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Articolo 21 - Editoriali
L'Auditel ha accentuato la rigidità del duopolio televisivo
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di Gian Piero Orsello

Pur non volendo discutere lâ??importanza dei sistemi di rilevazione degli ascolti, meglio se ad opera della mano pubblica piuttosto che di una gestione privatistica, si può affermare che lâ??influenza dellâ??Auditel  ha purtroppo  accentuato la rigidità  del  sistema del duopolio televisivo in Italia, riducendo lâ??interesse per chi si è affacciato più tardi nel mercato ed ignorando sostanzialmente tutta la produzione delle televisioni locali.

Grande è la responsabilità  degli effetti dellâ??Auditel: in primo  luogo perché quello che doveva essere  uno mezzo di rilevazione utile soltanto per il mercato degli investimenti pubblicitari, è divenuto uno strumento di valutazione nel merito dei programmi con tutte le conseguenze, sostanzialmente esaltative e censorie,  che esso produce.  Un autore certamente non ostile allâ??Auditel, Vittorio Bossi, che in un suo recente scritto ammette  lâ??esistenza di â??critiche documentate e costruttiveâ? nei confronti dellâ??Auditel, ha giustamente rilevato lâ??errore che i dati Auditel siano quotidianamente comunicati alla stampa, provocando così quellâ??effetto di valutazione estremamente negativo sulle produzioni e sui  palinsesti, confondendo ascolto e gradimento. A questo riguardo,  non si capisce perchè   la RAI, che un tempo disponeva  di un efficiente  â??servizio opinioniâ? e che attualmente redige un bollettino IQS (Indice di qualità e soddisfazione) sulla validità dei programmi, pubblicato  fin dal 1998,  non lo diffonda  doverosamente  e non faccia conoscere, quindi, le valutazioni anche di chi positivamente esercita il controllo sulla loro qualità. Ma vi è di più, e ciò investe direttamente il ruolo dellâ??Auditel, come è stato denunciato sia negli scritti di molti validi operatori e commentatori sia anche direttamente in alcuni programmi televisivi  - sono state documentate le insufficienze, le incongruenze, le manipolazioni,  determinate dal cattivo uso del sistema,  con una costanza troppo lunga nel tempo per non destare legittime preoccupazioni sullâ??oggettività e sullâ??adeguatezza del servizio. Ã? vero che i nominativi degli operatori sono coperti  dal segreto â?? il che impedisce, peraltro,  ogni trasparenza nel sistema -  ma vâ??è da domandarsi se il segreto non dia lungo a qualche interessato â??filtroâ? che possa  incrementare  â??gli omaggi a compensoâ?â?¦

Secondo lâ??insegnamento  di Popper â??le regole devono essere inderogabiliâ?, e lo statuto dellâ??Auditel stabilisce che â??le rilevazioni devono essere oggettive  ed imparzialiâ? e che il ruolo del panelista  deve essere  quello â??di un individuo impegnato nellâ??ascolto e quindi non soltanto presente nella  stanza, ma effettivamente dinanzi al televisoreâ?. Ora molti esempi, portati in diverse sedi,  hanno documentato il contrario e il giudizio non cambia anche se il  sistema di rilevamento è stato modificato a partire dal primo agosto scorso, con sei classi di riferimento invece di quattro.

Siamo fermamente convinti dellâ??importanza, direi della  necessità,  del servizio pubblico radiotelevisivo, privilegiato anche dallâ??Unione europea, che pure si regge sulle regole del mercato e sul principio della concorrenza;  riteniamo profondamente errata  e pericolosa la tesi di una privatizzazione anche parziale della RAI  come indicato nella  legge attualmente  vigente. La privatizzazione della Rai, oltre alla riduzione del servizio pubblico ad un ruolo sempre più misero, e quindi necessariamente noioso, per finire poi come sostanzialmente superfluo, contraddice lo stesso sistema misto,  basato sulla coabitazione  del pubblico e  del privato, giacchè,  accanto al privato che esiste, deve esservi il pubblico, e non un altro privato, con lâ??evidente rischio di far finire la Rai, anche organicamente,  nella  mani dei â??soliti notiâ?.

Desidero rapidamente accennare anche  al  ruolo dellâ??Autorità garante delle comunicazioni, di cui è primo responsabile un eminente giurista: ritengo che lâ??Autorità, dopo  molte interviste e numerosi sondaggi,  abbia ormai tutti gli elementi  per poter intervenire sullâ??argomento, in accordo con lâ??ISTAT, e tenuto conto che ha i poteri  per farlo sulla base della legge 249 del 1997, art. 1, comma 6, lettera b) , numero 11. Partendo da queste premesse,  riteniamo di sollecitare un intervento dellâ??Autorità, che eserciti   coerentemente tali poteri.

Di tutti questi problemi continueremo ad occuparci nel futuro, auspicando che lâ??intervento dellâ??Autorità  sia importante e risolutivo.

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