A tre settimane dal referendum sulla fecondazione assistita lâ??oscuramento eâ?? in atto. Sulle tre reti Rai vanno in onda spot asettici e sibillini;  Tg e Gr edicano come da copione servizi che ripartiscono col bilancino pochi secondi di gloria al siâ?? e al no/astensione. Lâ??informazione, quella, non câ??eâ?? o se va bene eâ?? riservata ai nottambuli. Le seconde serate del servizio pubblico, in compenso, sono impegnate con quesiti ben piuâ?? cruciali , tipo â??come sedurre le donneâ?�. Per il servizio pubblico eâ?? lâ??ennesima debacle.

Lâ??appuntamento del 12 e 13 giugno eâ?? cruciale: milioni di cittadini, uomini e donne, sono chiamati a esprimersi su temi delicati e complessi che toccano la vita e la coscienza di tutti. E lâ??informazione eâ?? lâ??unico strumento che puoâ?? consentire lâ??assunzione di scelte autonome e consapevoli. Eâ?? di questo che si ha paura?

Il servizio pubblico sta venendo meno al suo dovere. La preoccupazione eâ?? forte, tanto da indurre la Commissione pari opportunitaâ?? della Rai e quella dellâ??Usigrai a inviare una lettera aperta a Cattaneo e ai direttori di reti e testate chiedendo che sia dato massimo spazio ai temi del referendum: â?? Per la missione stessa del servizio pubblico e per la rilevanza del tema in oggetto â?? vi si legge â?? eâ?? cruciale che sia data ampia visibilitaâ?? alle ragioni etiche come a quelle scientifiche, agli aspetti che riguardano la ricerca e a quelli che attengono alla salute delle donne e dei nascituri. Ben al di laâ?? degli obblighi di legge che ripartiscono gli spazi ai comitati del siâ?? e del no/astensione, riteniamo importante â?? scrivono le due Cpo â?? che telegiornali, notiziari radiofonici, programmi dâ??attualitaâ?? di prima e seconda serata, approfondimenti di rete e di testata si mettano davvero al servizio dei milioni di cittadini  chiamati a esprimersi con un voto il 12 e 13 giugnoâ?�.

In definitiva si tratta di dare ai cittadini un motivo per pagare il canone.