di Gian Piero Orsello
Pur non volendo discutere lâ??importanza dei sistemi di rilevazione degli ascolti, meglio se ad opera della mano pubblica piuttosto che di una gestione privatistica, si può affermare che lâ??influenza dellâ??Auditel ha purtroppo accentuato la rigidità del sistema del duopolio televisivo in Italia, riducendo lâ??interesse per chi si è affacciato più tardi nel mercato ed ignorando sostanzialmente tutta la produzione delle televisioni locali.
Grande è la responsabilità degli effetti dellâ??Auditel: in primo luogo perché quello che doveva essere uno mezzo di rilevazione utile soltanto per il mercato degli investimenti pubblicitari, è divenuto uno strumento di valutazione nel merito dei programmi con tutte le conseguenze, sostanzialmente esaltative e censorie, che esso produce. Un autore certamente non ostile allâ??Auditel, Vittorio Bossi, che in un suo recente scritto ammette lâ??esistenza di â??critiche documentate e costruttiveâ? nei confronti dellâ??Auditel, ha giustamente rilevato lâ??errore che i dati Auditel siano quotidianamente comunicati alla stampa, provocando così quellâ??effetto di valutazione estremamente negativo sulle produzioni e sui palinsesti, confondendo ascolto e gradimento. A questo riguardo, non si capisce perchè la RAI, che un tempo disponeva di un efficiente â??servizio opinioniâ? e che attualmente redige un bollettino IQS (Indice di qualità e soddisfazione) sulla validità dei programmi, pubblicato fin dal 1998, non lo diffonda doverosamente e non faccia conoscere, quindi, le valutazioni anche di chi positivamente esercita il controllo sulla loro qualità . Ma vi è di più, e ciò investe direttamente il ruolo dellâ??Auditel, come è stato denunciato sia negli scritti di molti validi operatori e commentatori sia anche direttamente in alcuni programmi televisivi - sono state documentate le insufficienze, le incongruenze, le manipolazioni, determinate dal cattivo uso del sistema, con una costanza troppo lunga nel tempo per non destare legittime preoccupazioni sullâ??oggettività e sullâ??adeguatezza del servizio. Ã? vero che i nominativi degli operatori sono coperti dal segreto â?? il che impedisce, peraltro, ogni trasparenza nel sistema - ma vâ??è da domandarsi se il segreto non dia lungo a qualche interessato â??filtroâ? che possa incrementare â??gli omaggi a compensoâ?â?¦
Secondo lâ??insegnamento di Popper â??le regole devono essere inderogabiliâ?, e lo statuto dellâ??Auditel stabilisce che â??le rilevazioni devono essere oggettive ed imparzialiâ? e che il ruolo del panelista deve essere quello â??di un individuo impegnato nellâ??ascolto e quindi non soltanto presente nella stanza, ma effettivamente dinanzi al televisoreâ?. Ora molti esempi, portati in diverse sedi, hanno documentato il contrario e il giudizio non cambia anche se il sistema di rilevamento è stato modificato a partire dal primo agosto scorso, con sei classi di riferimento invece di quattro.
Siamo fermamente convinti dellâ??importanza, direi della necessità , del servizio pubblico radiotelevisivo, privilegiato anche dallâ??Unione europea, che pure si regge sulle regole del mercato e sul principio della concorrenza; riteniamo profondamente errata e pericolosa la tesi di una privatizzazione anche parziale della RAI come indicato nella legge attualmente vigente. La privatizzazione della Rai, oltre alla riduzione del servizio pubblico ad un ruolo sempre più misero, e quindi necessariamente noioso, per finire poi come sostanzialmente superfluo, contraddice lo stesso sistema misto, basato sulla coabitazione del pubblico e del privato, giacchè, accanto al privato che esiste, deve esservi il pubblico, e non un altro privato, con lâ??evidente rischio di far finire la Rai, anche organicamente, nella mani dei â??soliti notiâ?.
Desidero rapidamente accennare anche al ruolo dellâ??Autorità garante delle comunicazioni, di cui è primo responsabile un eminente giurista: ritengo che lâ??Autorità , dopo molte interviste e numerosi sondaggi, abbia ormai tutti gli elementi per poter intervenire sullâ??argomento, in accordo con lâ??ISTAT, e tenuto conto che ha i poteri per farlo sulla base della legge 249 del 1997, art. 1, comma 6, lettera b) , numero 11. Partendo da queste premesse, riteniamo di sollecitare un intervento dellâ??Autorità , che eserciti coerentemente tali poteri.
Di tutti questi problemi continueremo ad occuparci nel futuro, auspicando che lâ??intervento dellâ??Autorità sia importante e risolutivo.