Clicca qui per il nuovo sito di Articolo 21 »
Ricerca con Google
Web articolo21.info
 
 
Articolo 21 - Editoriali
Catania ha cancellato il successo del centrosinistra in Sicilia
Condividi su Facebook Condividi su OKNOtizie Condividi su Del.icio.us.

di Nella Condorelli

Il primo, il più folkloristico, ha riguardato la â??catanesitàâ?, cioé la descrizione dellâ??anima etnea, â??uber allesâ? per autodefinizione. Il secondo, il più triste, ha riguardato lâ??oscuramento dâ??informazione sui comuni siciliani strappati dal centrosinistra alle destre. Enna, ad esempio, capoluogo della provincia più povera dâ??Italia. Parlo degli effetti dello tsunami a mezzo stampa a tv che si abbattuto su Catania (per inciso, la mia città) a seguito dellâ??â??epicaâ? vittoria di Scapagnini sindaco. Poiché si prevedono conseguenze di lunga durata, provo a chiarirne il peso nella pratica della democrazia alla siciliana. 

A proposito del primo. â??Gli inviati ci vedono così. Pagine e pagine su Cataniaâ?, titolo apparso sul quotidiano La Sicilia, mercoledi 18 maggio. Segue articolo sulla â??catanesitàâ?. Categoria culturale collettiva che non prevede dissensi. Come in un gioco di specchi, Catania e il suo unico quotidiano vi si riflettono e se ne compiacciono; autocompiacendosi, vi si fondono. Io penso, ci risiamo: allâ??ombra della reconquista di Palazzo degli Elefanti, lo tsunami informativo ha dato nuova linfa al male più oscuro e paralizzante di Catania. Si chiama barocco quotidiano, è un misto di arroganza da hidalgo di provincia e ossequio rococò, impastato di cinico trasformismo, che amalgama lâ??anima della città, dai banchi della Pescheria alle boutique di lusso del Corso Italia.

Passando per il giornale a pensiero unico. Si potrebbe liquidare come vacua vanità, se non fosse la base di una generale e generalizzata indifferenza sociale, quindi di unâ??illegalità frastornante, tutta nel segno del dispregio tanto verso i doveri quanto verso i diritti di una cittadinanza consapevole. Unâ??impasto già fedelmente descritto da Federico de Roberto, cronista-scrittore della Catania a cavallo tra i Borboni e i Savoia, nella sua memorabile saga sugi ultimi dei Viceré. Un secolo e mezzo fa appunto, ma lo scenario sullo sfondo della vittoria della trimurti Lombardo-Musumeci-Scapagnini, alla testa di unâ?? ingordo esercito di famigli, cocchieri e cappellani, sotto una pioggia di denari pubblici e privati, è praticamente lo stesso. Come reagire? Non vedo molte strade, dare voce e strumenti dâ??espressione ai tanti cittadini infastiditi dalla â??catanesitàâ?, i ventenni in rete globale, i quarantenni in fuga dal piatto alla norma, può indicare una via.

A proposito del secondo effetto, lâ??oscuramento dellâ??informazione sui comuni siciliani dove ha vinto il centrosinistra. Trentamila abitanti, capoluogo di provincia con la testa tra le nuvole (nel senso che sta a mille metri dâ??altezza), Enna guarda dallâ??alto tutta la Sicilia. Ventanni fa la chiamavano â??il Salotto dellâ??Isolaâ?, per quella vita piccolo borghese un poâ?? fanée, che scorreva allâ??ombra della Rocca di Cerere e di antichi riti. Da più di dieci anni, è la provincia più povera dâ??Italia. Un dato praticamente ignorato nelle cronache del pre e dopo-voto, liquidato nelle interviste locali con un â??Enna non è Catania!â? (?!). Eppure, un trend di povertà in continua discesa ha accompagnato dieci anni di amministrazione del centrodestra (tra lâ??altro, in perenne altalena tra avvisi di garanzia per ammanchi miliardari nel bilancio comunale e commissariamenti.). 

Dâ??altronde, non ha fatto notizia neppure che lâ??unico cinema sia chiuso da dieci anni per restauro; che la stessa sorte sia toccata al Teatro comunale, che siano stati soppressi i Premi letterari che onoravano scrittori e musicisti; che lâ??Ispettorato del Lavoro, dâ??intesa con la Prefettura e la Questura, abbia deciso di istituire una commissione mista per verificare migliaia di posizioni contributive irregolari riguardanti precari, lavoratori a nero, sottopagati e contrattisti a termine; che la parte bassa di Enna, dove vivono migliaia di famiglie a reddito zero, sia chiamata Bronx (!).Censurando lâ??analisi del dopo-voto, il silenzio stampa ha oscurato anche lâ??unico dato positivo di questi tetri dieci anni, la nascita dellâ??Università, e lâ??ambizioso progetto di un Politecnico del Mediterraneo per studenti della riva Sud. Fortemente voluti, entrambi, da un consorzio formato da esponenti del centrosinistra, stavano nel programma elettorale del sindaco Agnello (58 % di voti), come volano per un nuovo e diverso sviluppo della città. La gente vuole crederci, stanca dâ??isolamento e di miseria. 

Câ??erano alcuni trentenni a commentare i risultati elettorali, la notte del 14 maggio, lungo il balcone del Belvedere. Qualcuno era tornato dal Nord per votare, qualcun altro non si è mai allontanato. Parlavano e guardavano giù, mille metri più in basso. Illuminato dalla luna, lâ??orizzonte sembrava un mare di pietra scura. Qua e là si potevano scorgere piccole sagome, ancora più nere, emergere dalle valli. Sono ancora lì, i tuguri dei braccianti dei feudi antichi, le stanze cieche che ammassavano cristiani e animali quando i piedi dei pastori si chiamavano â?? â??i zampittiâ? come le zampe delle pecore. Prima che i contadini organizzati conquistassero le terre, poco più di cinquantâ??anni fa. La scrittrice catanese Goliarda Sapienza ha tracciato pagine indimenticabili sulla miseria delle donne braccianti dei feudi dellâ??ennese, e sulla loro emancipazione. Goliarda era la figlia di Peppino Sapienza e di Maria Giudice, prima donna segretaria di una Camera del Lavoro (a Torino) e direttrice del mitico â??Il Grido del Popoloâ?.  Tra i redattori câ??era anche il giovane Antonio Gramsci. A Catania nessuno le conosce, Maria e Goliarda, e la città ufficiale le ignora entrambe. Tranne un collettivo di ragazze no global che la scorsa estate ha organizzato un seminario per studiarle, nel chiostro della Camera del Lavoro di Catania. Non è unâ??altra storia.
Letto 586 volte
Notizie Correlate
Audio/Video Correlati
Dalla rete di Articolo 21