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Articolo 21 - Editoriali
Tv, riforme cercansi
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di Loris Mazzetti*

Il governo sta per mettere mano alla Rai. Il beauty contest è stato sospeso per 90 giorni. Monti ha detto che un bene dello Stato non può essere regalato. Le ire di Mediaset puntuali come da copione.

Il ministro Passera, sua è la competenza, se vuole rendere indipendente la Rai dai partiti (il vero cancro del servizio pubblico), dovrà essere più indipendente del suo collega della Difesa Di Paola, che in una recente intervista ha manifestato tutti i limiti di un ministro-soldato. Un po ’ come affidare il servizio antincendio a uno che si diletta con il fuoco.

Mentre Obama ritira i soldati, l’Italia rimane in Afghanistan, “duri e puri” e “sempre fedeli”. Mentre Norvegia e Danimarca sospendono l’acquisto degli aerei da guerra F 35, l’Italia conferma l’acquisto nonostante che tecnicamente non siano affidabili. Mentre la Germania taglia l’esercito di 40 mila uomini e rinuncia agli armamenti, l’Italia spende 13 miliardi di euro per 100 aerei, invece per la Ricerca contro il cancro 220 milioni.

Che il presidente Monti ha qualche affinità con chi lo ha preceduto è vero. Nominare Di Paola, più o meno equivale a ciò che ha fatto B. con la Rai in mano al “suo” Romani (quando era viceministro ricopriva anche la carica di assessore all’Urbanistica a Monza dove, non a caso, il Cavaliere voleva costruire Milano 4).

Mantenere una Rai sottomessa a Mediaset e in difficoltà economica è stato il vero mandato di Romani: non c’è stata una nomina che non sia passata sotto al suo controllo. Gli ultimi dati del mercato tv (canone e pubblicità): Mediaset 34 %, Sky 32, Rai 29, altre tv 3 e fanalino di coda Telcom Italia (La 7) 2 %. Se una tv come quella di Mentana-Ruffini (la prima serata dal 2 % di share è arrivata al 5 %), non riesce a spostare risorse sul mercato significa che qualcosa non funziona. La legge Gasparri va abolita.

Ultimamente si dibatte sulla riforma Rai, se è giusto che il servizio pubblico oltre al canone percepisca anche la pubblicità. La risposta era contenuta in una delle prime bozze dell’ultimo contratto di servizio tra Rai e ministero dello Sviluppo economico, in cui era prevista la sperimentazione di unire il pagamento del canone con la bolletta dell’energia elettrica, sostituito con un generico: “Il Ministero si impegna ad individuare le più efficaci metodologie di contrasto all’evasione del canone di abbonamento…”. Ovviamente nulla è accaduto.

Se l’evasione (500 milioni), venisse eliminata, la Rai potrebbe liberare buona parte dei proventi della pubblicità come avviene in Gran Bretagna con la Bbc, ma il libero mercato non coincide con gli interessi di B.

*tratto da Il Fatto quotidiano

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