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Articolo 21 - Editoriali
Il pluralismo che viene dal freddo
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di Ennio Remondino

Bene. Tutti dâ??accordo. La legge Gasparri non fa altro che sanzionare il controllo dei partiti e del governo sulla Rai, e questo indigna gli animi nobili. Nellâ??attesa di poterla riformare, la legge che câ??è la si cavalca. Meglio la vecchia lottizzazione che la Gasparri ripropone, rispetto alla logica cubana del presente Rai, dicono in molti. Domani, forse, quella legge la riformeremo. Ma come? Gli alchimisti nazionali allâ??opera, più che rassicurare, ci preoccupano. Colpisce lâ??insistenza nel non volersi guardare attorno.

Il dubbio personale sul fenomeno oscilla fra lâ??ipotesi di arroganza nazionale, quella di xenofobia, e la semplice ignoranza. La proposta facile facile è quella di reinterpretare le esperienza altrui. Quantomeno conoscerle, fosse soltanto per quanto riguarda lâ??Europa vicina.

La Norvegia, per esempio, che allarga il controllo sul funzionamento della sua televisione pubblica alla società civile, attraverso unâ??importante rappresentanza dei lavoratori del settore. Su 9 elementi del consiglio di amministrazione della Nrk, la tv pubblica, 6 sono eletti dal Parlamento e ben 3 dal personale della televisione stessa. Democrazia rappresentativa allargata oltre i confini dei partiti anche in Olanda e Danimarca.

Le due televisioni pubbliche olandesi Nos e Nob, sono governate da un consiglio di amministrazione composto da 33 elementi, in parte nominati dal governo in proporzione parlamentare, e in parte dalla organizzazioni sindacali. A Copenhagen, la Denmarks radio tv ha sul ponte di comando 11 consiglieri: 9 espressi dal Parlamento, 1 dal ministro della cultura (che ne è il Presidente), e 1 dai lavoratori dellâ??azienda.

La piccola Austria affida il governo della sua Orf ad un Kuratorium, un consiglio di amministrazione composto da bel 35 elementi, 6 dallâ??organo di rappresentanza degli utenti, 5 dalla commissione interna, 9 dai singoli governi dei Lander, le regioni austriache. Esiste inoltre un organo di garanzia che rappresenta i telespettatori, nominato dalle confederazioni sindacali, dalla Chiesa cattolica, dalla Chiesa protestante, e dal Cancelliere federale.

In Germania, la Ard si definisce una â??comunità lavorativaâ? priva di personalità giuridica che comprende gli 11 enti regionali per la radiodiffusione, e il cui direttore dei programmi è eletto a maggioranza dei due terzi dagli associati alla comunità. La Zdf è ente statale  nato dallâ??accordo dei Lander. Le stazioni regionali sono governate da un consiglio eletto al 30 per cento dal Parlamento locale, mentre il resto dei posti va attribuito ai rappresentanti della società civile: sindacato, istituzioni religiose, università.

Altri mix più complessi per necessità di tutela linguistica, in Belgio e Spagna, mentre Francia e Inghilterra, più che alla formula di composizione degli organi di governo dei rispettivi servizi pubblici, si affidato alla loro tradizione storica di indipendenza rispetto ai governi in carica. Il richiamo alle recenti riforme Zapatero in Spagna, è attualità che potrebbe indurre il sospetto di partigianeria politica, e quindi ci asteniamo.

Sulla questione del â??conflitto di interessiâ? che potrebbe determinarsi nella contaminazione fra potere politico e possesso o controllo di mezzi di comunicazione di massa, mi appello alla regole tedesche. Divieto di possedere, controllare o soltanto partecipare al controllo proprietario di una televisione. â??Persone di diritto pubblico e soggetti loro dipendenti; broadcaster i cui membri o rappresentanti legali sono rappresentanti di diritto pubblico (â?¦); partito politici o gruppi di elettori e soggetti loro dipendentiâ?.

Il bolscevico a fissare quelle regole non fu in socialdemocratico Gerhard Schroeder ma il vecchio democristiano Helmut Kohl.

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