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Articolo 21 - Editoriali
La voce della chiesa si leva inascolatata per affermare il primato della persona nei media
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di Roberta Gisotti

di Roberta Gisotti

??Tutto dipende dal modo in cui vengono usati?: se usati bene ??possono favorire la conoscenza reciproca e il dialogo?, ??diffondere la pace?, al contrario se usati male possono ??alimentare il pregiudizio e il disprezzo tra gli individui e i popoli?, ??fomentare la violenza?. Benedetto XVI parla dei Media e fa appello alla ??responsabilità personale? nella Giornata mondiale delle comunicazioni sociali, quest??anno dedicata al tema ??I mezzi di comunicazione al servizio della comprensione tra i popoli?.

Da quasi 40 anni la Chiesa riflette in modo organico sul ruolo dei media, vecchi e nuovi. "Grandiosità, ammirazione, compiacimento", ma anche "pensosità" e "trepidazione": gli alterni sentimenti che dominavano Paolo VI, mentre scriveva il Messaggio per la 1ª Giornata mondiale delle comunicazioni sociali nel 1967, dopo il documento conciliare sui Media  Inter mirifica. Sono gli anni della guerra fredda, della guerra dei sei giorni, vigilia della rivoluzione giovanile del ??68. "Questi strumenti ?? spiegava Papa Montini ?? destinati, per la loro natura, a dilatare il pensiero, la parola, l'immagine, l'informazione e la pubblicità, mentre influiscono sull'opinione pubblica e, conseguentemente, sul modo di pensare e di agire dei singoli e dei gruppi sociali, operano anche una pressione sugli spiriti, che incide profondamente sulla mentalità e sulla coscienza dell'uomo? Quanto più grandi, quindi, sono la potenza e l'ambivalente efficacia di questi mezzi, tanto più attento e responsabile deve esserne l'uso".
 
La voce di Paolo Vi resta in massima parte inascoltata, anche all??interno degli ambienti ecclesiali, che si sentono inadeguati ad affrontare la montante ondata mediatica, che avviluppa le moderne società, dove comportamenti che pretendono di essere 'neutrali' e 'indipendenti' si rivelano a volte "abili manipolazioni". ? il grido d??allarme di Paolo VI  per la Giornata delle comunicazioni sociali del 1975, in cui deplora i "peccati" dei media e ne elenca i principali: "l'insistenza unilaterale sulle depravazioni umane; la pressione sull'opinione pubblica per suscitare aspirazioni insaziabili, ingannevoli e in fondo irrealizzabili, come quelle di un consumismo incessante di cose superflue; la presentazione di illusori o immorali modelli di comportamento; il tacere, selezionare o presentare in modo deformato i più importanti avvenimenti secondo ideologie che non rispettano la libertà dell'uomo e violano il diritto all'informazione; il gusto di sollevare problemi e dubbi che mettono in crisi certezze etiche indiscutibili; il definire giustizia ciò che è solo violenza, vendetta, rappresaglia". Tutto ciò, per il Papa, genera una specie di "tirannia" o "terrorismo culturale", "diffuso e quasi anonimo", cui bisogna reagire favorendo come antidoto "un clima di rispetto, di ascolto fraterno, di ricerca della verità, di volontà di collaborazione".
 
E ancora nel 1978 Papa Montini, prima di morire denuncia il rapporto ??sbilanciato? tra operatori dell??informazione e il pubblico. E si rivolge direttamente agli utenti: "Voi dovete saper scegliere bene il vostro giornale, il libro, il film, il programma radiotelevisivo, consapevoli che dalla vostra scelta ?? come da una scheda di vita ?? dipenderà l'incoraggiamento e l'appoggio, anche economico, come il rifiuto per un determinato genere o tipo di comunicazione. Non c'è nessuna verità, nessuna cosa sacra, nessun principio morale, che non possa essere, direttamente o indirettamente, intaccato o contestato nell'ampio discorso di dette comunicazioni. Voi dovete, pertanto, dar prova anche di una vigile capacità di discernimento e di confronto con gli autentici valori etico-religiosi, apprezzando ed accogliendo gli elementi positivi ed escludendo quelli negativi".

Il testimone passa poi a Giovanni Paolo II, il grande comunicatore, che in 26 anni di pontificato richiama incessantemente il primato dell??etica nei Media, per affermare la centralità della persona e l??obiettivo del bene comune, consapevole che nei processi comunicativi si gioca il destino dell??umanità. E in ogni Messaggio per la Giornata delle comunicazioni sociali sviluppa un aspetto particolare: la tutela lo sviluppo dell??infanzia, della famiglia, della donna, degli anziani, il progresso della società, la responsabile libertà dell??uomo, la promozione della pace, della giustizia, della solidarietà fra i popoli, il rapporto con la religione, l??incontro tra la fede e la cultura, la Televisione, il Cinema, Internet e le nuove tecnologie.

Scrive Papa Wojtyla nel 2004: ??In questo campo servono operai che, con il genio della fede, sappiano farsi interpreti delle odierne istanze culturali, impegnandosi a vivere questa epoca della comunicazione non come tempo di alienazione e di smarrimento, ma come tempo prezioso per la ricerca della verità e per lo sviluppo della comunione tra le persone e i popoli.?
Ed oggi Papa Benedetto XVI torna con forza a chiedere che ??tutti facciano la loro parte per assicurare in ogni forma di comunicazione obiettività, rispetto della dignità umana e attenzione al bene comune.? Un appello che si fa urgente nell??attuale contesto mediatico che informa ogni aspetto della nostra vita .
Gli stessi cattolici nel campo dei Media sono spesso latitanti, indifferenti, o impreparati o spaventati per affermare con coraggio i valori fondamentali dell??uomo e della donna di cui è portatore ogni cristiano. Pochi lottano ?? come chiesto espressamente da Giovanni Paolo II - per avere per avere ??in un sistema delle comunicazioni sempre più complesso e ad estensione planetaria?, ??regole chiare e giuste a garanzia del pluralismo, della libertà, della partecipazione e del rispetto degli utenti.?

Per questo i vescovi italiani hanno di recente messo a punto un Direttorio su ??Comunicazione e missione? laddove in particolare si chiede di recuperare nella cultura dei Media la dimensione trascendente della vita messa a dura prova dalla perdita di interiorità in una società dell??immagine; di coltivare relazioni personali autentiche rispetto alle infinite possibilità di approccio superficiale che i Media offrono; e di ricercare la verità, contrastando la moltiplicazione di verità artificiose, funzionali al mezzo, spesso costruite ad hoc, secondo tendenze utilitaristiche del momento o imposte come espressione di maggioranze che non passano attraverso gli strumenti democratici di formazione del consenso, ma divengono pensiero dominante, che incide nella vita di tutti.
Dunque imparare a dominare il mezzo che si fa messaggio, riconoscendo ai Media tutto il potere che esercitano per il fatto stesso di esistere; valorizzando i lati positivi che i Media hanno per la crescita personale e sociale: luoghi privilegiati ?? ricorda il Direttorio - dove è ben percepibile l??ansia di ??prossimità?? e di ??autenticità?? che contraddistingue l??uomo contemporaneo, luoghi decisivi per definire i processi di cittadinanza e per mediare orientamenti culturali, sociali, politici, luoghi primari di conoscenza, sviluppo e  progresso.

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