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Articolo 21 - Editoriali
Il blairismo antiblair apre la strada ai Tories
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di Riccardo Orioles

Centrosinistra. "Ebbene si', vi ho imbrogliato. Ma che ci potete fare?
Mica vorrete far vincere i conservatori!". Con questa semplice campagna  elettorale Tony Blair ha portato il Labour a uno dei livelli piu' bassi  della sua lunga storia, ha perso selvaggiamente seggi e voti, ma e' rimasto al governo.
Alla fine di questa triste campagna, coi conservatori che non osavano parlare di Iraq  (il tema su cui Blair era piu' debole) e coi tabloid di Murdoch che strombazzavano le qualita'  virili del loro candidato, l'Inghilterra vota contro il blairismo, ma  Blair rimane. Ha la maggioranza dei seggi, ma non dei voti.

Politicamente, il vincitore e' il leader del "terzo partito", Kennedy,
i cui voti - piallati dall'arcaico sistema uninominale - in un sistema
proporzionale lo avrebbero reso arbitro della situazione. Blair,
modello non solo in Inghilterra della sinistra "moderna" e privatizzata  (ammirata in Italia da Berlusconi e D'Alema), cerchera' ora di  barcamenarsi con improvvise svolte a sinistra o a destra, come ha  sempre fatto. Ma ormai e' un perdente, e gia' gli altri giovani lupi  ringhiano per la successione; probabilmente entro un anno passera' a  Brown il privilegio di rendere ancor piu' thatcheriano il partito che  un tempo era dei lavoratori.

Il vincitore morale e' il capo del partito conservatore, Howard, che
appena conosciuti i risultati ha immediatamente dato le dimissioni. "Io  correvo per vincere - ha detto - e non ci sono riuscito. E percio' me  ne vado. Spero che chi mi sostituira' faccia meglio".

Nello stesso momento, nel collegio elettorale di Blair, si svolgeva una  breve conferenza stampa coi due candidati: il vincente, Blair stesso, e  il perdente, uno sconosciuto padre di famiglia che si era candidato  solo per denunciarne le responsabilta' nella morte del figlio, uno dei  tanti giovani mandati al fronte "for King and Country". L'uomo, un  signore di mezz'eta' dall'aria stanca e ferma, ha detto poche parole  per ringraziare i cittadini. "Non e' stato facile per me - ha detto - , ma dovevo farlo per rispetto di mio figlio. Ci sono cose che debbono  essere fatte e lezioni che debbono essere apprese. Io spero  profondamente che un giorno per questa guerra un primo ministro  chiedera' scusa".
Alle sue spalle, il vincitore - giovanile e pimpante in abito ministeriale - ascoltava compunto con un sorriso alla Uriah Heep.

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