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Articolo 21 - Editoriali
Rompo il silenzio
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di Franco Migliacci

Mentre Ella Fitzgerald incideva il mio "Volare", mentre lo scrivevo con Mimmo Modugno e mentre lo riascoltavo dalle voci di David Bowie, Dean Martin, Bono, Pavarotti, Paul McCartney e di tanti altri artisti in tutto il mondo, mai avrei immaginato di dovermi difendere e di dover provare la mia competenza e la mia compatibilitĂ  con il massimo ruolo elettivo all'interno della SocietĂ  degli autori e degli editori, di cui faccio parte da cinquant'anni.  

Dopo cinque mesi di silenzio dalla conferma della mia nomina a presidente da parte dell'assemblea degli associati - organo sovrano della SIAE - e di quella degli altri consiglieri designati, di fronte alle inspiegabili latitanze istituzionali che continuano a ritardare la ripresa della normale vita associativa della casa della cultura italiana, è tempo che io manifesti il mio dolore e la mia indignazione nel vedere disattesa la volontĂ  democraticamente espressa dagli associati.  

Ho letto in queste ore la relazione dell'on. Barbieri alla Commissione Cultura della Camera, che è chiamata a esprimere un parere non vincolante sulla mia nomina e che non ha ritenuto di dover rispondere a una richiesta di audizione da parte della maggioranza dei membri dell'assemblea. Sono stupefatto e avvilito dell'accanimento e delle inesattezze, omissioni e improprietĂ  tecniche che pretestuosamente hanno trasformato un'aula parlamentare in un'aula di tribunale.  

Il mio silenzio di questi mesi, nonostante gli attacchi ignobili alla mia persona, testimonia la mia fede incrollabile nelle istituzioni di questo Paese, che ho con onore e con amore rappresentato in tutto il mondo con le mie opere. E' inutile ricordare le lettere di affetto e di solidarietĂ  ricevute da tutte le societĂ  sorelle del mondo, che assistono, parimenti stupefatte, a quella che si sta rivelando un'occupazione politica della SocietĂ . Il mio primo pensiero va alle migliaia di dipendenti della SIAE e ai mandatari, che stanno vivendo momenti drammatici, privati come sono di ogni certezza nella gestione e nella guida dell'Ente.  Mi auguro che il nuovo Ministro dei beni culturali, la Presidenza del Consiglio e la Presidenza della Repubblica pongano rapidamente fine a questo valzer triste e grottesco, ripristinando la volontĂ  e l'autonomia degli associati.

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