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Articolo 21 - Editoriali
La Cultura per sconfiggere omo-transfobia e razzismo
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di Marinella Zetti

Cosa significa essere omo/transessuali in Italia nel 2012?
Purtroppo significa essere ancora considerati diversi, in primo luogo dallo Stato e di conseguenza, anche da una parte dei cittadini. Per favore non fate quell'espressione scocciata o stupita
e ripensate agli ultimi quindici giorni e alle dichiarazioni di noti politici, oppure al ragazzo di Vicenza che ha tentato il suicidio perché i genitori non hanno accettato la sua omosessualità.
E proprio la non-accettazione da parte dei genitori dovrebbe far molto riflettere: le persone omo/transessuali sono le uniche a non trovare rifugio e conforto nemmeno all'intero del proprio nucleo familiare. Forse, la peggiore discriminazione per l'essere umano.

LA CULTURA CONTRO LE DISCRIMINAZIONI
Omofobia, transfobia e razzismo hanno un'unica radice: l'ignoranza. L'ignoranza genera paura e la paura rende “i diversi” mostri da emarginare, insultare, distruggere.
Io sono convinta che la cultura abbia un ruolo importante nella lotta alle discriminazioni; la cultura ci aiuta ad abbattere le barriere, ci permette di conoscere l'altro e scoprire che non è poi così diverso da noi, anzi è uguale a noi: è un essere umano.
E noi persone “diverse” sappiamo bene cosa significa essere guardati con invadenza o disprezzo, ma per capirlo bisogna provarlo. Io l'ho proposto ai miei amici etero: provate per un giorno a prestare attenzione a tutto quello che fate o che dite per non “offendere” le false regole del perbenismo. Provate a riflettere: a una festa come presentereste la persona che amate? Un lontano cugino... un socio di lavoro... un amico d'infanzia? Portarla con voi a una cena diventa complicato, non potete abbracciarla o tenerla per mano in un luogo pubblico.
E non voglio dilungarmi con l'elenco dei diritti negati...
Ma proprio perché credo che la cultura possa contribuire a cambiare questa situazione, desidero segnalare due iniziative che hanno preso il via in questi giorni: il Premio Letterario “Non dare per scontato il genere” e la campagna Arcigay nazionale “Storie – racconti di ordinaria diversità”.

IL PREMIO LETTERARIO

Ideato da Nido della Fenice e Gay Center, in collaborazione con Pianeta Queer,  il Premio letterario “Non dare per scontato il genere” ha come obiettivo quello di combattere con la scrittura e la creatività ogni forma di violenza e discriminazione. Il progetto nasce come reazione al continuo ripetersi di episodi di violenza legati alla sessuofobia e, quindi, al concetto di genere inteso solo in senso binario, vale a dire maschio/femmina.
Il Premio Letterario si compone di due sezioni: Poesia e Racconto Breve, per entrambi il tema proposto è il seguente: “Non dare per scontato il genere, siamo molto di più di maschio/femmina”.
I lavori dovranno essere inviati via e-mail entro il 4 marzo 2012 all'e-mail della segreteria del Premio.
Gli organizzatori auspicano che questa iniziativa possa contribuire a diffondere nel Paese un modo di pensare scevro da pregiudizi, ignoranza e inciviltà, favorendo lo scambio e la convivenza tra tutte le persone.
Bando, scheda di partecipazione e tutte le informazioni sul Premio sono pubblicati sia sul sito dell'associazione Nido della Fenice (http://www.nidodellafenice.it/premio/premio2011_12.html ) sia su quello del Gay Center (http://www.gaycenter.it/interno.asp?id=1&id_dettaglio=115&t=Il%20Premio%20Letterario%20Nido%20della%20Fenice%20e% ).

DIVERSAMENTE UGUALI
Nata dall’incontro di Arcigay e DRAFTFCB, la campagna nazionale “STORIE – racconti di ordinaria diversità” è centrata sulla serenità di vivere visibilmente l’essere gay o lesbica oggi in Italia.
Vanda, Mariella ,Valeria e Marco: due mamme, una ragazza lesbica e un professionista gay, sono i testimonial, e dai loro racconti emerge il messaggio che essere omosessuali non significa essere diversi. Significa, al contrario, avere una vita uguale a molte altre, una vita fatta di famiglia, affetti, lavoro e amici. Significa forse raccogliere una sfida in più: quella di dover in qualche caso, dire a gran voce, che si è uguali, “diversamente uguali”.
I primi video si possono vedere vedere in http://www.pianetaqueer.it/societaepolitica2012/diversamenteUguali.html
«Il silenzio uccide l’identità sia come madre che come figlio » afferma Vanda una delle due mamme protagoniste dei video-racconti.
«Per me mia figlia non è cambiata, io la amo talmente tanto, soprattutto adesso, perché so chi è. Essere lesbica, essere omosessuale è un fatto naturale… l’essere non cambia”. sostiene Mariella, l'altra mamma.
E poi ci sono Valeria che racconta il coming out con la madre e Marco che spiega il rapporto tra omosessualità e lavoro.
Ma la campagna è ancora aperta ed è possibile inviare le proprie video-storie, collegandosi al sito  http://www.diversamenteuguali.org/invia-la-tua-storia.aspx

E proprio la serenità, espressa nei video della campagna Arcigay, si contrappone a quella parte dell'Italia che non accetta questa realtà e continua ad attaccare le persone omosessuali con accuse verbali o azioni violente. Una serenità che molte persone omosessuali vorrebbero ma che non possono trovare in un Paese che soffre di omofobia, transfobia e razzismo.

Scrivere un racconto, una poesia o narrare in un video la propria storia: tanti modi per affermare con dignità e orgoglio il proprio modo di essere “diversamente uguali”.
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