Clicca qui per il nuovo sito di Articolo 21 »
Ricerca con Google
Web articolo21.info
 
 
Articolo 21 - Editoriali
Mago ZurlĂŹ e la scoperta dellâ??acqua calda
Condividi su Facebook Condividi su OKNOtizie Condividi su Del.icio.us.

di Ennio Remondino

Attorno a capezzale della Rai massacrata, gli stregoni insistono. Sento raccontare di una ipotesi di Rai ridimensionata ad una rete. Geniale. Prima câ??era stato Gasparri che di fronte alla fame di pluralitĂ  televisiva, si era inventato il miracolo digitale della moltiplicazione dei canali e dei pesci. Ora câ??è chi viene a dirci che per far diminuire lâ??appetito della politica sulla Rai, basta ridurre la porzione che la politica potrĂ  mettersi sotto i denti. Da balcanico di lungo corso, la proposta mi ricorda la cura Ceausescu ai rumeni affamati: per la vostra salute, mangiate di meno. Fu fucilato. A Bassanini, che è persona per bene, mi limiterei ad infliggere una severa dieta dalle teorie da pensatoio olimpico. In laboratorio, anche se di centro sinistra, usando attrezzi che non si conoscono, uno finisce che la martellata se la dĂ  sul dito. O peggio.

Devâ??essere una maledizione che circonda la televisione o una sorta di nemesi storica: lei (la televisione) come fabbrica dei sogni, ed il sogno ricorrente in molti di reinventarla. In realtĂ , per decidere di televisione non servono esperimenti da Piccolo Chimico nĂŠ occorre Mago ZurlĂŹ. Sulla televisione, su come si fa e come non andrebbe fatta, su come si vende e su come si compra, su come si sviluppa e su come la si uccide, su come produrre buona informazione o su come gestire propaganda, su come produrre cultura o su come diffondere spazzatura, oggi come oggi ormai sappiamo tutto. Nomi, cognomi e indirizzi: biblioteche intere. Lâ??unico spazio di incertezza attorno a cui ancora oggi mi sembra accettabile eventualmente litigare è su come la televisione si governa (sistema) e di come ci si possa avvicinare allâ??ideale parafilosofico del realizzare â??Servizio Pubblicoâ?.

Sulla questione del governo del â??Sistemaâ?, qualcosa in realtĂ  giĂ  sappiamo. Grazie alla legge Gasparri-Berlusconi, sappiamo che per risolvere i problemi della fame nel mondo, non basta aprire nuovi supermercati in Africa. Non serve il miracolismo attorno alla tecnologia digitale che allarga gli scaffali televisivi disponibili, ma occorre riempire i negozi che giĂ  ci sono di merce televisiva commestibile, e serve dare le risorse a chi ha fame di pluralitĂ , per potersi comprare quella merce. Produrre nuova televisione redistribuendo le risorse che le ruotano attorno, è la partita di dopodomani per evitare che la ferita aperta dalla Gasparri-Berlusconi produca cancrena.

Quesito vero per politologi ed economisti delle nuove frontiere: dati costi piĂš o meno certi del produrre televisione, date le risorse economiche di un Paese, date le risorse pubbliche che lo stesso paese è disposto ad investire nel â??Servizio pubblicoâ?, qual è la dimensione televisiva nazionale compatibile? Visto che le risorse economiche televisive si chiamano pubblicitĂ  e sono un elemento dato, quanta di quella fetta di ricchezza nazionale riteniamo debba e possa andare nelle tasche di Paperon De Paperoni, o in quelle di Murdoc, o di Mister Gargantua, e quante alla sognata Televisione pubblica?

Chiarito quello, potremmo finalmente riprendere a litigare su quanta Rai debba e possa essistere in Italia, e soprattutto su quale Rai Anche in questo caso, non serve sforzarsi di scoprire lâ??acqua calda. Ho avuto occasione di studiare i sistemi televisivi operativi oggi in Europa (Senza Regole. Gli imperi televisivi allâ??assalto dellâ??Europa. Editori Riuniti). Vecchia e Nuova Europa, come direbbe Rumsfield, al confronto del pluralismo televisivo e del suo governo. Centro destra in Francia e centrosinistra in Inghilterra, Germania, e Spagna, dopo lâ??ubriacatura liberista del recente passato, scopri che rincorrono oggi lâ??antico e vilipeso Servizio Pubblico, come solo elemento equilibrio in un sistema informativo minacciato da troppo capitale e da poca democrazia. Persino nel marasma delle giovani democrazie dellâ??est, la â??modernitĂ â? della superliberalizzazione dellâ??etere televisivo è capitolo che inizia ad essere posto in discussione. Câ??è oggi in quei paesi, chi propone di tirar fuori televisione e politica dal tunnel della â??Televisione di Statoâ? e delle â??televisioni degli Amiciâ?. La pratica della pluralitĂ  televisiva nella Nuova Europa, è ancora quella del Far West. Tanti â??Berluschiniâ? che crescono, ma qualcuno persino in Polonia, Ungheria, Cechia, Slovacchia, e persino il Romania e Bulgaria, inizia ad avere dei dubbi. Basterebbe del resto allungare lo sguardo sino alla Russia â??dellâ??amico Putinâ?. Ce lo ha recentemente raccontato Carlo Rognoni, ma forse sarĂ  utile che riproponga la vicenda: per i troppi  assenti di quel giorno.

Lâ??Europa delle Regole torna a rivolgersi alla filosofia del Servizio pubblico, quella Senza Regole inizia a ragionare sullâ??opportunitĂ  di darsele. Lâ??Italia di Mago ZurlĂŹ, impone la cura dimagrante al concorrente del malato di obesitĂ . Devâ??essere per dare a Mediaset il buon esempio. Il prossimo giro (per non farla lunga oggi), andremo a curiosare su come paesi europei di antica democrazia, abbiano risolto la nomina del governo dei loro Servizi pubblici. Su come abbiano cercato di garantire alla politica il ruolo alto di rappresentazione e di governo della societĂ , sottraendola alla tentazione del governo diretto o della interferenza.

Letto 525 volte
Notizie Correlate
Audio/Video Correlati
Dalla rete di Articolo 21