sforzo propositivo che riesca in qualche modo a dettare un’agenda politica del “Che fare?”, appunto, in questa transizione dall’epoca dell’Amoralità politica verso un periodo in cui dovrà essere ripristinata una nuova Etica della politica. I temi spaziano dall’equità fiscale e sociale al superamento dei vari conflitti d’interesse, alla creazione di opportunità concrete per le nuove generazioni e le donne, ad un nuovo ruolo della presenza pubblica nella vita economica e amministrativa.

Incombe, intanto, su tutto una cura di risanamento dei conti pubblici e il rispetto delle indicazioni “capestro” dettate dalla BCE, dal Fondo Monetario Internazionale e dall’Unione Europea. Insomma, il nuovo governo dovrà comunque prendere dei provvedimenti che saranno soppesati, rivisti e corretti dal “Direttorio franco-tedesco”, oltre che dall’amministrazione americana. Non sarà facile passare per queste “Forche caudine”, ma se si ribalteranno alcune scelte strampalate e odiose, elaborate dall’agonizzante governo Berlusconi/Bossi/Tremonti/Scilipoti, è molto probabile che le lacrime e il sangue richiesti in un primo momento ai “soliti noti” vengano dirottati verso quel 40% di popolazione attiva, che vive alla grande da decenni, eludendo ed evadendo le tasse, facendo sfracelli della concorrenza attraverso il lavoro nero e la collusione con la malavita organizzata.

Nella sua agenda, SuperMario dovrà partire, quindi, da una rigorosa legislazione sui conflitti d’interesse, ben sapendo che solo adottando norme di stampo europeo o anglosassone, si riuscirà a sconfiggere quel coagulo di mala-politica che tiene insieme il vertice berlusconiano, grazie anche ad una massa di “berluschini” che in questi decenni hanno fatto dei conflitti di interesse e della commistione tra affari privati e affari pubblici il loro sistema di vita, portando così l’Italia nel baratro. Monti e il suo governo dovranno riportare la legalità calpestata partendo senz’altro dal superamento dei conflitti di interesse, adeguando la legislazione a quella europea, liberando risorse finanziarie e aprendo i mercati relativi a queste attività davvero alla concorrenza. Insomma, dovrà mettere in pratica le lezioni di economia politica studiate con il premio Nobel James Tobin (a lui si deve la Tobin Tax sulle transazioni finanziarie, approvata dal Parlamento europeo, ma non ancora operativa).

Non si tratta di “penalizzare” qualcuno, di operare con leggi drastiche, di stampo sovietico. Si tratta, invece, di avviare il nostro paese verso l’integrazione concreta nell’Europa liberale, di continuare quella “rivoluzione silenziosa, liberal” iniziata da Ciampi e troppo presto interrotta anche dagli esecutivi a guida Prodi. Se davvero, quindi, si vorrà rompere col passato e gettare le basi per una rinascita della legalità, il professor Monti, dovrà far digerire alcune “amare medicine” ai “poteri forti” impersonati e tutelati proprio da Berlusconi e soci in questi 20 anni di regime. Sul lato economico, vanno ripristinate severe norme antitrust, modificando anche i criteri di nomina e gli indirizzi della stessa Autorità.

Per liberalizzare i mercati, occorre una seria disciplina che impedisca i conflitti di interesse in tutte le attività private commiste con incarichi pubblici e concessioni governative. In questo modo, si liberano risorse e si avvantaggia la concorrenza, nascono nuove imprese, si afferma una nuova classe imprenditoriale e si sviluppa l’occupazione. Da queste prime scelte “liberal” ne discende anche una nuova disciplina sui Media radiotelevisivi, che abolisca la dannosa Gasparri e imponga una regolamentazione di stampo europeo, su modello tedesco, francese o inglese, che smantelli il falso duopolio Rai/Mediaset, in realtà un oligopolio berlusconiano, ridia ossigeno e un futuro di libertà al Servizio pubblico e apra il settore a nuovi soggetti imprenditoriali, come avviene appunto nel resto d’Europa nel digitale terrestre, nel satellitare, nel WEB. Le “fortune politiche” di Berlusconi, l’imposizione del suo regime politico-sociale-culturale, sono scaturite proprio dalla sua potenza mediatica, oltre che dai suoi intrecci con i potenti politici della Prima Repubblica (Craxi, Andreotti, Forlani) e dalla gran massa di denaro di cui ha sempre potuto disporre.  

Impersona forse questo governo le sembianze dei “Poteri forti” oggi paventati dalla destra imbizzarrita e strillati sui media “padronali”? E’ l’emanazione, il “braccio armato” del Direttorio franco-tedesco, tanto odiato dagli epigoni del berlusconismo e di una parte della sinistra radicale? Nel ventennio berlusconiano abbiamo vissuto in tutto e per tutto cosa significhi essere preda dei “poteri forti”. Specie quando a governare sono stati esponenti riformisti e moderati del centrosinistra. Forsennati attacchi mediatici sulle scelte più impegnative come il risanamento dei conti pubblici (Ciampi), la lotta all’evasione fiscale (Visco), ingresso nell’Euro (Prodi-Ciampi), portati avanti con inusitata forza d’urto da ampi settori della Confindustria, della Confcommercio, di alcuni settori dell'alta finanza e dai media da loro controllati. Una nube tossica di massoneria deviata, erede della disciolta P2, si è installata nei gangli decisionali dei settori più sensibili della società italiana, pubblici e privati, arrivando a determinare scelte di uomini, risorse, mezzi e norme legislative, che hanno stravolto la legalità e ristretto gli spazi di libera concorrenza nei media, nelle banche, nelle assicurazioni, nelle telecomunicazioni, nelle grandi opere e nel commercio.

Ecco, dunque, cose è stato il Ventennio berlusconiano dei Poteri forti, cresciuti all’ombra e in barba dell’Unione Europea. Poteri che hanno condotto l’Italia sul baratro e imposto ai nostri Alleati (Stati Uniti in testa, con Francia e Germania a seguire) di isolare il virus del berlusconismo, prima che infettasse nel profondo il resto dell’Unione e distruggesse la grande idea comunitaria dell’Euro. Benvenuto professor Monti e buon lavoro da tutti noi! 

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