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Articolo 21 - Editoriali
Mentre i nostri famosi... soffrono"... nella loro isola...  
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di Padre Manuel Ceola*

Dal 2003 si svolge con regolarità il reality show “L’Isola dei famosi”, programma trasmesso dalla rete nazionale Rai 2. Con tutta sincerità, ma senza nessunissima vergogna, ammetto di non conoscere nulla di questo programma, non avendo mai voluto seguirlo: ammetto di avere dei preconcetti ... verso tutti quei programmi che vengono qualificati come “reality show”. Purtroppo però alcune immagini le ho viste, vuoi al telegiornale, vuoi mentre ne fanno pubblicità; ma vi assicuro che non mi hanno fatto assolutamente cambiare idea. Il preconcetto resta, anzi, forse è diventato sempre più un concetto chiaro.
Ma veniamo al motivo per cui scrivo questa lettera. Vi siete mai chiesti dove si trovi questa famosa isola? Su Wikipedia trovo quanto segue: “Le prime tre edizioni hanno avuto come location la Repubblica Dominicana, precisamente nella penisola di Samaná. Dalla quarta alla sesta edizione lo spettacolo si è spostato a Cayo Cochinos (cochino in spagnolo significa maiale ..., ndr), in Honduras. Invece, causa colpo di stato in Honduras, nella settima edizione il reality show si è svolto a Corn Island, in Nicaragua, salvo poi tornare in Honduras dall'ottava stagione”. E l’Honduras dove si trova? Si trova nell’America Centrale.
Che dire di questo paese? P. Andres Tamayo, sacerdote hondureño, militante ecologista, che ha più volte subito nella sua vita minacce e attentati, ci dice questo: “Attualmente in Honduras permane una situazione di destabilizzazione. Chi detiene il potere politico ed economico vuole continuare a farlo, e ciò a spese dei diritti umani, che vengono costantemente violati. La popolazione continua a lottare per la democrazia, ma dal colpo di stato (nel 2009, anno in cui i “famosi” fuggirono su un'altra isola, ndr) ad oggi non ci sono stati cambiamenti apprezzabili. Il governo attuale si pone in continuità con i golpisti e persegue gli stessi obiettivi, nonostante cerchi di "ripulirsi" l'immagine internazionale. Ultimamente ha annunciato di voler privatizzare i settori della sanità e dell'educazione. Il popolo ovviamente non accetta tutto questo e continua ad opporsi, nonostante la repressione”. Alla domanda: “Lei si è battuto molti anni per la difesa del patrimonio ambientale dell'Honduras (come leader del Movimento ambientalista del Olancho-Mao). Chi vuole mettere le mani su questo patrimonio?” così risponde: “Sono soprattutto imprese transnazionali, alcune anche italiane, non registrate in Europa ma operanti in Honduras, come la Sansoni e la Lamas. Vendono il legname in primo luogo negli Stati Uniti e poi in Europa, a Paesi come la Germania e l'Inghilterra. Il contadino viene spinto, con metodi legali e illegali, a deforestare selvaggiamente. A volte le imprese pagano i contadini affinché svendano il legname e il contadino alla fine cede, lo fa. L’impoverimento a lungo termine dell’ambiente avrà ovviamente conseguenze pesanti per lui. Dopo il golpe la situazione è peggiorata perché il potere delle società transnazionali è enormemente cresciuto”.

Oltre a questo l’Honduras è considerato il secondo paese più povero, sarebbe meglio dire impoverito, dell’America latina e, secondo il cardinale Oscar Andres Rodriguez Maradiaga, Arcivescovo di Tegucigalpa, “il paese sta sanguinando, ferito a morte dalla violenza, dalla povertà crescente, dalla mancanza di rispetto per la vita e dalla corruzione tra le forze dell’ordine”. L’Honduras, con circa 8 milioni d’abitanti, vive un’ondata di violenza che, secondo le organizzazioni dei diritti umani e la stampa locale, provoca una media di 20 morti al giorno. Secondo i dati dell'Osservatorio della violenza dell’Università Nazionale Autonoma dell’Honduras, nel 2011 il paese ha registrato 81,5 omicidi per 100.000 abitanti, ben al di sopra della media mondiale di 8,8 secondo i dati offerti dalle Nazioni Unite.

E i nostri famosi? Continuano la loro farsa, la loro ‘lotta’ per vivere in quell’inospitale isola ..., cercando di eliminarsi per vedere chi sia il più ... il più ... boh non mi viene la parola. Mi dispiace per loro, ma per me i nostri ‘famosi’ non sono altro che delle persone a cui nel loro paese non manca nulla e che si prendono il lusso di fingere fame in un paese dove la fame c’è davvero, di fingere lotte per la sopravvivenza dove gente lotta e muore per davvero, di fingere urla di dolore o di rabbia dove più di 350
uomini hanno gridato, urlato la loro disperazione, il loro dolore nel vedersi intrappolati dalle fiamme.
Come uomo, cristiano, sacerdote, missionario e abbonato RAI sento il diritto e il dovere di gridare:
BASTA!!! Chiedo a chi può di intervenire e di smettere di prendere in giro milioni di persone che, non solo in Honduras, ma in tantissimi altri paesi sono stanchi di essere sfruttati, umiliati, uccisi. Sono stanchi
di vedersi sbattere in faccia la nostra ipocrisia, la nostra ricchezza, la nostra ‘cultura’ ...
Ringraziandovi per l’attenzione vi porgo i miei più distinti saluti
 
* Missionario Comboniano a Limone sul Garda
 
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